Monsignor Elio Tinti nei ricordi di quanti hanno condiviso con lui un tratto del suo ministero episcopale nella Diocesi di Carpi:
L’affetto di un padre
Ho parlato con il Vescovo Elio per l’ultima volta il giorno del suo compleanno. Era una piccola tradizione: lui mi chiamava – fino a qualche anno fa – il giorno del mio e, dopo due giorni, io ricambiavo in occasione del suo. Era stato così fin da quando ero seminarista, dal tempo in cui era diventato il nostro Vescovo e mi aveva coinvolto da vicino per collaborare con lui come aiuto nelle celebrazioni liturgiche.
Il tratto dell’attenzione personale era una delle capacità più belle che lo caratterizzavano e della quale si serviva per annunciare Gesù.
In quell’ultimo dialogo, il 14 agosto scorso, con una voce entusiasta come sempre ma anche più fragile del solito, mi ha detto alcune parole che, credo, riassumono il suo servizio ed il suo insegnamento fra noi a Carpi.
Mentre gli assicuravo che lo avrei ricordato alla sera nella Messa e lo ringraziavo per la sua paternità mi ha detto: “Grazie don Luca, – la gratitudine non mancava mai fra le sue espressioni – prega per me! Io sono tanto bisognoso e da solo non posso fare niente”.
Queste parole mi sono rimaste in testa a lungo e mi hanno fatto comprendere che l’aver riconosciuto il bisogno degli altri, di ciascuna e ognuno, era stato il motivo per cui negli anni del suo episcopato aveva cercato sempre di avvicinarsi a tutti, aveva scelto lo stile dell’affabilità ed era stato tanto paziente. E del resto non è la caratteristica del Buon Pastore quella di non rinunciare mai alla pecora perduta, uscendo ostinatamente per cercarla?
Credo che in un tempo come quello in cui viviamo, dove uno dei fenomeni più caratterizzati la nostra civiltà è il cosiddetto “ritiro sociale”, specie dei più giovani, la parabola evangelica della vita del Vescovo Elio può farci sperare di essere di più Chiesa che cerca, che include, che non fa a meno di nessuno. E questo con quello stile sereno e cordiale che fa sentire già all’aurora i raggi caldi e la luce gentile del sole mattutino di Pasqua.
Messaggio di mons. Regattieri
Impedito a partecipare ai funerali di mons. Elio perché trattenuto in un pellegrinaggio a Lourdes, sono vicino al vescovo Erio e alla comunità diocesana per la morte del vescovo Tinti. Non posso non ricordare il tempo che mi è stato concesso dalla Provvidenza in cui gli sono stato accanto in diversi servizi pastorali. Ho sempre lodato il Signore per i doni e i talenti ricevuti che egli seppe saggiamente mettere a frutto per la vita della nostra Diocesi: la incrollabile fede nelle vicende dolorose della sua vita personale in riferimento alla sua salute fisica; la generosità nel compiere il servizio di pastore spendendosi instancabilmente per il suo gregge; il tratto sempre gioviale e positivo nell’affrontare le situazioni complesse e complicate della vita pastorale; la premurosa attenzione che usava con chi gli parlava facendolo sentire sempre a suo agio. Sono spiritualmente presente alla celebrazione esequiale mentre affido il vescovo Elio alla materna intercessione di Maria.
+ Douglas
Il vescovo Douglas Regattieri presiederà la Santa Messa di suffragio nel trigesimo della morte di monsignor Elio Tinti domenica 3 novembre alle ore 18 in Cattedrale a Carpi. Nell’occasione saranno ricordati monsignor Artemio Prati, nel 20° anniversario della morte, e tutti i Vescovi defunti.
Monsignor Tinti cittadino mirandolese
Il 27 luglio 2011, con una cerimonia solenne nell’Auditorium del Castello dei Pico, alla presenza di tutte le autorità, del vescovo di Cesena-Sarsina Douglas Regattieri, e di numerosissimi cittadini, fu conferita la cittadinanza onoraria di Mirandola al vescovo Elio Tinti. La proposta, avanzata dall’allora sindaco Maino Benatti e dalla Giunta, era stata accolta all’unanimità dal consiglio comunale. “Mirandola – si legge nella motivazione dell’onorificenza – ha vissuto in tante occasioni la forza, l’entusiasmo, la serietà dell’impegno e l’esempio di monsignor Tinti. La sua è stata una vicinanza al territorio che si è manifestata con una costante presenza, ma anche con parole sempre appropriate e con un sorriso contagioso”.
Marinella Pantaleoni
La sua presenza, un dono
Prendo spunto dal video dell’intervista di don Gildo Manicardi, in cui ha parlato dell’esperienza di monsignor Elio Tinti come insegnante all’Istituto magistrale Laura Bassi di Bologna. E’ stato lì che l’ho conosciuto. Ci ha fatto vivere esperienze molto belle come l’organizzazione del coro per la messa di Pasqua. Ritenni un grande dono la sua venuta come vescovo a Carpi, ma mai mi sarei aspettata che mi avrebbe accompagnato lungo il cammino verso la consacrazione nell’Ordine delle vergini. E’ stato un padre sempre premuroso e attentissimo ai miei desideri nella preparazione del rito. Ringrazio il Signore per la sua preziosa presenza e per l’affetto che è continuato anche dopo la sua partenza dalla nostra diocesi.