In vista della riapertura, inizia un ciclo di contributi di interesse culturale, storico e religioso
Quando l’illuminazione divenne “elettrica”
Il 2017 e l’anno in cui vedremo riaprire la nostra cattedrale dopo gli ingenti danni subiti a causa del sisma nel maggio 2012. Un edifi cio “il Duomo” caro ai carpigiani ed anche a tutti coloro che vivono la vita della diocesi. Ma anche un monumento per tutti, in quanto la Cattedrale e custode di importanti opere e di cinquecento anni di storia. Gia il nostro Vescovo nella sua recente lettera pastorale “Ecclesia Maior” ci ha presentato il signifi cato e la funzione della cattedrale; in questi numeri di Notizie che precedono l’apertura, prevista per il 25 marzo prossimo, desideriamo invece trattare alcuni temi di interesse culturale, storico e religioso che ci permettono di conoscere avvenimenti e personaggi legati al nostro Tempio. Cercheremo di indagare aspetti poco conosciuti delle bellezze e della storia del Duomo affi nche, il giorno dell’apertura, ci potremo davvero sentire a casa “nostra”. Poco prima delle festivita natalizie, nell’ambito delle operazioni dei lavori di restauro, la cattedrale e stata dotata di un impianto di illuminazione che consente di apprezzare e valorizzare la decorazione parietale ma anche le singole campate e il presbiterio nella sua totalita. L’occasione giunge propizia per ricordare, ormai a distanza di piu di un secolo, la prima illuminazione elettrica della cattedrale avvenuta nel dicembre 1910. In occasione dei lavori di risistemazione e completamento del tempio, che avevano visti impegnati i migliori artisti e progettisti locali del momento capitanati da Achille Sammarini, e della conclusione delle imponenti opere di decorazione ad opera di Albano Lugli, Fermo Forti e Lelio Rossi, eseguite per volere del vescovo Araldi, si penso ad un adeguato impianto “a luce elettrica” che consentisse di ammirare la bellezza del tempio rinnovato. Un successo garantito dallo splendore delle lampadine ma anche dall’altrettanto stupore dei presenti nel vedere il Tempio in un’armonia di luci e colori fono ad allora celati dalle precedenti tecniche di illuminazioni che non consentivano di mettere appieno in risalto l’edifi cio nella sua totalita. Ne parlano i giornali dell’epoca plaudendo a tanto splendore. Non si conosce invece il mecenate di tanta impresa, che sicuramente non sara stata di irrisoria spesa. Si tratta di un canonico, Odoardo Lugli, che con disinteressata generosita si e accollato le spese per migliorare e completare l’iter di restauro del suo Duomo (essendo canonico vi offi ciava e celebrava quotidianamente). A suff ragare quanto asserito e dunque una minuta di una lettera che il vescovo Andrea Righetti scrive al canonico Lugli per ringraziarlo di tanta generosita, restituendoci cosi il nome dell’off erente. Riportiamo fedelmente il testo a memoria storica e per dovere di riconoscenza: “Carpi, 26 dicembre 1910. Ho ammirato ieri (giorno di Natale) la nuova e splendida illuminazione a luce elettrica della nostra Cattedrale. E poiche essa e totalmente dovuta alla generosita della S.V. Ill.ma e Rev.ma cosi adempio ad un sentito dovere e gliene rendo vivissime grazie e le professo la mia piu profonda riconoscenza. Ella ha mostrato cosi, ottimo Signor canonico, quanto le stia a cuore il decoro della casa di Dio, e io faccio fervidissimi voti perche il Signore ne la rimeriti coll’abbondanza delle benedizioni piu elette, mentre godo di professarmi con pari stima ed aff etto Suo dev.mo in Cristo. Andrea Righetti, vescovo.”. Del canonico Lugli si conosce che e stato rettore di san Martino Secchia dal 1874 al 1903, quando diventa canonico della cattedrale. Muore a Carpi il 26 novembre 1903.