La 14ª Giornata nazionale per la custodia del creato si celebrerà con due momenti distinti, organizzati dall’Ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso e dalla Consulta diocesana delle aggregazioni laicali della Diocesi di Carpi.
Il primo è l’ormai tradizionale Veglia di preghiera, prevista per domenica 29 settembre, alle 17.30, nella chiesa di Santa Chiara a Carpi, alla presenza delle Sorelle Clarisse.
Il secondo, dedicato all’informazione e alla sensibilizzazione, si terrà martedì 1° ottobre, alle 20.30, presso la Sala Duomo a Carpi, con l’intervento di Giulio Allesina, docente all’Università di Modena e Reggio Emilia, sul tema “Resistenza al cambiamento”. Tutti sono invitati a partecipare. Dal 1° al 6 ottobre, sempre presso la Sala Duomo, mostra e laboratori sull’enciclica “Laudato si’” (programma in via di definizione).
Papa Francesco: la Creazione è un progetto dell’amore di Dio
Tutela della biodiversità e attenzione ai poveri
A quattro anni dalla pubblicazione della lettera enciclica di Papa Francesco “Laudato si’” sulla cura della “casa comune”, non è cambiato molto l’approccio dei governi nei confronti dei problemi ambientali. Si svolgono periodicamente incontri, si firmano accordi mirati a rallentare il riscaldamento globale e ridurre genericamente l’inquinamento, ma mancano la volontà politica e il coraggio di azioni incisive e realmente decisive.
Ogni volta c’è una deroga di alcuni anni per raggiungere gli obiettivi concordati precedentemente, in un sistema vizioso di deresponsabilizzazione globale.
Papa Francesco ha richiamato più volte i temi ambientali come centrali per tutta l’umanità e si è appellato in particolare agli Stati, ma anche alle autorità civili e religiose: a tutti coloro che possono agire sulla cultura, sulla conversione delle coscienze. È fondamentale promuovere il tema dell’ecologia integrale, di cui si parla nella “Laudato si’” con la consapevolezza che il futuro della nostra “casa comune” dipende dalle scelte sostenibili di oggi. Come ogni anno, dal 2006 a questa parte, viene riproposta la giornata nazionale per la custodia del Creato che riporta all’attenzione i temi ecologici. Questo impegno, inaugurato dalla Chiesa ortodossa con la prima enciclica sull’ambiente dell’allora patriarca ortodosso Dimitrios I datata 1° settembre 1989, ha il merito di avere spinto i cristiani ad osservare il problema ambientale a partire dalla loro fede. La partecipazione corale di cattolici e ortodossi a questa giornata è un piccolo grande passo sia sulla strada dell’impegno a favore del creato che sulla faticosa strada dell’ecumenismo. L’incontro e il confronto sono alla base della ricerca di un bene comune, tema che riguarda tutti senza distinzione di credo o di provenienza. Con il messaggio di quest’anno “Quante sono le tue opere, Signore. Coltivare la biodiversità” i Vescovi italiani invitano le comunità a mettersi in dialogo con il territorio in cui vivono al fine di preservarne le specificità che lo contraddistinguono e a limitare le azioni che penalizzano l’ambiente e le persone che lo abitano. “Nell’enciclica Laudato si’, però, l’invito alla contemplazione della bellezza si salda con la percezione della minaccia che grava sulla biodiversità, a causa di attività e forme di sviluppo che non ne riconoscono il valore: ‘per causa nostra migliaia di specie non daranno gloria a Dio con la loro esistenza, né potranno comunicarci il loro messaggio. Non ne abbiamo il diritto’ (n.33). La logica dell’ecologia integrale ricorda che la struttura del pianeta è delicata e fragile, ma anche fondamentale per la vita della famiglia umana. In una creazione in cui tutto è connesso, infatti, ogni creatura – ogni essere ed ogni specie vivente – dispiega il suo grande valore anche nei legami alle altre. Intaccare tale rete significa mettere a rischio alcune delle fondamentali strutture della vita con un comportamento irresponsabile. Si eviti, quindi, di distruggere realtà di grande valore anche dal punto di vista economico, con impatti che gravano soprattutto sui più fragili. L’attenzione ai più poveri è condizione di possibilità per una vera salvaguardia della biodiversità”. (dal messaggio dei Vescovi “Quante sono le tue opere, Signore. Coltivare la biodiversità”).
Gruppo diocesano di preparazione della Giornata per la custodia del creato
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1 settembre 2019
Messaggio della Cei per la 14ª Giornata nazionale per la custodia del creato
Biodiversità, prezioso patrimonio da proteggere
“Imparare a guardare alla biodiversità, per prendercene cura”: è uno dei richiami della Laudato si’ rilanciati nel messaggio per la Giornata nazionale per la custodia del creato, che si celebrerà il primo settembre prossimo. Oltre all’enciclica di Papa Francesco, il riferimento del messaggio – firmato da due Commissioni della Cei – è il Sinodo che ad ottobre sarà dedicato all’Amazzonia. La Giornata è, quindi, quest’anno “un’occasione per conoscere e comprendere quella realtà fragile e preziosa della biodiversità, di cui anche la nostra terra è così ricca”. Il territorio italiano, infatti, “è caratterizzato da una varietà di organismi, a disegnare ecosistemi che si estendono dagli splendidi boschi delle Alpi fino al calore del Mediterraneo”. Al centro della biodiversità, si legge nel messaggio, “c’è uno sguardo contemplativo rivolto ad alcune aree chiave del pianeta dal bacino del Congo, alle barriere coralline, fi no alla foresta dell’Amazzonia – sedi di una vita lussureggiante e differenziata, componente fondamentale dell’ecosistema terrestre”. “Lasciarci coinvolgere in tale sguardo, per contemplare anche noi – grati, ammirati e benedicenti, come Francesco d’Assisi le creature della terra ed in particolare il mondo della vita, così vario e rigoglioso”, l’invito della Cei. “In una creazione in cui tutto è connesso – si legge ancora – ogni creatura, ogni essere ed ogni specie vivente dispiega il suo grande valore anche nei legami alle altre”. “Intaccare tale rete significa mettere a rischio alcune delle fondamentali strutture della vita con un comportamento irresponsabile”, il grido d’allarme dei Vescovi, che lanciano un appello affinché “si eviti di distruggere realtà di grande valore anche dal punto di vista economico, con impatti che gravano soprattutto sui più fragili”. “L’attenzione ai più poveri è condizione di possibilità per una vera salvaguardia della biodiversità”, la tesi del messaggio, in cui si fa presente che “la perdita di biodiversità è una delle espressioni più gravi della crisi socio-ambientale. Ed anche il nostro Paese è esposto ad essa: con dinamiche che interessano sia il mondo vegetale che quello animale, depotenziando la bellezza e la sostenibilità delle nostre terre e rendendole meno vivibili”.