Il vero “essenziale”
La riflessione del vescovo Erio Castellucci alla Veglia Missionaria diocesana, tenutasi lo scorso giovedì 23 ottobre a San Felice sul Panaro, si è soffermata sulla dicotomia superfluo-essenziale tenendo lo sguardo rivolto alla speranza.
“Essenziale” per vita dell’uomo è certamente la speranza, senza di essa non c’è progettualità verso il futuro, né sogni da realizzare, esserne privi significa ripiegarsi in se stessi, non progredire. Se lasciamo spegnere la speranza di fatto la vita si ferma. L’unico modo per ravvivare la sua luce è mettersi alla ricerca di ciò che è “essenziale”. Gesù ci insegna che l’essenziale non è né il “superfluo” né ciò che noi sentiamo come “utile”: “Non portate borsa, né sacca, né sandali…” (Lc 10,4), ci sollecita a lasciare certe nostre sicurezze per andare incontro all’essenziale che è ciò che aiuta a vivere e si palesa nell’agire di Dio.
Ricordando il viaggio in Amazzonia dell’estate scorsa, don Erio ha raccontato della ricchezza rigogliosa della natura; le acque imponenti, la vegetazione lussureggiante, in quel luogo ha potuto constatare la “sovrabbondanza” dell’opera di Dio. Tale “sovrabbondanza” non è certamente “superflua”, al contrario è “essenziale” per questa terra e per noi uomini che l’abitiamo. La desertificazione progressiva dell’Amazzonia ci priva dell’“essenziale”, ci toglie l’ossigeno. Questa parte mancante è come un tumore nel polmone verde del mondo. Ciò che ci ha donato il Signore non è superfluo.
Si può pensare che ci siano tante cose superflue nell’agire di Dio secondo il criterio del profitto, di una mentalità utilitaristica: le stelle, i pianeti, ma non è così, noi viviamo nella biosfera che è l’impronta dell’agire
rigoglioso di Dio. La sovrabbondanza che ci ha donato il Signore è lo stile di Dio e non è superfluo. Lo stile di Dio, nella creazione e redenzione, si rivela nella gratuità di ciò che è essenziale che ci viene dato in dono.
L’esperienza di Gloria Guerra e Matteo Orlandi intervenuti alla Veglia – , testimoni dei due anni vissuti in Brasile a Belo Horizonte, non è stata “utile”, ma nemmeno superflua, è stata una esperienza di gratuità, per questo è stata essenziale per loro e ha portato speranza. Chi dona gratuitamente fa crescere la speranza.
Gli apostoli sono stati inviati da Gesù non nell’ottica dell’utile, o del superfluo, ma con lo stile della gratuità. Allo stesso modo i missionari donano parte della loro vita, gratuitamente, ad altre persone. La gratuità va a cercare l’incontro con le persone, a differenza del superfluo e dell’utile vuole conoscere i volti di ognuno di noi e questo accende la speranza. Il Vescovo ha concluso ringraziando il Signore perché ci ha donato la “formula della speranza” che consiste nella sovrabbondanza del dono, nella ricchezza, nella gratuità, che sono in grado di nutrire ogni nostro giorno di ciò che veramente è essenziale.
Gloria Guerra e Matteo Orlandi






