Sabato 25 febbraio la Caritas diocesana ha convocato le Caritas parrocchiali per un incontro formativo. L’obiettivo dell’incontro, al quale erano presenti 40 persone, tra cui due diaconi ed un sacerdote, in rappresentanza di 15 parrocchie della Diocesi, era mettere a confronto le realtà parrocchiali per definire insieme il percorso formativo diocesano. Gianmarco Marzocchini, direttore della Caritas diocesana di Reggio Emilia e Luciano Agosti, responsabile delle Caritas parrocchiali del centro storico di Reggio Emilia, hanno portato la loro testimonianza.
Gianmarco ci ha ricordato come sia importante la ‘formazione del cuore’ (Caritas in Veritate) che costituisce quel ‘di più’, nel nostro servizio ai poveri, che dobbiamo continuare a cercare e ricercare’ Non siamo mossi da pura e semplice filantropia, da una fredda risposta ai bisogni; attraverso il nostro servizio possiamo e dobbiamo evangelizzare, testimoniare l’amore di Cristo di cui possiamo essere portatori.
Certo, nei confronti delle famiglie bisognose, nei rapporti coi servizi socio-sanitari, svolgiamo anche un lavoro ‘tecnico’ e dobbiamo farlo il meglio possibile. Dovremmo però riuscire anche a portare il nostro ‘di più’, l’agire perché la Carità di Cristo ci spinge e ci sostiene nel farlo!
Sono emersi alcuni importanti aspetti della formazione rivolta ai volontari delle Caritas parrocchiali:
– La vicinanza, l’accompagnamento, la prossimità, l’ascolto del territorio per capire i bisogni, le modalità, le diversità, le opportunità’
– L’importanza della formazione anche ‘teorica’. Tutti devono formarsi: i catechisti, gli animatori liturgici’ Anche nell’esercizio della carità l’aspetto formativo è importante: la Parola di Dio, il Magistero, i documenti di Caritas Italiana’
– La funzione prevalentemente pedagogica: ciò che facciamo fa bene soprattutto a noi’ Non possiamo solo fare’ è importante fermarsi a ‘leggere’ ciò che abbiamo fatto, riflettere insieme, modificare alcuni aspetti..
– Importante il coordinamento dei centri di ascolto parrocchiali, per confrontarsi su alcuni aspetti: come affrontare la crisi economica; come gestire la distribuzione di cibo, vestiti, aiuti economici; come individuare insieme alcune ‘linee-guida’ condivise; come rapportarsi coi servizi sociali; come rendere positive e ‘ricche’ le relazioni tra i volontari’
Luciano ci ha raccontato della non facile esperienza di riunire 7 parrocchie in un unico servizio di centro di ascolto, ci ha parlato di un cammino lungo e non facile, che tenta di coinvolgere parroci e volontari. Ha messo in evidenza l’importanza del confronto col centro di ascolto diocesano. Non ha negato il fatto che spesso ognuno tende ad andare ‘per conto proprio’ mentre l’unità e la comunione all’interno del gruppo sono fondamentali, così come le buone relazioni. I centri di ascolto sono luoghi aperti a tutti, anche ai non credenti, anche se tutti sanno che lo ‘stile’ dovrebbe essere quello del Vangelo.
Ha accennato al rischio della delega all’interno della comunità, ha ricordato come compito della Caritas parrocchiale è anche quello di ‘animare’ tutta la comunità: i giovani, le famiglie’
I pregiudizi e le chiusure esistono anche nelle nostre comunità, per tale motivo è necessario promuovere un confronto continuo, coinvolgere più persone possibile nelle attività’
Un altro rischio sempre presente è quello della fretta, di essere sempre di corsa, della preoccupazione per la fila di fuori’ Ciò che paga, ci hanno detto, è mettersi di fronte alla persona, mettersi in relazione e in ascolto di essa.
Dopo la pausa ci siamo concentrati sulle nostre realtà parrocchiali e diocesana ed abbiamo ascoltato le proposte uscite dai tanti volontari e operatori intervenuti. Dal confronto sono emerse alcune proposte e richieste, che Caritas diocesana tenterà di cogliere nella prosecuzione del percorso formativo che continua.
