Tra media vecchi e nuovi, i cristiani possono creare piazze virtuali in cui incontrarsi per dialogare
L’opinione pubblica dei cattolici
E’ giusto o no che i cattolici discutano tra loro negli ‘spazi virtuali’ creati dai mezzi di comunicazione? Questo il tema sviluppato da don Paolo Boschini, in primo luogo a partire dal rapporto tra educazione e comunicazione che i Vescovi hanno tentato di delineare nel n.51 dei nuovi Orientamenti su ‘Educare alla vita buona del Vangelo’. ‘Esiste ‘ ha sottolineato ‘ un pregiudizio negativo nei confronti dei media da parte dei cattolici (ma non solo): i Vescovi sono guardinghi e invitano a stare alla larga, o meglio ad educare a un uso positivo di questi strumenti’. ‘Cattiva maestra’, per dirla col filosofo Karl Popper, non è solo la televisione ma possono esserlo i nuovi media come internet e i suoi più recenti sviluppi (blog e giornali online, chat e social network). Eppure la relazione tra educazione e comunicazione ha diverse declinazioni e la più importante, a detta del sacerdote, può essere quella di ‘educare a informarsi’. ‘Che rapporto esiste, allora, tra l’educazione della comunità cristiana carpigiana e l’informazione, tra il servizio svolto dal settimanale Notizie e il tessuto locale?’, ha domandato.
Educare a selezionare l’informazione, innanzi tutto: ‘Tutti, quando entriamo in casa, selezioniamo delle informazioni, scegliamo di accendere la tv o di parlare con i nostri famigliari, facciamo una telefonata o accendiamo il pc, sono scelte non irrilevanti per la nostra crescita’.
L’aspetto del produrre supera ormai il consumare: ‘le nostre priorità dunque cambiano; non riusciamo a raccogliere tutto quel che succede e, poiché frammentato, non siamo in grado di canalizzarlo. Per questo occorrono ‘piazze virtuali’ dove convergere: questo ‘ ha chiarito ‘ può essere il ruolo dei nostri media’.
Il divario digitale è stato il secondo oggetto d’analisi, che ‘va osservato come disuguaglianza nell’accesso alle nuove tecnologie non solo in scala planetaria, ma anche dal punto di vista delle diverse generazioni. Poiché la capacità di fruizione dei vecchi e nuovi media varia a seconda delle età, occorre un’offerta diversificata: lo stesso contenuto può avere strumenti e dunque anche sottolineature differenti e questi richiede competenze e priorità ben definite’.
Il feedback: nonostante la possibilità di aprirsi ai commenti dei lettori desti qualche preoccupazione, è fondamentale perché consente di ‘avere il polso della situazione. Ed è ‘ ha aggiunto ‘ una grande sfida per l’educazione dal punto di vista dei credenti’. Se insomma i cristiani della Diocesi di Carpi capiscono che parlare insieme in una piazza virtuale, cartacea o telematica, ha un valore e per questo si educano a uno stile ben preciso, la comunione ecclesiale ma anche la capacità di incidere sulla realtà ha di che guadagnarne.
Tutto questo, con quale stile? ‘Non si può dire tutto, considerare gli altri inferiori a se stessi solo per la diversità di vedute ‘ ha precisato don Boschini ‘; uno stile comunicativo che non sia mite, capace di dolcezza e rispetto va contro il buon senso oltre che contro il Vangelo’. Identificare le persone uscendo da pseudonimi, avere il coraggio delle proprie idee ma anche riconoscere le ragioni degli altri, ma soprattutto ragionare su proposte che catalizzano l’adesione e spingono a fare insieme più che frammentarsi in analisi e commenti, questo dovrebbe essere lo stile per far maturare a livello locale una ‘opinione pubblica dei cattolici’.
Il Concilio ha invitato la Chiesa al discernimento dei segni dei tempi: ‘comprendere quali temi sono veramente rilevanti oggi per il nostro territorio è la sfida posta ai cattolici nel dialogo con gli altri. Infatti, il Magistero si esprime quasi su tutto, ma non sempre è normativo. Se non ha senso dibattere sulla verità degli elementi di fede identificati nel Credo ‘ ha sottolineato ‘, la Chiesa è però luogo di libertà, in cui si può discutere senza timore di compromettere la fede e le verità che essa comunica’.
In questo orizzonte il settimanale Diocesano può avere un ruolo fondamentale, divenendo il perno attorno cui ruotano, grazie alla passione e competenza di chi vi opera, tutti gli altri canali: ritornando al punto di partenza, ‘se Notizie è in grado di selezionare gli argomenti importanti su cui discutere, fa un servizio alla Chiesa, sia ai suoi pastori sia alla comunità tutta’. Secondo don Boschini, l’autorità di chi parla non viene indebolita dal dialogo, che invece fa si che chi interviene a livello ufficiale possa farlo ancor meglio. ‘Il pluralismo insomma non disperde la verità: se riusciamo a porci in quest’ottica ‘ ha concluso ‘ davvero la nostra sarà un’informazione che educa alla vita buona del Vangelo’.
Tra reale e virtuale
Il dibattito
Diversi i temi, i dubbi e le sottolineature emerse nel dibattito che è seguito, questioni, ha osservato Boschini, ‘che toccano la spiritualità del nostro essere cristiani nel mondo caratterizzato dalla centralità della comunicazione, capaci della ‘vita buona del Vangelo”. Innanzitutto, perché essere miti di fronte a chi ci contraddice? ‘Perché Dio è creatore dell’umanità, anche di quella scomoda e irritante che ci parla. Per questo è una beatitudine: il mite non è padrone oggi, ma erediterà la terra, la verità non è di chi la spunta nel dibattito, noi crediamo in una verità più grande’. Se poi, oggi, quel che non si vede non esiste, ‘noi cattolici ci dobbiamo educare a una visibilità diversa: è la Chiesa a essere lanterna collocata sopra un monte, non io con quello che dico o faccio’.
Cosa cercare, cosa selezionare per un dibattito efficace, non ingessato, che faccia crescere chi parla e chi ascolta? ‘Servono non punti d’appoggio e muratori, non ruspe. Dunque bisogna individuare esperienze pilota, valorizzare le specificità, e trovare elementi capaci di creare convergenza: impariamo dalla Chiesa ‘ essa stessa è multicanale se pensiamo alla diversità di proposte ed esperienze al suo interno ‘ che si ritrova insieme nell’eucaristia domenicale. Occorrono momenti in cui anche fisicamente stiamo nello stesso posto ragionando del medesimo tema, interagendo con la vita concreta della nostra comunità’.
Dunque non possiamo buttarci solo sullo ‘spazio virtuale” ‘occorrono ancora i luoghi. La pastorale ‘ ha concluso don Paolo Boschini ‘ sarà l’intersezione di queste due dimensioni, l’uno non potrà fare a meno degli altri’.
Benedetta Bellocchio