‘E poiché distribuirete agli altri l’eucaristia, sappiate esercitare la carità’
Riflettendo sul mistero eucaristico, il padre della Chiesa Algero di Liegi affermava che “Sull’altare non si fa sacramentalmente Cristo, se non si fa il Cristo totale. Cioè il Cristo capo unito al suo corpo nella Chiesa”.
Queste parole aiutano anche noi a meglio comprendere la reale portata dell’Eucaristia: essa è il sacramento per il quale si entra in una comunione di amore che, mentre ci unisce a Dio, ci unisce tra noi, in modo da formare realmente quella comunità di Cristo nella quale ci si ama con quell’amore con cui egli ci ha amato (Gv 15,12).
Per questo il Vaticano II ci avverte che “La costruzione di una autentica comunità cristiana ha come radice e come cardine la celebrazione della Eucaristia, e da essa deve partire chiunque intende formare a uno spirito di comunità” (PO, 6).
Ogni celebrazione può diventare giorno per giorno la scuola nella quale si apprende l’amore di Cristo, che sacrifica e dona se stesso per ognuno di noi, tutti accogliendo e perdonando, senza farsi arrestare in questa sua donazione neppure dalla presenza in noi del peccato. Egli si comunica ad ognuno di noi perché ognuno di noi possa comunicare se stesso agli altri nell’unico amore di Cristo.
È in questo ottica di connessione inscindibile fra eucaristia e comunione e che si comprende il senso del Ministero Straordinario della Comunione che viene affidato, per i prossimi due anni, ad alcuni nostri fratelli e sorelle domenica 28 gennaio in Cattedrale.
Essi, accogliendo l’invito dei loro parroci, si metteranno a disposizione delle membra più deboli del corpo di Cristo, e portando loro la possibilità di comunicare al santo mistero dell’altare diverranno veri e propri costruttori di unità e di comunione.
L’importanza e la bellezza di tale compito, seppur mantiene un carattere di straordinarietà, richiede una costante e sempre maggiore attenzione al Dono di Dio di cui i ministri divengono portatori e della condizione di coloro ai quali tale dono è rivolto: gli anziani ed i malati, in modo speciale. Per questo la celebrazione con il mandato sarà preceduta, nella chiesa di S. Ignazio a Carpi, da un pomeriggio di riflessione e dialogo guidati da suor Cristina Cruciani, studiosa di liturgia e dalla dott.sa Annalena Ragazzoni, medico geriatra.
Questo ministero, che è un’ulteriore prova della sollecitudine della Chiesa nei confronti di tutti i fedeli, e soprattutto dei malati, degli anziani e di quanti sono impediti di partecipare alla Messa, faccia crescere anche la nostra comunità diocesana in quell’amore e nell’unità che fanno risplendere e realizzano nel tempo e nello spazio che Dio è amore.
Don Luca Baraldi