Estate in missione: don Antonio Dotti racconta l’esperienza nella missione di Anna Tommasi in Malawi
TESTIMONIANZE
Nel mese di agosto don Antonio Dotti, direttore del Centro Missionario di Carpi, è stato in visita in Malawi, nella missione di Anna Tommasi, nei luoghi dove ancora vive il ricordo per l’opera svolta dalla missionaria carpigiana, dottoressa Germana Munari. Giorno per giorno don Antonio ha raccontato attraverso l’edizione on line di Notizie i vari momenti dell’incontro con questa comunità africana e con i missionari che operano in quella realtà. Ne proponiamo una sintesi.
1 – Arrivo in Malawi
Comincia con un viaggio lungo e pesante questa avventura in Malawi. Suor Anna ci accoglie in aeroporto col suo sorriso capace di spostare le montagne, guida con esperienza il pick-up. Arriviamo alla missione attraverso strade sconnesse e molto polverose, è da molto che c’è siccità. Ci illuminano i sorrisi e i saluti di decine e decine bambini, non chiedono niente, hanno riconosciuto la sister e vogliono entrare nella missione con qualche ora di anticipo sul programma. “Hai visto don Antonio, qui i bambini ci sono!” mi dice suor Anna per farmi riflettere. I volontari capitanati da Sofia sono tutti pitturati in volto, esplode un pomeriggio di festa. È il giorno del saluto alla prima squadra di questo centro estivo, che passerà il testimone alla seconda tra due giorni.
2 – Nel ricordo di Germana Munari
La giornata comincia con la messa celebrata da me. Le letture invitavano a donare con gioia fino al dono della vita per scoprire l’amore di Dio. Nella mattina suor Anna mi mostra il nascente asilo che sta costruendo. Il pomeriggio andiamo a rendere omaggio alla nostra missionaria Germana Munari, morta nel 2021, per 40 anni medico nell’ospedale qui a Lunzu. Prima alla tomba, vicino alla Cattedrale della capitale Blantyre. Poi all’ospedale, dove sulla porta del suo studio c’è ancora il suo nome. Durante il viaggio parliamo di tante cose: della visita pochi mesi prima di morire nel terremoto di don Ivan Martini qui da loro, delle origini francescane della loro famiglia religiosa (F.A.L.M.I.), della presenza di tutte le confessioni cristiane, di comunità musulmane, di tantissime sette. Anna mi parla della sua opera più importante: essere riuscita a creare una chiesa dedicata all’adorazione dell’Eucaristia, anzitutto per la conversione dei sacerdoti.
3 – La Messa alle 6 del mattino
La sveglia è prestissimo perché c’è da andare a messa. La più partecipata è alle 6 (!) del mattino, rigorosamente a digiuno, raduna tutte le età e sono piuttosto puntuali. La corale canta e balla magnificamente e i chierichetti sono in uniforme perfetta, intonata al tempo liturgico: entrambi i gruppi non sembrano avvertire il problema dell’orario. Il senso di comunità è forte. La celebrazione è nella lingua locale, il ceceua.
4 – Al centro di ascolto Caritas
Dopo colazione, stavamo per partire ma ci viene a trovare da lontano con la nonna la piccola Trasiana. È una delle bambine dei progetti di adozione a distanza realizzati attraverso il Centro missionario. Una famiglia benefattrice ne chiedeva la foto. Fin dal lavoro indefesso di Germana Munari, continuano a tenere in un quaderno nota di tutti i beneficiati ed i benefattori. Con sister Anna andiamo poi al centro d’ascolto della Caritas parrocchiale. Qui conosco il parroco don Mathias. Il servizio della Caritas è disarmante. Nessun uomo, una cinquantina di donne, molte sono mamme, molte con figli piccoli. Anna mi racconta il dramma di tante abusate dagli uomini… Quello che si dà ad ognuna è una mescolata di farina per fare un po’ di polenta, un sacchetto con snack di soia arricchita di vitamine e un sapone. Poi Anna a qualcuna di cui conosce la storia e le necessità dà qualche soldo. Alla sera coi volontari preghiamo insieme a partire dal Vangelo del giorno. Ma io stavolta sottolineo un’altra frase di Gesù, pensando a tutte le persone povere incontrate oggi: “i figli sono liberi”. Questo il sogno del Signore per ciascuno di noi.
