Mercoledì 22 agosto nella chiesa parrocchiale di San Bernardino Realino il vescovo Elio Tinti ha presieduto le esequie del sacerdote don Angelo Chiossi, già parroco di Santa Croce e di San Bernardino Realino in Carpi
Infaticabile costruttore di comunione
Note biografiche
Don Angelo Chiossi nacque da Roberto e Marri Nice il 6 gennaio 1928 a Rovereto di Novi di Modena e ricevette il Battesimo con il nome di Angiolino, il 22 gennaio dello stesso anno.
Divenne sacerdote dopo aver percorso tutto l’iter seminaristico nel nostro Seminario Diocesano, il 29 giugno 1951 per l’imposizione delle mani di Mons. Dalla Zuanna.
I primi anni di sacerdozio fuono trascorsi parte in Seminario come vicerettore ed economo e parte come vicario parrocchiale a Novi, dal 24 settembre 1955 al giugno 1957, e a Concordia dal giugno 1957 al 1960.
Per dieci anni, dal 1960 al 1970, fu chiamato a guidare la comnità parrocchiale di Santa Croce sotto la materna protezione della Madonna dell’aiuto e per 33 anni, fino al 2003, quella cittadina di San Bernardino Realino sempre godendo dello sguardo materno di Maria Santissima venerata qui col titolo di Madonna Pellegrina.
Nel 2003 giungendo all’età della rinuncia stabilita dalla norme ecclesiastiche, rimise il mandato di parroco nella mani del vescovo che l’accolse in considerazione delle condizioni di salute che cominciarono a diventare sempre più precarie.
Nonostante questo, Don Angelo si spese in altri servizi pastorali significativi e importanti come la cura della Cappellania del cimitero cittadino, la celebrazione quotidiana della Santa Messa nella chiesa dell’Adorazione e il confessionale nella parrocchia di San Giuseppe prima e della Cattedrale poi.
Il 18 novembre del 2005 il Vescovo lo aveva nominato Canonico Penitenziere in Cattedrale. Ha trascorso questi ultimi anni nella sua casa privata. Circondato dalla affetto dei suoi, e soprattutto dalle cure della sorella Aurelia, non riuscendo più a svolgere servizi pastorali, accoglieva le persone, ex parrocchiani e amici sacerdoti coi quali si intratteneva sempre volentieri: prezioso il servizio che don Roberto Bianchini gli faceva aiutandolo spesso a celebrare l’eucaristia in casa. Ricoverato all’ospedale di Carpi, dopo aver ricevuto il sacamento dell’Unzione dei malati, lunedì 20 agosto ha reso la sua anima al Signore.
Il profilo
La battuta sempre pronta, gioviale e sincero nel tratto, sempre accogliente, Don Angelo si presentava come un sacerdote veramente contento di esserlo e sempre disponibile all’aiuto, anche materiale, di quanti si rivolgevano a lui. Aveva ricevuto il dono di belle doti umane: doti e doni che, mediante l’esercizio della vita cristiana e delle virtù sacerdotali, nell’ascesi e nella preghiera quotidiana e attingendo alle fonti della Grazia, aveva saputo ben trafficare ai fini pastorali dell’annuncio evangelico e per la diffusione del Regno di Dio che egli come prete, ma anche come membro dell’Istituto della Regalità, aveva particolarmente a cuore.
Intelligente e dotato di un genuino senso pratico che gli permetteva di uscire spesso dalle varie situazioni a testa alta, cogliendo sempre il lato positivo delle cose e avendo un costante sguardo di fede su tutti e su ogni evento, suscitava intorno a sé simpatia e consenso che egli ‘sfruttava’ come vie provvidenziali per portare al Signore tante persone.
Portare al Signore le persone, l’incontro con le persone, le relazioni umane, i rapporti sereni con tutti: queste le direttive del suo carattere, della sua personalità e del suo sacerdozio. Lo aveva dimostrato da subito appena prete, in seminario, quando svolgendo la funzione di vice rettore e di economo, a contatto con tanti problemi ma sopratutto nel quotidiano, difficile e a volte estenuante rapporto con i ragazzi e con gli altri superiori, alla fine Don Angelo raccoglieva da tutti, giovani e meno giovani, le segrete confidenze, le nascoste sofferenze, le ansie e ii desideri che egli ascoltava non come freddo burocrate, ma come appassionato maestro che si fa vicino e condivide e partecipa… Lo ha dimostrato fino alla fine anche dentro alla struttura parrocchiale, a Santa Croce e in San Bernardino Realino, e anche nei vari livelli diocesani a cui egli partecipava come consigliere presbiterale o come membro del collegio dei consultori o nei vari consigli amministrativi.
E’ questa forse, in sintesi la caratteristica del suo sacerdozio durato 56 anni. Al di là delle tante cose fatte, anche in senso materiale, nelle varie situazioni in cui è venuto a trovarsi, questo emerge e noi vogliamo raccogliere come eredità preziosa: prima delle strutture, prima dei muri, prima delle canoniche e delle chiese, le persone, il dialogo e l’ascolto di tutti, la ricerca della comunione, l’attenzione ai problemi di ciascuno. Con i confratelli sacerdoti egli cercava tutto questo e voleva che la Diocesi, le strutture diocesane, prima di preoccuparsi della gestione burocratica e amministrativa della pastorale, avessero a cuore i problemi dei sacerdoti offrendo a loro un luogo di riposo come la Casa del clero, offrendo frequenti opportunità di incontro e di collaborazione maggiori, ascoltadoli di più…
Credo che tutti – Vescovo, confratelli e laici – dovremmo essere grati a don Angelo per aver tenuta alta e sempre accesa questa lampada, questa preoccupazione e questo desiderio: ora tocca a noi farlo e faremmo un torto a Don Angelo se per causa nostra essa si spegnesse ora che egli non è più tra di noi.
