Veglia delle Zone di Carpi, Modena e Modena Pedemontana. Le parole del Vescovo
Domenica 28 ottobre in San Faustino a Modena le tre Zone sorelle Agesci di Carpi, di Modena e di Modena Pedemontana, assieme alle Comunità Masci, si sono unite nella Camminata di preghiera di Tri-zona per la pace “Teniamo per mano la pace”. I capi scout della nascente Diocesi di Modena e Carpi hanno voluto rispondere alla proposta dell’Agesci nazionale delle “Staffette di Veglia per la pace”, rimarcando e testimoniando le scelte che li hanno chiamati a essere educatori di pace. E’ stata una veglia densa, in cui diversi momenti hanno raccontato il mondo attuale ma anche quello che vorremmo. Sulla Croce, ogni gruppo scout della Tri-zona ha piantato un chiodo corrispondente a ognuno dei 56 conflitti ora in corso in 92 Paesi, numeri drammatici di guerre e battaglie di odio che lo stesso vescovo Erio ci ha purtroppo ricordato nel suo intervento, citando “l’indifferenza globale” da cui ci metteva in guardia circa dieci anni fa Papa Francesco a Lampedusa, ed oggi, l’“impotenza” evidenziata da Papa Leone. Trasformiamo i termini e pensiamo invece alla “buona battaglia”, quella di San Paolo, per la giustizia, la pazienza e la carità: quella che don Erio ci indica per trasformare i crateri in piscine, come era accaduto a Gaza, dopo che dei bambini si erano tuffati in un cratere riempito dall’acqua di una condotta idrica distrutta da un bombardamento. Dobbiamo allora partire da noi per trasformare il nostro cratere del cuore in una piscina, quello creato dalle “armi di distruzione di massa” che troviamo dentro di noi e che possiamo combattere con la preghiera che è “l’immersione nella realtà mettendola davanti
a Dio” per sostituire così l’odio e il risentimento con l’amore e il desiderio di vendetta con la relazione. In questo modo possiamo diventare persone di pace, come San Francesco o Madre Teresa che, esercitando preghiera e carità, contagiava il prossimo con il senso della pace. La pace interiore si può riflettere in tutti gli ambiti che frequentiamo, dalle piazze ai social, tutti luoghi della comunicazione con il prossimo e in cui possiamo essere testimoni di quella pace che dà libertà: Gesù aveva ribaltato tutto dicendo di essere come bambini e come quelli che sentendosi liberi hanno trasformato dei crateri in piscine. Don Erio, allora, ci dice che come capi scout dobbiamo fare del nostro meglio per essere parte di quel movimento che, come una foresta e con meno rumore della guerra, cresce e fa crescere i nostri ragazzi alla luce della pace e della libertà indicati dal Vangelo che portano alle relazioni buone il prossimo.
Lucio Reggiani – Carpi 2