OMELIA MESSA ESEQUIALE PER MONS. A. PRATI

Il Saluto iniziale di S.E. Mons. Elio Tinti, vescovo di Carpi

“La preghiera, che in questi giorni è stata assidua e intensa attorno alla salma del nostro Vescovo emerito Mons. Artemio Prati, trova ora il punto culminante, in questa solenne Celebrazione eucaristica”. Con queste parole monsignor Tinti ha accolto i concelebranti, le autorità e i numerosi fedeli che hanno voluto portare il loro ultimo saluto al vescovo Artemio. Giorni di preghiera, da sabato 6 marzo quando il feretro è giunto a Carpi nella camera ardente allestita in Seminario, fino all’ultimo percorso verso la Cattedrale. La messa presieduta dal Vescovo sabato sera è stata nella semplicità e nel raccoglimento un tributo di gratitudine, poi il Rosario recitato la domenica. Tante persone a rendere personalmente omaggio al Pastore amato e amabile che in trent’anni ha seguito gioie e sofferenze di un popolo.
“La Chiesa di Carpi, ha proseguito monsignor Tinti, qui presente col Presbiterio e con tutte la sue componenti nella ricchezza di ministeri, doni e carismi di cui lo Spirito l’ha dotata e dei quali Mons. Prati fu animatore, ringrazia il Santo Padre Giovanni Paolo II per la premurosa e affettuosa benevolenza con cui ha voluto inviare il Suo messaggio: “Appresa la mesta notizia della scomparsa dell’Ecc.mo monsignor Artemio Prati, vescovo emerito di Carpi, il Sommo Pontefice assicura la sua spirituale partecipazione al lutto che colpisce la diocesi e ricordando la generosa testimonianza sacerdotale del compianto presule come pure l’esemplare dedizione al popolo di Dio a Lui affidato implora dal Signore il premio eterno per l’anima zelante di pastore e imparte nella fede della risurrezione in Cristo a Vostra Eccellenza e ai presenti al rito funebre confortatrice benedizione apostolica. Cardinale Angelo Sodano Segretario di Stato”.

Poi il ringraziamento ai Vescovi intervenuti e a quelli che hanno voluto manifestare partecipazione e vicinanza al dolore della diocesi. “La Chiesa di Carpi accoglie e ringrazia S.E. Mons. Carlo Caffarra Arcivescovo di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale Regionale che presiede questa solenne liturgia e gli Eccellentissimi Vescovi che concelebrano Mons. Benito Cocchi Arcivescovo di Modena-Nonantola, S.E. Mons. Santo Quadri Arcivescovo emerito di Modena- Nonantola, Mons. Paolo Gibertini Vescovo emerito di Reggio Emilia, Mons. Luciano Monari Vescovo di Piacenza, Mons. Luigi Bertagna segretario Pontificio Consiglio per l’interpretazione dei testi legislativi, Mons. Bassano Staffieri Vescovo di La Spezia- Sarzana – Brugnato, Mons. Giuseppe Verucchi Arcivescovo di Ravenna, Mons. Maurizio Galli Vescovo di Fidenza, Mons.Ernesto Vecchi Vescovo ausiliare di Bologna, Mons. Antonio Lanfranchi Vescovo di Cesena – Sarsina e i Vicari Generali delle diocesi di Parma e di Reggio Emilia.
Sono vicini a noi spiritualmente e hanno inviato messaggi di cordoglio gli Em.mi Cardinali Camillo Ruini Presidente della CEI, Luigi Poggi ed Esilio Tonini e gli eccellentissimi Vescovi Mons. Giuseppe Betori Segretario della CEI, Mons. Alessandro Maggiolini Vescovo di Como, Mons. Loris Francesco Capovilla Arcivescovo Emerito già segretario di Papa Giovanni XXIII e Mons. Luigi Amaducci Arcivescovo emerito di Ravenna”.

Presenti anche i rappresentanti delle Amministrazioni dei Comuni della diocesi con i gonfaloni e delle forze dell’ordine. A loro monsignor Tinti ha rivolto un cordiale indirizzo di saluto: “Accogliamo con gratitudine il sincero omaggio delle Autorità civili e militari della nostra Città e della nostra Diocesi, che, con la loro presenza, ci testimoniano i nobili sentimenti di stima per il compianto Vescovo e per la sua opera nella nostra società e delle delegazioni della Comunità parrocchiale di Pontenure e della parrocchia di Pignano di Ragnogna in Friuli. Nella certezza della fede, siamo consapevoli di essere uniti non con un morto, ma con chi è entrato nella vita definitiva, nella gioia del Signore, in attesa soltanto di riavere nella resurrezione finale, trasfigurato, anche il suo corpo. E’ fonte e garanzia di questa felicità eterna e della resurrezione del corpo, la morte e la resurrezione di Gesù, che ora il Signore dilata con la sua grazia a tutti noi e all’anima di Mons. Prati che preghiamo vivamente sia accolta nella gloria e nella luce del suo Paradiso”.
Al termine delle esequie, in un clima quasi familiare, monsignor Tinti ha accompagnato anche l’ultimo passaggio del vescovo Artemio, il momento forse più toccante, quello della sepoltura in Cattedrale accanto agli altri Vescovi che l’hanno preceduto nel ministero Pranzini e Dalla Zuanna. Un’altra Pietra Viva a fondamento della Chiesa di Carpi.