A conclusione dell’incontro, è intervenuto il vescovo Francesco Cavina che ha esortato a proseguire nel servizio ai poveri, mossi da un amore che è dentro di noi grazie al dono ed all’azione dello Spirito, che ci aiuta anche a superare le difficoltà e le delusioni che incontriamo nel nostro servizio.
Gianmarco ci ha ricordato come sia importante la ‘formazione del cuore’ (Caritas in Veritate) che costituisce quel ‘di più’, nel nostro servizio ai poveri, che dobbiamo continuare a cercare e ricercare’ Non siamo mossi da pura e semplice filantropia, da una fredda risposta ai bisogni; attraverso il nostro servizio possiamo e dobbiamo evangelizzare, testimoniare l’amore di Cristo di cui possiamo essere portatori.
Certo, nei confronti delle famiglie bisognose, nei rapporti coi servizi socio-sanitari, svolgiamo anche un lavoro ‘tecnico’ e dobbiamo farlo il meglio possibile. Dovremmo però riuscire anche a portare il nostro ‘di più’, l’agire perché la Carità di Cristo ci spinge e ci sostiene nel farlo!
Sono emersi alcuni importanti aspetti della formazione rivolta ai volontari delle Caritas parrocchiali:
– La vicinanza, l’accompagnamento, la prossimità, l’ascolto del territorio per capire i bisogni, le modalità, le diversità, le opportunità’
– L’importanza della formazione anche ‘teorica’. Tutti devono formarsi: i catechisti, gli animatori liturgici’ Anche nell’esercizio della carità l’aspetto formativo è importante: la Parola di Dio, il Magistero, i documenti di Caritas Italiana’
– La funzione prevalentemente pedagogica: ciò che facciamo fa bene soprattutto a noi’ Non possiamo solo fare’ è importante fermarsi a ‘leggere’ ciò che abbiamo fatto, riflettere insieme, modificare alcuni aspetti..
– Importante il coordinamento dei centri di ascolto parrocchiali, per confrontarsi su alcuni aspetti: come affrontare la crisi economica; come gestire la distribuzione di cibo, vestiti, aiuti economici; come individuare insieme alcune ‘linee-guida’ condivise; come rapportarsi coi servizi sociali; come rendere positive e ‘ricche’ le relazioni tra i volontari’
Luciano ci ha raccontato della non facile esperienza di riunire 7 parrocchie in un unico servizio di centro di ascolto, ci ha parlato di un cammino lungo e non facile, che tenta di coinvolgere parroci e volontari. Ha messo in evidenza l’importanza del confronto col centro di ascolto diocesano. Non ha negato il fatto che spesso ognuno tende ad andare ‘per conto proprio’ mentre l’unità e la comunione all’interno del gruppo sono fondamentali, così come le buone relazioni. I centri di ascolto sono luoghi aperti a tutti, anche ai non credenti, anche se tutti sanno che lo ‘stile’ dovrebbe essere quello del Vangelo.
Ha accennato al rischio della delega all’interno della comunità, ha ricordato come compito della Caritas parrocchiale è anche quello di ‘animare’ tutta la comunità: i giovani, le famiglie’
I pregiudizi e le chiusure esistono anche nelle nostre comunità, per tale motivo è necessario promuovere un confronto continuo, coinvolgere più persone possibile nelle attività’
Un altro rischio sempre presente è quello della fretta, di essere sempre di corsa, della preoccupazione per la fila di fuori’ Ciò che paga, ci hanno detto, è mettersi di fronte alla persona, mettersi in relazione e in ascolto di essa.
Dopo la pausa ci siamo concentrati sulle nostre realtà parrocchiali e diocesana ed abbiamo ascoltato le proposte uscite dai tanti volontari e operatori intervenuti. Dal confronto sono emerse alcune proposte e richieste, che Caritas diocesana tenterà di cogliere nella prosecuzione del percorso formativo che continua.
A conclusione dell’incontro, è intervenuto il vescovo Francesco Cavina che ha esortato a proseguire nel servizio ai poveri, mossi da un amore che è dentro di noi grazie al dono ed all’azione dello Spirito, che ci aiuta anche a superare le difficoltà e le delusioni che incontriamo nel nostro servizio.