Il vescovo a Concordia nella festa della Conversione di San Paolo

Omnia in Christo


In occasione della festa del Patrono di Concordia, nel giorno della Conversione di San Paolo, una chiesa gremita, come da tradizione, ha accolto il vescovo monsignor Elio Tinti per una celebrazione che, in quest’anno dedicato alla figura dell’Apostolo delle genti, ha assunto una valenza particolare.


Presenti le autorità civili, militari e scolastiche del comune, oltre a molti sacerdoti, ministranti e tanti fedeli.



“Omnia in Christo” è il motto del nostro Vescovo, che con il calore delle sue parole ha nuovamente scaldato l’assemblea. Durante l’omelia ha spiegato come sia urgente in ciascuno un’autentica conversione così da poter dire, con l’Apostolo delle genti, “non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me!”. Questa nuova prospettiva di vita, nella quale ogni gesto, anche comune e quotidiano, è vissuto alla luce della fede in Cristo, è possibile, ha continuato il Vescovo, solo se abbiamo davvero incontrato Gesù, se Gesù è diventato un evento nella nostra vita. Come San Paolo è stato disarcionato da cavallo, anche per noi è possibile vivere una fede autentica e “convertita” a partire da questo incontro: Omnia in Christo.


In questa prospettiva, nell’ambito delle celebrazioni diocesane dell’Anno Paolino, è stato anche possibile ai fedeli ottenere l’indulgenza concessa dal Santo Padre ai pellegrini che si recano in preghiera nei luoghi di culto paolini.


Concordia è davvero molto legata al suo Patrono: è sempre significativo vedere ogni anno il 25 gennaio tanti fedeli riuniti in preghiera, attorno al proprio parroco, successore dell’apostolo. Al momento dell’offertorio le autorità comunali hanno portato all’altare un prezioso vassoio con un’incisione relativa alla città di Concordia. Nel suo saluto, il sindaco Carlo Marchini ha ringraziato il Vescovo, il parroco don Franco Tonini e l’intera parrocchia per la collaborazione e per la testimonianza dei valori che, in momenti di crisi come quelli che il Paese sta attraversando, diventano baluardi di sicurezza per tutti, specie per i più poveri e indifesi. Alla celebrazione liturgica ha fatto seguito il pranzo comunitario alla Sala Splendor.


A cura di Silvia Pignatti