Sulle orme di Francesco

Giubileo degli adolescenti: un centinaio i partecipanti dalla Diocesi di Carpi. L’incontro con il vescovo Erio

di Virginia Panzani

Fra i duecentomila giovani da oltre 120 Paesi del mondo presenti a Roma per il Giubileo degli adolescenti dal 25 al 27 aprile, c’erano anche 902 ragazzi e ragazze delle Diocesi di Modena-Nonantola e di Carpi. Oltre un centinaio i pellegrini carpigiani, di cui 57 da diverse parrocchie in particolare giovanissimi di Ac e scout e guide Agesci – che hanno partecipato ai tre giorni, e una cinquantina giunti domenica 27 con il pullman organizzato dalla parrocchia della Cattedrale. Erano presenti educatori, accompagnatori e sacerdoti, fra cui Simone Ghelfi, direttore della Pastorale giovanile diocesana, don Massimo Dotti, parroco della Cattedrale, don Francesco Cavazzuti e don Severin Ngueliassi, vicari parrocchiali di Mirandola.

Porta Santa in San Paolo fuori le Mura
Per la concomitanza con il funerale di Papa Francesco, il programma del grande evento è stato modificato – rinviata la canonizzazione del Beato Carlo Acutis e annullata la festa al Circo Massimo – mantenendo però gli altri appuntamenti in programma come la Via Lucis e la Messa di domenica 27 in piazza San Pietro, presieduta dal cardinale Parolin in suffragio del Santo Padre.

Momento particolarmente significativo, oltre che suggestivo, come sottolinea Simone Ghelfi, è stato l’incontro dei 900 presso la Basilica di San Paolo fuori le Mura nella serata di sabato 26, per il passaggio della Porta Santa. “In un primo momento il programma prevedeva che passassimo la Porta Santa di Santa Maria Maggiore, cosa che per evidenti motivi non abbiamo più potuto fare. Provvidenzialmente, tramite una serie di contatti – sottolinea – siamo riusciti ad ottenere di poter attraversare la Porta Santa in San Paolo fuori le Mura. Di più: la basilica, dopo la chiusura alle 19, è stata messa interamente a disposizione del gruppo modenese. I nostri ragazzi hanno così compiuto il loro pellegrinaggio giubilare, nella bellezza di questo luogo, varcando la Porta Santa in un clima di silenzio e raccoglimento”.

Catechesi del Vescovo: i temi cari al Papa
Qui in San Paolo si è tenuto inoltre l’incontro con il vescovo Erio Castellucci che ha tenuto una catechesi “ad hoc” per i ragazzi, creando un acrostico dalla parola Giubileo per trattare alcuni dei temi ricorrenti del magistero di Papa Francesco. “G come gioia, ovvero la gioia del Vangelo, Evangelii Gaudium, dal titolo della prima esortazione apostolica del Santo Padre, vale a dire la profonda consapevolezza di essere amati da Dio – ricorda Ghelfi -. I come ironia, un tratto tipico della sua personalità che ne ha sempre accompagnato l’insegnamento e i rapporti umani. Ecco allora U come umanità: Francesco ha rappresentato tutta l’umanità, si pensi all’immagine indimenticabile di lui da solo in piazza San Pietro a pregare durante la pandemia. B come bombe, la sua profetica intuizione della ‘terza guerra mondiale a pezzi’, ma anche l’incessante appello per la pace fino all’ultimo”. Ha proseguito, poi, don Erio con “I come intelligenza – riferisce Ghelfi – perché il Papa ha saputo unire la sua grande cultura alla profonda capacità di leggere nell’interiorità delle persone che avvicinava. L come libertà, Francesco era un uomo libero, che ha saputo dire le cose anche quando potevano risultare scomode. Infine, E come educazione, un tema a lui molto caro, e O come ospedale da campo ad esprimere la sua, anche qui, profetica visione di Chiesa”.

Un po’ di fatica, ma ne è valsa la pena
Aggiunge, infine, Ghelfi un commento sulla partecipazione dei ragazzi che ha accompagnato: “nella loro prospettiva di giovanissimi, hanno saputo cogliere la ‘storicità’ dell’evento che hanno vissuto, la concomitanza con l’ultimo saluto al Pontefice in un luogo universale come Roma. Poi, hanno capito il significato del loro essere lì, non una gita, ma un pellegrinaggio che ha richiesto anche di sapersi adattare alla fatica, al lungo camminare e alle scomodità, si pensi che dormivamo in una tendopoli da 2mila posti, in tende da 150 letti ciascuna, alla Cecchignola. Credo – conclude – che anche questo sia stato una esperienza importante dal punto di vista educativo”.