La veglia all’Ippodromo di Randwick, sabato 19 luglio


Dal cuore di Dio al cuore del mondo


Come diventare testimoni è stato il tema del Discorso del Santo Padre nella Veglia coi giovani. Diventare capaci di “vedere l’intero quadro” davanti alla frammentazione odierna e non cedere all'”utopia spirituale” di poter costruire comunità perfette o, peggio ancora, di poter “andare avanti da soli”. Queste le indicazioni di Benedetto XVI per vivere un corretto rapporto con il mondo e con la Chiesa.


Nella vigilanza e nell’ascolto di tutta la realtà, con le sue dissonanze e divisioni, è ancora possibile udire “il medesimo grido umano che anela ad un riconoscimento, ad un’appartenenza, all’unità”. A soddisfare questo anelito è proprio lo Spirito Santo.


Esso fa unità nella persona, opera conducendola al “cuore stesso di Dio. Così, quanto più consentiamo allo Spirito di dirigerci, tanto maggiore sarà la nostra configurazione a Cristo e tanto più profonda la nostra immersione nella vita del Dio uno e trino. Questa partecipazione alla natura stessa di Dio (cfr 2 Pt,1,4) avviene nello svolgersi dei quotidiani eventi della vita, in cui Egli è sempre presente”, ha ricordato.


Dal cuore di Dio al cuore del mondo, dunque: “Dio è con noi nella realtà della vita e non nella fantasia! Affrontare la realtà, non di sfuggirla: è questo ciò che noi cerchiamo! Perciò lo Spirito Santo con delicatezza, ma anche con risolutezza ci attira a ciò che è reale, a ciò che è durevole, a ciò che è vero. E’ lo Spirito che ci riporta alla comunione con la Trinità Santissima!”.


Ancora: “I doni dello Spirito che operano in noi imprimono la direzione e danno la definizione della nostra testimonianza. Orientati per loro natura all’unità, i doni dello Spirito ci vincolano ancor più strettamente all’insieme del Corpo di Cristo (cfr Lumen gentium, 11), mettendoci meglio in grado di edificare la Chiesa, per servire così il mondo (cfr Ef 4,13). Ci chiamano ad un’attiva e gioiosa partecipazione alla vita della Chiesa”.


“Lasciate che i suoi doni vi plasmino!” è stato l’invito finale. “Come la Chiesa compie lo stesso viaggio con l’intera umanità, così anche voi siete chiamati ad esercitare i doni dello Spirito tra gli alti e i bassi della vita quotidiana. Fate sì che la vostra fede maturi attraverso i vostri studi, il lavoro, lo sport, la musica, l’arte. Fate in modo che sia sostenuta mediante la preghiera e nutrita mediante i Sacramenti, per essere così sorgente di ispirazione e di aiuto per quanti sono intorno a voi. Alla fine, la vita non è semplicemente accumulare, ed è ben più che avere successo. Essere veramente vivi è essere trasformati dal di dentro, essere aperti alla forza dell’amore di Dio. Accogliendo la potenza dello Spirito Santo, anche voi potete trasformare le vostre famiglie, le comunità, le nazioni”.