Verso la giornata della scuola cattolica domenica 20 gennaio

L’educazione è un atto di speranza

Antonia Fantini


Verso la giornata della scuola cattolica domenica 20 gennaio


 


L’EDUCAZIONE È UN ATTO DI SPERANZA


Antonia Fantini


 


L’occasione della giornata diocesana della scuola cattolica, domenica 20 gennaio, è importante per ripensare agli autentici valori della cultura del nostro tempo.


Il tempo nel quale viviamo, con il suo carattere pluralistico e complesso, non presenta solo rischi da evitare: esso è favorevole a cammini nuovi, a una sfida che chiede ulteriori approfondimenti soprattutto un più incisivo protagonismo ecclesiale. La capacità cioè di un forte investimento educativo in grado di rinnovare molti percorsi, per renderli più adatti all’oggi e significativi per la vita delle persone in qualsiasi situazione esistenziale.


L’azione educativa richiede collaborazione, convergenze, alleanze che, riconoscendo e valorizzando le diverse espressioni, sostengano la responsabilità primaria della famiglia e l’opera delle comunità.


La crisi educativa di cui oggi lamentiamo gli effetti, a ben vedere, fa parte di una più ampia eclisse di verità e speranza. ‘educazione contiene tutte le caratteristiche della speranza: è desiderio della crescita delle persone, è impegno perché si realizzino le qualità migliori di ciascuno, è lavorare per il futuro senza fuggire dal presente.


Il dinamismo della speranza è quello che si lascia condurre da una visione alta della vita, dai valori di una umanità piena; è quello che non si lascia trattenere dalle fragilità umana e che sa ricominciare con coraggio.


La persona che maggiormente incarna la speranza, oggi, è proprio l’educatore. Egli per essere autentico, deve saper argomentare, persuadere, mostrare il ‘perché’, trasmettere criteri interpretatitivi della realtà. E’ evidente come l’educazione incroci anche la concezione dell’uomo, non si può educare se non alla luce di un progetto di persona e di società.


In questa impresa la scuola cattolica da sempre contribuisce alla formazione e all’educazione delle giovani generazioni.


Dire ‘scuola cattolica’ è dire ‘scuola umana e umanizzante’, aperta a tutti, disponibile ad ogni confronto e dialogo.


Per questo si auspica che la società italiana riconosca sempre più e meglio il servizio pubblico reso dalla scuola cattolica. Questa chiede di essere riconosciuta come alleata, disponibile ad affrontare le sfide educative del mondo di oggi.


Vorrei segnalare due attenzioni che ritengo significative per la qualità della proposta educativa e formativa. La prima: saper coltivare un vero e autentico senso della libertà, intesa come responsabilità delle proprie scelte e azioni che siano orientate non in senso egoistico e individualistico, ma volte a trafficare i propri talenti portando un contributo per il bene di tutti.


La seconda attenzione è questa: non indietreggiamo mai nell’affermare quei valori che definiscono la dignità della persona (penso, in particolare, alla necessità di formare al rispetto di ciascuno, di coltivare il senso della giustizia, di imparare a dialogare, a sapersi riconciliare con l’altro, di aprirsi al senso del mistero).


La qualità della scuola si misura quindi non solo sugli standard nazionali e/o europei, ma sulla capacità propositiva perché ‘ogni uomo possa essere di più e non solo avere di più, e che di conseguenza, attraverso tutto ciò che egli ha e possiede sappia sempre più essere uomo’ (Giovanni Paolo II).