5 – La visita al carcere
La mattina comincia con la messa dove nel Vangelo Gesù dice: “chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me”. Sembra proprio che stia parlando di questa missione. Stamattina andremo in un carcere seguito da suor Anna, dove ci impediscono di fare foto. All’entrata i parenti che attendono di incontrare il loro caro. All’interno problemi acuti di sovraffollamento, molta giustizia sommaria e tanti incarcerati in attesa del processo. Anna ci porta a visitare la sezione con i malati di tubercolosi. Oggi grazie a lei mangeranno “fish and chips” e loro per un momento possono sorridere. La sezione è stata realizzata grazie ad un progetto di suor Anna con l’aiuto dell’8×1000 della Chiesa italiana. Poi allargato grazie ad un intervento dell’associazione Ho Avuto Sete odv. Ci rincuora scoprire che dentro il carcere c’è una scuola e una biblioteca. Suor Anna ha aiutato tanti carcerati a completare gli studi per rifarsi una vita. Usciamo da questo luogo con tanti pensieri ma anche con una certezza: anche loro sono tutti figli di Dio. Sulla strada verso casa Anna ci porta ai laboratori di falegnameria e sartoria che ha creato in parrocchia. Da pochi mesi è riuscita a coinvolgere ragazzi e ragazze svantaggiate perché sordomute. Nell’ufficio troviamo un calendario della prigione che parla di lei e un disegno del nostro Alberto Rustichelli che ritrae don Ivan e Anna insieme ai fratelli africani. (…)
7 – E’ la festa dell’Assunta
Grande giornata oggi! È perché Maria è stata Assunta in cielo! Qui sulla terra, a Lunzu in particolar modo, possiamo sperare il meglio. La giornata di sister Anna, questa per esempio, è costellata di richieste d’aiuto da ogni parte, fin dalle 7 del mattino. E per tutte e tutti sister Anna cerca una strada, magari attraverso le tante conoscenze in città. È quindi spesso col cellulare in mano (un nokia della prima generazione). E quante persone accompagna giù e su per Blantyre lei, una nonnina di 80 anni. Carità impressionante la sua. Con sister Anna andiamo a visitare la cappella che ha fatto erigere, anche con l’aiuto del nostro Centro Missionario, in onore “Nostra Signora della Chiesa Eucaristica”. Grazie al locale gruppo di preghiera di Medjugorie ora è la prima chiesa in tutto il Malawi che permette l’adorazione continua. Siamo arrivati…ed infatti abbiamo partecipato alla preghiera! Il Signore e Maria sembravano proprio aspettarci.
8 – Saluto
Parto con suor Anna per l’altopiano di Zomba, un tempo la capitale del paese. Andiamo a portare aiuti nelle carceri di quella provincia. Nel primo carcere ci accoglie una triste realtà: i detenuti stanno lavorando ma non mangiano da giorni (in una settimana solo due pasti). Lo sconforto di suor Anna è forte, perché gli aiuti portati diventano poco più che simbolici. Incontriamo nei cortili i detenuti, la scena è sempre la medesima: circa 400 uomini tenuti a sedere a forza, che attendono al sole, accolgono volentieri la sister, uno di loro esprime una preghiera spontanea, a me è chiesto di benedirli perché sono il “bambo” (prete). Poi la distribuzione: un poco di zucchero, un sacchetto di soia arricchita di vitamina, tre pesciolini, un sapone a testa (la dignità di potersi lavare), per i più malati alcune uova. Nel primo carcere il gruppo è formato dai malati di AIDS, tubercolosi o epatite. Nel secondo da persone anziane (c’era anche un detenuto di 94 anni!), nel terzo da giovanissimi, nel quarto chi ha ancora pochi mesi prima di uscire. Tanta umanità che Gesù guarda come “pecore senza pastore”. Anna è conosciuta e stimata. Una giornata lunga e intensa di incontri di volti, con il cuore che si apriva a quanti in questa situazione di prostrazione, hanno il pensiero (affatto scontato) di ringraziare. Non posso che rispondere loro commosso: “God bless you!”.