Una ricca estate di campi diocesani proposti per approfondire i contenuti della fede e crescere nella speranza
Primo campo Adulti
Come da alcuni anni a questa parte sono due i campi diocesani proposti dal settore Adulti. Il primo, della durata di una settimana e che si è svolto a Falcade (Belluno), ha avuto come tema “Tu mi hai preparato un corpo”, citazione dalla lettera agli Ebrei (10,5). Assai opportunamente nella relazione introduttiva dell’assistente generale don Carlo Bellini riecheggiava il principio secondo cui verità, bellezza, bontà e dinamismo delle creature rifulgono soprattutto nella creatura umana e anche il corpo dell’uomo è buono e degno di onore. Cristo che ha offerto il suo per la nostra redenzione, ne ha fatto lo strumento vivo della nostra più intima comunione con Lui. Un triplice ordine di interventi affidati a don Callisto Cazzuoli, a Maria Laura Mantovani e a Valeria Canè, ha offerto una riflessione sulla vita e la testimonianza di tre fedeli recentemente canonizzati: Albino Luciani (Giovanni Paolo I), Clelia Barbieri e Pier Giorgio Frassati. La scelta di presentare le figure di un Papa e di due semplici fedeli conferma l’intento di riflettere sull’universale vocazione alla santità nella chiesa. Impressiona la distanza – per età, condizioni sociali, cultura, teologia, ecc. – tra Albino Luciani, salito al soglio di Pietro, e la giovanissima Clelia Barbieri, vissuta per pochissimi anni. La chiamata alla perfezione, che ha la stessa natura di quella del nostro Padre celeste, è rivolta a tutti e, dunque, possibile a tutti, a prescindere dalla propria condizione e missione. Tutti poi ricevono lo Spirito, elargitore della grazia che produce frutti. Tutti poi commettono molti errori, purtuttavia, la possibilità di diventare santi resta integra, per il Sommo Pontefice come per l’ultimo fedele, sino alla fine di questa vita terrena. Un forte stimolo all’impegno missionario è provenuto infi ne dall’intervento di suor Angela Bertelli, in procinto di rientrare, nonostante sopraggiunti problemi di salute, alla Casa degli Angeli di Bangkok in Thailandia: ha invitato i partecipanti a collaborare nel tentare di rendere il campo un’esperienza il più possibile “agapica”, cioè, fondata su quello che San Paolo definiva l’amore cristiano (Agape), il dono primo e più necessario, con il quale amiamo Dio sopra ogni cosa e il prossimo per amore di lui.
Secondo campo Adulti
Il secondo mini-campo del settore Adulti si è trattato di una tre giorni a Bellaria- Igea Marina (Rimini) per riflettere sul tema della relazione tra Corpo e Partecipazione. Una prima novità è stato lo svolgimento dei momenti di preghiera, guidati dal nostro assistente generale don Carlo Bellini, seduti su un tappetino da yoga alla (ri)scoperta della partecipazione del corpo nell’azione orante (che spesso invece tendiamo a rendere troppo intellettualistica o a riempire di parole). Tanti gli argomenti introdotti: sicuramente a farla da padrone la voglia di rivedersi, condividere gioie e fatiche con gli amici, forse possiamo dire un desiderio di sentirsi e viversi come comunità, riunita dalla Parola del Signore, accomunata dal tentativo di compiere un cammino alla Sua sequela, nella Chiesa. Ed ecco che, senza neanche saperlo, ci siamo ritrovati già dentro il tema scelto: ovvero “corpo e partecipazione”. Il campo si è aperto con la visita al borghetto di Santarcangelo di Romagna, dove siamo stati accolti dall’ospitalità di un monastero francescano, e con la visione del film “Perfect days”. La comunione ecclesiale al campo ha raggiunto poi il suo massimo con l’intervento di don Andrea Andreozzi, vescovo della vicina diocesi marchigiana di Fano, che parlando della Chiesa, ci ha dato un’altra immagine da affiancare (o forse da sovrapporre) a quella tradizionale di corpo mistico: ovvero corpo misto, mescolato, corpo in cui grano e zizzania devono essere lasciati convivere e crescere perché ciò che porta davvero frutto possa maturare. Infine, nel momento assembleare conclusivo, don Carlo ha presentato un percorso che ha toccato alcuni temi assolutamente non banali. È il caso, ad esempio, della risurrezione, con quel dualismo tra anima e corpo frutto anche del percorso storico e culturale di tutto il cristianesimo, che talvolta disorienta. La perdita dei nostri cari, il non averli più con noi ci sconvolge, nonostante la fede ci dica che la resurrezione è una promessa del Signore Gesù, che lui stesso anticipa. Senza temere, allora, si deve continuare ad approfondire i contenuti del nostro credere, a crescere nella speranza offrendola agli altri in un annuncio che sappia intrecciare la nostra fede con le domande sulla vita, sulla Chiesa e sulla comunità civile che possiamo costruire nel prossimo futuro.
Giovani e giovanissimi
Infine, i due campi del settore Giovani, il primo per giovani e giovani-adulti (dai 18 ai 30 anni) e il secondo per i Giovanissimi (dai 14 ai 18 anni), hanno affrontato il tema della spiritualità. I giovani e i giovanissimi sono partiti da alcune domande centrali per la loro vita, come “cos’è la nostra spiritualità? Cosa ci anima? Che ruolo ha il Signore in tutto ciò?”, e hanno provato a darsi delle risposte signifi cative attraverso lavori di gruppo, assemblee e altri bei momenti di riflessione, come la veglia di preghiera o il momento di deserto a 2000 metri. Un momento molto significativo del campo è stata poi la visita al monastero delle clarisse di Borgo Valsugana, dove hanno ascoltato la testimonianza di suor Maria Chiara, un esempio di spiritualità profonda. Da segnalare la freschezza portata dai e dalle neoG (ossia i 18-20enni), che hanno animato le serate, infondendo una buona dose di carica anche ai più “vecchi”.
Roberto Cigarini, Rebecca Grazian, Dino Maiolani, Elena Michelini e Arianna Righi