San Nicolò

Giornata dei consacrati

Festa della Presentazione di Gesù al tempio


Domenica 3 febbraio i consacrati in San Nicolò per la festa della Presentazione di Gesù al tempio. Tutta la diocesi spiritualmente unita insieme a loro per esprimere gratitudine e affetto per il dono di religiose e religiosi attivi in ogni ambito della vita pastorale


 


Una presenza luminosa


Il 2 febbraio, festa della Presentazione al tempio di Gesù, si celebra in tutta la Chiesa Cattolica la Festa della vita consacrata. Come già da alcuni anni, nella nostra Diocesi la festa è spostata alla domenica più vicina. Per questo domenica 3 febbraio 2008, alle ore 17.30, i religiosi si ritroveranno nella Chiesa di San Nicolò a Carpi per la Santa Messa con il rinnovo dei voti.


Attualmente nella diocesi di Carpi le Religiose sono meno di 50, distribuite in 13 comunità (di cui 4 in città). Ad esse si aggiungono le Monache Clarisse e Cappuccine presenti nei due monasteri di Santa Chiara e del SS. Crocifisso in Carpi.


I Religiosi sono invece appartenenti a tre Ordini/Congregazioni: i Frati Minori (Convento di San Nicolò a Carpi); i Francescani dell’Immacolata (Chiesa di San Bernardino da Siena a Carpi); i Missionari Servi dei Poveri (Convento di San Francesco a Mirandola).


In questi giorni ‘la famiglia religiosa’ in Diocesi è stata arricchita dall’arrivo delle Sorelle della Visitazione (Congregazione indiana). Sono tre suore che si sono insediate a Migliarina e si renderanno disponibili per la pastorale e la visita ai malati delle parrocchie di Budrione e Migliarina. Due di loro presteranno servizio infermieristico e di pastorale sanitaria presso le strutture ‘Il Carpine’ e ‘Il Quadrifoglio’.


Ringraziamo il Signore per la presenza di questi Fratelli e Sorelle. Esprimiamo inoltre la nostra riconoscenza a Dio con la preghiera per la loro perseveranza ma anche, per chi può, partecipando alla celebrazione di domenica 3 febbraio.


 


Accanto ai malati in ospedale e nelle case


Un servizio svolto nel silenzio quello delle religiose per l’assistenza spirituale ai malati e agli anziani in ospedale e nelle case, spesso portando il conforto dell’Eucaristia. Il senso di una presenza ben sintetizzata da queste parole di suor Daniela, della comunità delle Oblate della B.V. di Fatima, che collabora al servizio di assistenza religiosa all’ospedale Ramazzini di Carpi.


 


L’ospedale è il crogiolo dove la sofferenza diventa oro o disperazione. Passare, scivolando in punta di piedi, da corsia a corsia, da reparto a reparto cercando d’essere almeno l’ombra dell’infinita compassione di Dio, è il segno che ogni mattino faccio diventare preghiera davanti al mio Signore nella cappella dell’ospedale.


Lo scopo ultimo e desiderio ardente e che questa presenza sommessa faccia sì che ogni persona ricoverata, soprattutto se non credente, pensi per un istante a Dio (gli istanti per Dio sono eterni come i giorni). Perché Dio, anche se non lo sentono o non lo credono, li ha caricati sul giumento della Sua compassione e li porta alla locanda della Sua infinita misericordia.


Il soffermarsi accanto ai Malati diventa, spesso, silenzio e preghiera del cuore perché non c’è nulla da poter dire; ma ‘ sono certa ‘ in questo silenzio non lacerato da parole, il Verbo passa e diventa per loro carezza d’infinita tenerezza. Del resto solo Lui deve passare e rimanere.


Suor Daniela


 


 


Consacrato, chi sei?


Sono una piccola cosa, proprio un’esile matita.


Essa non ha pregi particolari, ma serve per fissare un pensiero, formulare una domanda, dare una risposta, essere veicolo di comunicazione con altre persone. La matita può dunque svolgere un ottimo, utile servizio, pur nella sua modesta natura. Può essere variamente colorata e modellata, ma  ciò non aggiunge, né toglie nulla al suo essere specifico di realtà povera. Acquisisce valore solo quando in docilità alla mano che la usa, scrive parole, numeri, traccia disegni o figure. Così è del contemplativo/a: piccolo, povero strumento nelle mani di Dio, per ‘scrivere’ il suo amore fedele e stupendo per ogni suo figlio, per ogni persona. Non importa che la matita, sia fregiata di un marchio o dell’altro e quale ne sia la dimensione: anche se di soli tre centimetri, può scrivere parole che svelano Dio.


Con infime, piccole cose, l’Onnipotenza divina, compie realtà grandiose, che vanno ben oltre lo spazio e il tempo: da un po’ di fango, Dio ne ha tratto l’uomo! ‘Mandorlo, parlami di Dio’. E il mandorlo fiorì. (M. Nazanlzaki) Anche la ‘matita’ più negletta è abilitata a ‘ parlare – di Dio, con la vita, le parole con i mille gesti d’amore che il relazionarsi cristiano-umano comporta. C’è chi attende da noi una valida risposta ai grandi perché della vita: ed è risposta che il Cielo dà alla terra. L’avere coscienza serena, e direi felice, del personale limite creaturale è la condizione più favorevole, perché Dio operi, bene e santità in noi  e attorno a noi. Indispensabile è il pensiero, ma non meno lo strumento che consente all’artista, di comunicare ad altri la propria ricchezza mentale, manuale. Se un’opera d’arte, viene realizzata con materiale la valenza, il talento dell’artista; così avviene di noi Consacrati, se consentiamo a Dio di liberamente operare nel grezzo  canovaccio che siamo. E allora potremo con Maria esclamare: ”grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente’ (Lc 1,49)


 


                                                                                                           Le Sorelle Cappuccine