Mons. Carlo Caffarra, Arcivescovo di Bologna

“E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato”. Compiendo il pietoso dovere del suffragio cristiano per il nostro fratello il Vescovo Artemio, siamo intimamente consolati dalla parola del Signore. Essa infatti ci rivela l’intenzione, il progetto salvifico del Padre nei confronti dell’uomo: non perdere nulla di quanto appartiene al Cristo. È una salvezza che non viene sconfitta neppure dalla morte. Questa è meno forte della nostra appartenenza al Signore, come ci ha ricordato anche S. Paolo: “sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore”.
L’appartenenza a Cristo è posta in essere in ciascuno di noi dal Battesimo e portata a perfezione dall’Eucarestia. Chi mangia infatti del pane eucaristico vivrà in eterno, poiché esso è la carne di Cristo offerta per la vita dell’uomo.
Ma il nostro fratello, il vescovo Artemio, è stato legato a Cristo da un altro vincolo di appartenenza: il carattere episcopale, che rende il battezzato partecipe in pienezza del servizio redentivo che è l’opera di Cristo. Come insegna il Concilio Vaticano II, in mezzo ai credenti è presente il Signore Gesù Cristo, pontefice sommo, nella persona dei vescovi assistiti dai presbiteri” [Cost. dogm. Lumen gentium 21,1; EV1/334].
La presenza del Signore Gesù in mezzo a voi, carissimi fedeli di Carpi, nella persona del vescovo Artemio, ebbe alcune caratteristiche, che giova ora ricordare.
Fu un ministero episcopale durato a lungo. Egli resse questa Chiesa per trent’anni. Quale grande insegnamento ci viene da questo dato all’apparenza insignificante! È il segno di una fedeltà, di un’affezione a questa Chiesa, di una dedizione non misurata.
Fu un ministero coevo e coestendivo ad uno dei momenti più grandi e drammatici nella storia della Chiesa: la celebrazione del Concilio Vaticano II e la sua attuazione. Il grande Vescovo di Milano, Ambrogio, scrivendo ad un suo confratello Vescovo dice: “hai ricevuto il sacerdozio e, stando a poppa della Chiesa, tu guidi la nave sui flutti. Tieni saldo il timone della fede in modo che le violenti tempeste di questo mondo non possano turbare il suo corso” [Lett. 2,1; PL 16, 847]. Sono stati momenti difficili per la Chiesa. Il nostro fratello Vescovo Artemio, per trent’anni è stato a poppa di questa Chiesa, guidandola con una grande saggezza sui flutti. Egli infatti ha sempre tenuto saldo il timone della fede attraverso una cura pastorale attenta.
A questa egli era stato preparato dal ministro pastorale parrocchiale, svolto in Salsomaggiore Terme. Alunno del Seminario Vescovile di Fidenza, conservo ancora vivo il ricordo dei giorni della sua consacrazione episcopale e del suo ingresso in questa Chiesa: ricordo di un parroco buono, umile e vicino alla sua gente.
Carissimi fedeli, affidiamo il nostro fratello, il Vescovo Artemio, all’infinita misericordia del Padre. Il suo ministero non è passato invano. Esso, come il ministero di ogni Vescovo, si inserisce dentro all’evento misterioso e mirabile della “Traditio Ecclesiae”, della Tradizione della Chiesa, questo fiume di verità e di grazia che ha la sua sorgente in Cristo, e porta la vita ad ogni generazione. Il nostro fratello Vescovo ha arricchito questa tradizione, la tradizione di questa Chiesa, per sempre. È per questo che la parola di Dio ci ammonisce: “ricordatevi dei vostri capi, i quali vi hanno annunziato la parola di Dio; considerando attentamente l’esito dal loro tenore di vita, imitatene la fede. Gesù Cristo è lo stesso: ieri, oggi e sempre ” [Eb 19,7-8].
+ Carlo Caffarra