Il grazie di Carpi ai frati di San Nicolò
Sono stato attento, e contento, davanti al crescere del numero delle firme che chiedevano un ripensamento all’Ordine dei frati minori sulla chiusura del convento di San Nicolò.
Pur conoscendo bene la inefficacia dell’iniziativa (le decisioni sono state prese altrove e per motivi indiscutibili), ho apprezzato l’affetto verso i nostri frati, che ciascuna firma intendeva affermare. sempre vero che si apprezza veramente qualcuno o qualcosa solo quando viene a mancare.
Questo affetto, carissimi fratelli di San Francesco e nostri, vi accompagnerà. Assieme al nostro rammarico per il venir meno della testimonianza di umiltà e carità, caratteristiche sì dell’Ordine di San Francesco ma pure delle vostre persone; doni che porterete altrove come valori assai più grandi dei vostri pochi fagotti.
Saltando qua e là nei decenni, io pure dico il mio grazie a figure importanti per la giovinezza mia e di tanti: grazie a padre Natale paziente e coraggioso educatore, a padre Tonini tranquillo, sapiente e generoso parroco, a padre Gogo, dovevo dire “Crisologo”, infuocato consigliere di fedeltà al Vangelo, a padre Sandro guida mite e lieta della parrocchia. Poi a padre Elio, per decenni umile e silenzioso accompagnatore delle comunità religiose. E a tanti altri frati di tempi remoti, fi no a ciascuno dei presenti. Carpi ci perde.
Perde una testimonianza vivente impressa anche in un abito speciale ma soprattutto in persone, le vostre: un continuo e vivo pro memoria di come vivere oggi la proposta cristiana, dalla parte dei poveri, per i poveri, con i poveri. Ed in questo la nostra città, credenti o meno, vi ha sempre rispettato, stimato e sostenuto. Chi legge vorrebbe sapere notizie sul domani di San Nicolò: chiesa e convento, parrocchia e attività. Non basterà un primo consiglio di consultori riunito in settimana attorno al vescovo Erio per decisioni complete e definitive.
Ma non è neppure importante sapere subito soluzioni concrete su edifici in gran parte ancora inagibili, su iniziative educative e caritative che non possono né morire né afflosciarsi. La nostra comunità ecclesiale ne è responsabile e dovrà restare attenta a mantenere alta, vivace la testimonianza di Vangelo che abbiamo ricevuto da secoli e fino ad ora; ed in questi ultimi anni da voi, fratelli di San Francesco a Carpi. Grazie.
Don Carlo Malavasi