Monsignor Douglas Regattieri
L’omelia del Vescovo nella messa esequiale del Can. Angelo Chiossi
Ha sempre abitato con la totalità del suo essere nella casa di Dio che è la Chiesa
Il nostro carissimo don Angelo ha concluso il suo pellegrinaggio e ha portato a compimento quella missione ecclesiale che aveva ricevuto dal Vescovo Mons. Dalla Zuanna il 29 giugno 1951, cinquantasei anni orsono.
E don Angelo è tornato, è tornato in questa sua Chiesa che egli ha amato con tutto il suo cuore sacerdotale. Ai suoi familiari e fra loro alla sorella Aurelia che per tanti anni l’ha amorevolmente accudito, ai Confratelli del Presbiterio e dell’Istituto della Regalità, agli amici ed estimatori, a questa comunità di San Bernardino Realino e a quanti oggi, per la dipartita da noi del Can. Angelo Chiossi avvertono il turbamento del cuore e la pena che sempre suscita la morte di una persona cara, Gesù rivolge una parola rasserenante: “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti” (Giov 14,1-2). Don Angelo, che nella sua vita sacerdotale ha sempre abitato con la totalità del suo essere nella casa di Dio che è la Chiesa, adesso si è solo sottratto al nostro sguardo e ha solo cambiato di posto: sempre restando nella stessa “casa”, cioè nella famiglia di Cristo, si è avvicinato di più al suo Signore. Nelle parole di San Paolo che abbiamo ascoltato, non facciamo fatica a leggere le ragioni della nostra speranza e i fondamenti della nostra consolazione: “Nessuno di noi vive per se stesso” (Rom 14,7).
Sono in molti qui a poter dare testimonianza di come questo amabile e fedele sacerdote non sia vissuto per se stesso, ma per il Signore Gesù ravvisato e amato nei fratelli; nei fratelli del Seminario e delle Comunità parrocchiali di Novi, di Concordia, di Santa Croce che ha servito con un ministero multiforme e generoso, ricco della sua saggezza pastorale e del suo zelo. Ed è particolarmente questa Comunità di credenti di San Bernardino Realino, da lui amata ed esemplarmente servita per trentatré anni, a poter dare la più persuasiva testimonianza della sua limpida fede, della sua bontà, della sua dedizione. Trentatré anni di ministero sacerdotale in una Comunità parrocchiale fanno pensare a intere generazioni di persone che sono state da lui battezzate, confessate, iniziate ai sacramenti della Eucaristia, della Cresima, del matrimonio, a tante famiglie cristiane formate e sostenute e che sono poi diventate aiuto e collaborazione.
“Nessuno vive per se stesso e nessuno muore per se stesso”: il grande amore per la sua parrocchia e il desiderio del vero bene dei suoi figli alla fine persuasero don Angelo, ormai avanzato negli anni e fisicamente indebolito, a scegliere di condurre l’ultima parte della sua vita terrena senza essere più gravato della piena e diretta responsabilità pastorale. Cosi, vincendo la ragione del cuore, decise di ritirarsi, sempre pronto a vivere non per se stesso, compiendo diversi servizi molto preziosi come Rettore della Chiesa del Cimitero, come officiante feriale alla Chiesa dell’Adorazione e come Canonico Penitenziere in Cattedrale.
Sapeva che “nessuno muore per se stesso”. Perciò ha voluto che anche il modo di portare a compimento la sua operosa giornata sacerdotale fosse di vantaggio e di prosperità per questa nostra famiglia diocesana di discepoli di Gesù.
Davanti alla sua spoglia mortale, celebrando il sacrificio che ci ha redenti, noi preghiamo per lui e per noi: preghiamo per la sua pace eterna e per la nostra consolazione. Al tempo stesso, ravviviamo la speranza nella futura risurrezione, quando ci sarà dato di ricomporre tutte le lacerazioni e i distacchi inflittici dalla morte.
Ma prima ancora noi tutti, i suoi familiari, l’intera Chiesa di Carpi, vogliamo ringraziare Dio nostro Padre per questa esemplare esistenza sacerdotale, di cui siamo stati gratificati. E, adorando la volontà di Dio Onnipotente ci affidiamo alla sua misericordia perché doni alla nostra Chiesa molti e santi sacerdoti, susciti nel cuore di molti giovani la chiamata e la risposta pronta alla vocazione sacerdotale, e perché continui a soccorrerci per raggiungere nella maniera migliore quel posto che ha preparato per Don Angelo e per ciascuno di noi nella gloria del Cristo Risorto. Amen.
+ Elio Tinti, Vescovo
Nel ricordo di don Angelo la solidarietà per suor Angela Bertelli
Nel corso della messa esequiale in San Bernardino Realino sono state raccolte offerte per le opere della missionaria suor Angela Bertelli. Chi desidera unirsi a questa proposta di solidarietà nel ricordo di don Angelo Chiosi può rivolgersi presso la parrocchia di San Bernardino Realino o presso il Centro Missionario Diocesano.