Giubileo della comunicazione – Comunicare è una cosa divina

Il Papa ai giornalisti: ‘per dire la verità bisogna essere veri”

L’inizio del pellegrinaggio degli operatori della comunicazione ha inizio dalla rinnovata Porta Pia, punto di partenza per tutti i gruppi per percorrere l’ultimo tratto di via della Conciliazione fino alla Porta Santa. La mattina di sabato 25 gennaio, oltre al gruppo ufficiale dei partecipanti al convegno dell’ufficio comunicazioni sociali della CEI, si sono uniti altre delegazioni e singoli giunti spontaneamente, tra queste quella della RAI con alcuni volti noti. All’arrivo in Aula Paolo VI è il prefetto del Dicastero per la comunicazione Paolo Ruffini a dare il benvenuto a tutti, annunciando che i presenti provengono da 138 paesi, a sancire la dimensione internazionale dell’evento. A prendere la scena è stato Mario Calabresi, giornalista e scrittore, con i suoi ospiti Maria Ressa, giornalista filippina premio Nobel per la Pace nel 2021, e Colum Mc Cann, scrittore irlandese. Commovente e incisiva la testimonianza della Ressa, che partendo dalla sua esperienza di vittima di intimidazioni e di campagne d’odio ha trovato la forza di non arrendersi e di dare vita ad un network internazionale con l’obiettivo di tutelare la libertà di stampa e di aiutare i giornalisti ingiustamente detenuti nelle carceri o messi nelle condizioni di non operare. Mc Cann si è invece concentrato nella descrizione della sua attività di divulgazione del valore della narrazione per rendere più partecipi le persone delle vicende degli altri, in modo da creare spiriti più attenti e solidali. E’ stata poi la volta del maestro Uto Ughi, del suo violino e della sua orchestra con musiche di Bach e Oblivion di Astor Piazzolla, musicista argentino molto apprezzato dal Papa. L’atteso intervento del Papa è arrivato con qualche minuto di anticipo, ha preso possesso della sua poltrona e ha preferito non leggere il discorso preparato per rivolgere un breve saluto a braccio e poi salutare di persona i vescovi e gli ospiti. Queste le parole pronunciate a braccio: “Volevo soltanto dire una parola sulla comunicazione. Comunicare è uscire un po’ da sé stessi per dare del mio all’altro. E la comunicazione non solo è l’uscita, ma anche l’incontro con l’altro. Saper comunicare è una grande saggezza, una grande saggezza! Sono contento di questo Giubileo dei comunicatori. Il vostro lavoro è un lavoro che costruisce: costruisce la società, costruisce la Chiesa, fa andare avanti tutti, a patto che sia vero. “Padre, io sempre dico le cose vere…” – “Ma tu, sei vero? Non solo le cose che tu dici, ma tu, nel tuo interiore, nella tua vita, sei vero?”. È una prova tanto grande. Comunicare quello che fa Dio con il Figlio, e la comunicazione di Dio con il Figlio e lo Spirito Santo. Comunicare una cosa divina. Grazie di quello che voi fate, grazie tante! Sono contento. E adesso vorrei salutarvi, e prima di tutto dare la benedizione”.