Il bilancio del Tavolo diocesano che ha predisposto il programma per l’edizione 2022 dei festeggiamenti in onore di San Bernardino da Siena. Già si pensa al 2023
di Matteo Casalgrandi
Si sono concluse le celebrazioni legate alla festa di San Bernardino da Siena, patrono della diocesi e della città di Carpi. A curare la promozione e lo sviluppo della “festa” di quest’anno è stato il Tavolo diocesano animazione culturale San Bernardino che ho avuto l’onore di coordinare affiancando il vicario generale mons. Gildo Manicardi.
E’ stata un’esperienza culminata, finalmente, in tanti momenti di preghiera, socialità, cultura, riflessione che ci hanno visti di nuovo fisicamente assieme come comunità cittadina e diocesana dopo le tribolazioni pandemiche degli anni scorsi. Certo, alcuni strascichi ancora li portiamo con noi: c’è una fatica generalizzata a riprendere le attività pastorali di più ampia portata. Lo sappiamo, e impareremo anche a conviverci. Uno degli obiettivi del Tavolo è stato infatti quello di offrire occasioni di diverso livello e profondità, per permettere a chi lo volesse di lasciarsi coinvolgere da differenti proposte. Siamo quindi molto soddisfatti di avere creato nuove occasioni per i nostri concittadini e diocesani.
Alla scuola dei Santi
Il cuore della festa è stata la messa solenne presieduta dal Cardinale Gualtiero Bassetti, preceduta dai momenti di preghiera e devozione al Santo, a cui Carpi si rivolge come protettore da quasi quattro secoli. E’ sempre particolare percorrere questi venti giorni del Calendario proprio diocesano sulle tracce dei nostri Santi: San Possidonio il 16 maggio, San Bernardino il 20 e la memoria del Beato Odoardo il 6 giugno. San Possidonio è stato ricordato nelle celebrazioni nell’omonima località dal Vicario generale e in Duomo a Mirandola. La memoria del Beato Odoardo invece è stata l’occasione per rendere lode al Padre e invocare il dono della Pace tra di noi e sulla terra, uno dei motivi per cui Odoardo ha offerto la vita. Nella celebrazione in Cattedrale del 6 giugno c’è stato modo di conoscere meglio tre Santi canonizzati il 15 maggio a Roma da Papa Francesco. Si tratta di San Luigi Maria Palazzolo, fondatore delle Suore delle Poverelle presenti a Limidi e a Quarantoli; Santa Maria Domenica Mantovani, fondatrice delle Piccole Suore della Sacra Famiglia attive nella parrocchia di San Francesco a Carpi e presso la Caritas; San Daivasahayam Lazzaro Pillai, laico e primo martire della Chiesa di Cochin (Stato del Kerala, India), da cui provengono cinque sacerdoti attualmente in servizio nella Diocesi di Carpi.
A dieci anni dal sisma
Il decennale del terremoto ha caratterizzato queste celebrazioni patronali nel mese di maggio 2022, convegni e celebrazioni che ci portano oltre l’epoca sismica, con due essenziali lasciti per la nostra diocesi: il primo è l’impegno di memoria per le vittime. Vissuto solennemente nelle celebrazioni di San Giacomo Roncole e Rovereto del 29 maggio scorso presiedute dal Vescovo Erio, sicuramente sarà più sobrio negli anni a venire ma non potrà mai mancare. La stele eretta alcuni anni fa dalla Chiesa di Carpi nell’area verde della parrocchia di San Giacomo è un segno di questo impegno.
Ricostruzione tenace
Il secondo lascito è quello di una ricostruzione che proseguirà in modo tenace come scritto dall’arch. Sandra Losi, direttrice dell’Ufficio patrimonio immobiliare diocesano, nel documento allegato alla mappa della situazione delle chiese del territorio presentato il 28 maggio durante il convegno “Terremoto e pandemia – ricostruzioni e strutturazione del futuro”. Una ricostruzione tenace che mirerà a completarsi e che non tralascerà angoli di territorio, ma sarà anche doverosamente intelligente e proiettata verso le esigenze pastorali future, con la consapevolezza più matura di ciò che oggi siamo come cristiani nel territorio diocesano. Ciò sarà possibile solo continuando a dialogare ed interrogarsi, coinvolgendo le esperienze del passato nella generazione del futuro, cercando di comprendere le sfide di oggi. Un esempio notevole da questo punto di vista è stato il convegno svoltosi a Mirandola il 2 giugno dal titolo “Terremoto e pandemia – sfide e atteggiamenti maturati. Convegno sulla crescita umana”. Legata al decennale del sisma poichè scaturita dalla visita di Papa Benedetto XVI alla diocesi è stata anche la mostra video-fotografi ca “I Papi e la Chiesa di Carpi” allestita per oltre un mese in Cattedrale che ha suscitato non pochi ricordi ed emozioni nei visitatori. Anche Rovereto ha ricordato con affetto la circostanza unica della visita papale domenica 26 giugno con la santa messa presieduta dal vescovo monsignor Francesco Cavina, una mostra fotografi ca (a cura del Gruppo Storico Carpi-Novi) e l’inaugurazione di una lapide a memoria di quell’evento.
I giovani e la festa
Il Tavolo diocesano, con diversi aiuti e collaborazioni, ha voluto poi dare un piccolo contributo per offrire proposte per i giovani come l’incontro con il sacerdote- influencer don Alberto Ravagnani del 7 maggio e la Festa in centro storico del 21 maggio dal tema “Costruttori di pace” seguita da un bellissimo concerto a più attori in Cattedrale “Dove finisce l’arcobaleno”, a sostegno dell’accoglienza dei profughi ucraini tramite i progetti della Caritas Diocesana di Carpi. Per il futuro si ripartirà aprendosi all’ascolto della comunità diocesana, per intercettare proposte e suggerimenti. C’è la consapevolezza che l’aspetto di “festa” dovrà tornare ad essere evidente e partecipato, per quanto possibile il Tavolo si articolerà in questo senso per arricchire le nostre piazze di eventi ludici e ricreativi nei giorni immediatamente vicini al 20 maggio.