Don Antonio Dotti con un gruppo di giovani, tra cui i pronipoti di Focherini, è salito al Rifugio Mantova sul monte Vioz in comunione spirituale con il Beato
di Don Antonio Dotti
L’idea di risalire sul monte Vioz (Val di Peio – Tn) per vivere la comunione spirituale col beato Odoardo Focherini covava da tempo. Dopo le altre due spedizioni, la prima nel 2008, per pregare per il processo di canonizzazione in corso e dopo il riconoscimento della Medaglia d’oro al Valor Civile da parte del nostro Stato, e poi nel 2014, per ringraziare il Signore della beatificazione avvenuta, ancora il pensiero spirituale di poter pregare secondo le volontà del martire, nella chiesetta da lui desiderata lassù (ora la più alta d’Europa!) ma realizzata dai suoi amici della montagna solo dopo il suo olocausto, è rimasto forte. È merito di Andrea, marito di Maria Peri, la nipote del Giusto, aver tenuto accesa la fiamma, insistenza dettata da fede, amore per la moglie e la sua famiglia, amicizia nei miei confronti e tanta passione per il creato, per le montagne in particolare. Ancora una volta le intenzioni per cui celebrare la messa a 3550 m di altitudine sono state quelle del testamento di Focherini, ancora attualissime: la sua famiglia (‘i miei figli, come vorrei vederli prima…vi prego riferite a mia moglie che le sono sempre rimasto fedele’…), e poi nell’ordine, la sua fede cattolica integra, la sua diocesi, l’Azione Cattolica, il giornale l’Avvenire d’Italia, il ritorno della Pace nel mondo. Il pensiero che la preghiera per la diocesi di Carpi non sarà più possibile esprimerla, a causa dell’imminente prossima sua eliminazione, mi ha dato la motivazione vera per la salita. Per questo anche ho voluto che avvenisse nella data più significativa in questo senso, la solennità dell’Assunta. Anche questa celebrazione infatti regredirà a breve per il territorio della nostra Chiesa locale al solo rango di ‘tradizione’.
La salita al Vioz
La montagna si fa ‘dare del Voi’, sia per la salita che per la discesa. Gli ‘arditi’ siamo io, Andrea, i suoi due figli pronipoti di Odoardo e Maria, Giacomo e Davide, Pietro, che è un altro proni- e un altro Pietro, amico della montagna. Anche il percorso più breve (quello scelto da me, molti degli altri sono stati ancora più intraprendenti) che parte da Doss de’ Cembri, prevede comunque 1200 m di dislivello in salita, senza punti acqua. Il percorso, tutto di rocce, distrugge le tue ginocchia al ritorno. La soddisfazione di essere riuscito (non scontata per chi come me non è allenato) è stata ovviamente tanta. Più grande però la consapevolezza di aver vissuto un esercizio, insieme corporeo e spirituale, molto profondo: ‘fino in cima!’ era il motto di Frassati e di don Tonino Bello, un ritornello che mi ha aiutato a concentrare tutte le energie necessarie, passo dopo passo. Arrivare non sarebbe stato possibile senza la fraternità. La vicinanza ed il passo di Pietro Peri alla salita e di Giacomo Amati nella discesa: ringrazio entrambi di vero cuore.
La chiesetta è collocata vicino al rifugio ‘Mantova’ dove io e Giacomo abbiamo poi soggiornato per una notte. Purtroppo, dotandosi solo dell’acqua che proviene dal ghiacciaio, è prevedibile che non rimarrà aperto ancora troppo a lungo; infatti il ghiacciaio, a causa del riscaldamento globale, quindi a causa dei nostri stili di vita dissennati, si è ridotto al punto che quasi è scomparso. La Provvidenza ha però dimostrato di voler aiutare la nostra coraggiosa ricerca regalandoci il bel tempo durante l’andata ed il ritorno, un cielo stellato incredibile nella seconda parte della notte ed un’alba quasi nitipote, da. Quando è così, da lassù si possono ammirare, oltre al complesso dolomitico del Brenta, della Presanella e dell’Adamello, anche quello del Bernina e fino a riconoscere, ad est, le cime delle dolomiti del Cadore. Dunque una comunione spirituale con il creato molto forte, la riscoperta dell’amore per il Regno di Dio che ha motivato il coraggio del beato Odoardo e della moglie Maria, la consapevolezza che le ingiustizie che si perpetuano a valle non trovano spazio nel cuore del Signore Gesù perché ogni Sua opera concorre al bene di chi crede. ‘Tutto è vostro! Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio’ (1 Cor 3, 22-23) è probabilmente l’icona biblica che meglio può raccontare questa nostra avventura.