Assemblea diocesana, momento di unità e fraternità: icona biblica di quest’anno la Trasfigurazione
Arianna Righi
Tradizionalmente, l’Azione Cattolica inaugura l’anno associativo con un’assemblea diocesana unitaria, aperta a tutti i settori associativi: è un’occasione preziosa in cui tutti i soci, Giovani e Adulti, si ritrovano per un momento di unità e fraternità, per condividere le gioie e le fatiche del presente e per trovare insieme nuovi slanci per il futuro.
L’assemblea di quest’anno si è svolta domenica 9 novembre nella parrocchia di Mirandola e il titolo era “L’identità che si apre all’altro”. Erano presenti come ospiti due giovani delegati dell’AC regionale (Daniele Bacchilega, delegato del settore Giovani dell’Emilia-Romagna, e Greta Frigerio, delegata del settore Giovani della Lombardia) che ci hanno aiutato a riflettere sulla nostra identità di Azione Cattolica, tema di fondamentale importanza visti i cambiamenti che ci interesseranno in questo e nei prossimi anni associativi.
L’incontro si è aperto con una riflessione sul significato dell’appartenenza all’Azione Cattolica e su come l’esperienza associativa plasmi l’identità personale e spirituale di ciascun socio. È stato evidenziato come l’AC sia una realtà che educa al pensiero democratico, alla corresponsabilità e al servizio , valori fondamentali per la vita della Chiesa e della società. Insieme agli ospiti abbiamo riscoperto il Progetto Formativo di Azione Cattolica, per ribadirci quali sono i carismi specifici dell’Azione Cattolica, che ci caratterizzano e ci rendono riconoscibili. Ed è proprio il Progetto Formativo, fin dalle sue prime pagine, che ci ricorda una delle dimensioni fondamentali della nostra associazione: “La formazione è un impegno che qualifica l’Azione Cattolica. L’attenzione alla persona e alla sua crescita cristiana è un elemento che caratterizza tutta la sua tradizione. […] L’educazione è la scelta che sta all’origine di tutte le altre e di esse costituisce il cuore (Progetto formativo di Azione Cattolica, introduzione)”.
La seconda dimensione e carisma caratteristico di Azione Cattolica è il servizio ecclesiale e l’attenzione alla propria Chiesa: “Il carisma dell’AC è quello di laici dedicati, in modo stabile e organico, alla missione della Chiesa nella sua globalità. L’essere dedicati indica una scelta della vita, non episodica ma permanente, un’attenzione rivolta a tutta la comunità, capace di assumere impegni concreti in risposta alle esigenze del luogo e del tempo. In Azione Cattolica si vive per e nella Chiesa, facendo della vita di essa l’oggetto della propria dedizione (Progetto formativo di Azione Cattolica)”.
La terza dimensione su cui l’AC fonda le sue radici è quella comunitaria, del gruppo come luogo privilegiato per vivere relazioni autentiche e accompagnarsi nel cammino di fede e nel servizio: “L’esperienza associativa, in tutte le sue componenti, è esperienza di fraternità, di desiderio di incontro e di ospitalità, dell’andare verso l’altro e del fargli spazio. Vivere la fraternità e testimoniarla nel mondo sono, quindi, elementi costitutivi della proposta formativa. La sfida oggi è superare la «tristezza individualista» di cui sono segni l’indifferenza per l’altro, la competizione tra le persone e tra i gruppi, il bisogno esasperato di autoaff ermazione, la conflittualità che si manifesta sia nella sfera della vita pubblica, sia in quella privata, la fatica di convergere quando si devono assumere decisioni per il bene comune (Progetto formativo di Azione Cattolica)”.
Mantenendosi radicati in questi tre carismi (formazione, servizio e comunità), diventa possibile aprirsi all’altro senza paura e vivere le fatiche del servizio. L’associato di AC, infatti, è chiamato a riconoscere di non essere mai solo nel proprio impegno, ma parte di una comunità che cammina insieme nella fede e nella corresponsabilità. I numerosi interventi spontanei che hanno fatto da risonanza agli interventi dei due ospiti hanno confermato il desiderio di tutti i presenti di curare queste nostre radici associative.
Infine, ricordiamo l’icona biblica di quest’anno per l’Azione Cattolica, ossia la Tr a s figurazione, che ci invita a riscoprire la bellezza dell’incontro con il Signore come esperienza capace di sostenerci nella fede anche nei momenti di fatica. Dopo l’annuncio della salita a Gerusalemme, i discepoli si trovano smarriti, incapaci di comprendere pienamente ciò che sta accadendo ed è proprio allora che Gesù li conduce sul monte e dona loro un’esperienza luminosa, bella, appagante. Anche per noi, come per i discepoli, è essenziale vivere esperienze belle che alimentino la fede, rafforzino la fraternità e ci rendano capaci di restare, anche quando la realtà si fa complessa o impegnativa. Questa assemblea diocesana ci ha ricordato che la vita associativa è proprio questo: un laboratorio di esperienze belle e significative, che edificano la nostra identità di credenti e ci radicano nella Chiesa. È da queste esperienze che nasce la forza per servire, per educare, per camminare insieme.
Solo così l’Azione Cattolica potrà continuare ad essere, anche oggi, segno di Trasfigurazione: una comunità che mostra il volto luminoso e accogliente di Cristo a ogni uomo e donna del nostro tempo









