“Lo scopriremo solo vivendo”: coraggio e creatività nell’affrontare le incognite e organizzare le attività per i ragazzi nella pandemia
Niente meglio della viva voce degli educatori del post cresima nella parrocchia di San Bernardino Realino può raccontare le motivazioni maturate e le esperienze di “insperata bellezza” vissute negli ultimi mesi, prima del rientro in zona rossa e della sospensione momentanea delle attività in presenza. Un percorso non facile a contatto con l’età dell’adolescenza, i disagi acuiti dalla pandemia, e le sfide poste alla pastorale giovanile e, più in generale, sul fronte educativo, ma senza mai “tirare i remi in barca”. Per il tramite dell’iniziativa annuale del confezionamento delle arance in parrocchia nell’ambito dell’Operazione Mato Grosso, di recente è stato possibile coinvolgere dodici adolescenti, non inseriti nelle aggregazioni ecclesiali, che frequentano gli spazi della parrocchia come luoghi di ritrovo. Visto il positivo riscontro e il desiderio espresso dai ragazzi stessi di avere altre opportunità che uniscano incontro e solidarietà, fanno sapere gli educatori, non appena le condizioni sanitarie lo permetteranno, si cercherà di rivolgere loro qualche nuova proposta.
Tante cose si sono dette su come deve essere la Chiesa in tempo di pandemia… E anche noi qualche domanda ce la siamo fatta: che sarà di noi e dei nostri ragazzi dopo la cresima? Ma anche che sarà della vita parrocchiale e della comunità finché il covid non molla?
“Lo scopriremo solo vivendo” dice una canzone di battistiana memoria. E in fondo non è così che abbiamo sempre cercato di vivere la nostra fede nel rapporto coi ragazzi? Procedendo per tentativi ed errori, “come a tentoni” direbbe qualcuno, e mettendo da parte tutte le nostre ricette preconfezionate, semmai ne avessimo qualcuna? E’ in questa ottica che ad un certo momento…