Nove mesi insieme, il cammino fatto e ciò che ci attende
Sia un’estate Coraggiosa
Sono passati nove mesi dal mio ritorno in Diocesi e a Carpi. Molti mi chiedono le impressioni di periodo non più brevissimo e simbolico nell’aritmetica umana della gravidanza. Riprendere a vivere in completa appartenenza carpigiana, dopo quindici anni di “esperienze romane” e venticinque anni di spola Carpi/Bologna tra concretezza pastorale e vicende accademiche, è un’esperienza molto gratificante.
È commovente rivedere tante persone molto amate, percepirne i cambiamenti e le evoluzioni di tre lustri abbondanti: molti erano ragazzi e ragazze e ora sono persone mature; allora cercavano ancora la vocazione personale, talvolta romanticamente, e adesso sono alle prese con le responsabilità delle realizzazioni intraprese, con il loro carico di gioia, concretezza e pesi.
È stato anche un dono poter misurare le mie trasformazioni personali, ossia l’effetto della grazia abbondante del Signore e delle mie risposte, comprese quelle… incomplete.
Il clima in Diocesi nella seconda metà di ottobre scorso era tendente al sereno e orientato alla speranza di un’aria fresca. C’erano lo stile personale dell’Amministratore Don Erio, la lettera «E camminava con loro», l’intensificazione effettiva e affettiva della sinodalità, la speranza di poter «Essere “minoranza creativa” per determinare il futuro», secondo la formulazione di uno dei paragrafi decisivi della lettera di Castellucci. Circolava anche l’idea che verso Natale l’Arcivescovo avrebbe fatto la sua relazione al Papa e sarebbe arrivata una buona decisione sulla qualificazione ecclesiale della nostra Diocesi, ben felice di continuare il suo cammino di Chiesa particolare con un suo Vescovo. In gennaio partì il Consiglio Diocesano con il primo dei sei incontri già realizzati e si articolò un programma della festa del patrono con uno sviluppo culturale che ha coinvolto decine di persone, organizzate da due Comitati. La pandemia, di cui a marzo abbiamo cominciato a prendere coscienza, ha creato una situazione di sospensione. Anche il fatto che da Roma non siano giunti orientamenti né l’indicazione di date limite, sul futuro della nostra Diocesi, ha contribuito a qualche incertezza. Mentre la lettera pastorale suggeriva «E camminava con loro», l’irruzione del Covid 19 ci ha costretto a distanziarci fisicamente, anche in modi molto dolorosi. Poi è venuto addirittura il lockdown: ognuno a casa sua, senza neanche andare a Messa, altro che camminare insieme! Anche in questo caso, però, il male anche se particolarmente drammatico è venuto non tutto per nuocere. La celebrazione delle Eucaristia a distanza ha costretto molti a interiorizzare, la messa è stata per molti un avvenimento domestico a dimensione familiare, inoltre, risultato non minore, lo streaming e le dirette di TvQui hanno portato l’anno liturgico in molte case, anche dei non praticanti. Le tappe della quaresima e della Pasqua sono state perciò un ritmo che molti hanno sentito nell’immobilità della chiusura. Le occasioni pubbliche di preghiera di suffragio si sono ripetute, in cattedrale e in tutte le parrocchie, affiancando anche le sofferte celebrazioni “laiche” per i morti nella solitudine e nel silenzio. La diocesi ha vissuto poi due originali momenti di preghiera ecumenica e interreligiosa, organizzati assieme ai Sindaci: a Carpi, in Piazza Martiri il lunedì dell’Angelo (13 Aprile), e a Mirandola per la festa del patrono San Possidonio (16 maggio). Questa seconda celebrazione è nata, non a caso, da un’energica proposta del nostro dinamico Consiglio Pastorale Diocesano.
Alla riapertura delle celebrazioni nelle chiese, è stato possibile avere in cattedrale l’Eucaristia Pontificale presieduta del Cardinal Zuppi. Presenti tutti i Sindaci della diocesi e il Presidente della regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, nell’occasione il sindaco di Carpi, Alberto Bellelli, ha annunciato il progetto di collocare una statua del Beato Odoardo Focherini a fianco del Duomo in continuità con le figure dei santi che caratterizzano la facciata della nostra Cattedrale. L’immagine coronerà la Piazza dei Martiri e sarà rivolto verso la casa di corso Alberto Pio, dove Odoardo è nato e dove per molti decenni, dopo la guerra, sono vissuti la moglie Maria e i figli di questo grande discepolo di Gesù.
Il finanziamento straordinario donato dalla CEI a favore dei danneggiati dal Covid 19, ha permesso di valorizzare il mezzo milione di euro con l’ormai famoso «Ripartire per ripartire». L’impostazione scelta dalla nostra Chiesa ha permesso di realizzare le molte iniziative che hanno attivato campi gioco pieni di gioia e di speranza per bambini e ragazzi in molte parrocchie. Un certo numero di persone colpite dalla pandemia ha ricevuto qualche sensibile sussidio e un piccolo aiuto è stato destinato alle parrocchie colpite – anche economicamente – dai mesi di chiusura celebrativa (niente off erte, sagre, iniziative di autofinanziamento).
Sarà un’estate particolare: molte aziende non si fermano se non per pochi giorni, le persone sono ancora incerte se recarsi ai luoghi di vacanza, i nostri ragazzi e giovani probabilmente privati delle attività formative estive. Per fortuna, però, sento parlare anche di iniziative coraggiose, destinate a sfruttare i prossimi mesi per iniziative, più contenute ma efficaci, di formazione religiosa e umana. A
nove mesi dal mio ritorno, come vedo l’orizzonte? Mi pare evidente che è cresciuta la collaborazione e il dialogo all’interno della Chiesa: soprattutto via Zoom gli incontri decisionali sono stati tantissimi, soprattutto del Consiglio pastorale e, ancor più del Collegio Consultori. Non è un caso che siano stati nominati quattro parroci, anche in grosse parrocchie (come Mirandola, Quartirolo, Limidi, Gargallo) e che siano entrati… con la mascherina. Il ritmo del Consiglio Presbiterale e dei ritiri dei presbiteri è stato rispettato, con molta partecipazione, organizzando persino il riuscito pellegrinaggio mariano vissuto il 9 luglio. Intanto è rinato anche il Consiglio per la formazione permanete dei ministri ordinati. É indubbio che nel tempo della pandemia, la Diocesi ha mostrato una vitalità sana e concreta. Basterebbe pensare ai volontari animati dalla Caritas, dall’Agesci, dalle parrocchie, che si sono fatti davvero onore in tutto il territorio diocesano. Dopo l’estate riprenderemo un anno pastorale, certamente inedito, ma non fiacco. L’estate in cui siamo immersi, dovrà essere anche il tempo della preghiera perché la grande Chiesa, Papa Francesco in primis e i suoi collaboratori prendano le decisioni evangeliche più forti, per intenderci, quelle volute dal Signore, a proposito dell’assetto ecclesiastico del nostro territorio. Ci affidiamo alla Madre della Chiesa, la Madonna Assunta, che celebreremo il 15 agosto, mentre festeggeremo anche la presenza del non dimenticato Vescovo Elio Tinti che, in questa estate, celebra il 60° del suo sacerdozio e il 20° di episcopato.
Buona estate a tutti, in mesi rinfrancanti e rasserenati dalla speranza.
Mons. Ermenegildo Manicardi
Vicario Generale Diocesi di Carpi