Questo articolo scritto da Giorgia Bacchettini e Giammarco Lancellotti, studenti della 3T del liceo Fanti di Carpi, descrive il percorso di Pcto (Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento) fatto dalla classe sul tema: “Vivere gli ideali, la comunità di Nomadelfia tra utopia e realtà” in cui hanno studiato e approfondito l’esperienza della comunità di Nomadelfia. Gli studenti, poi, sono stati ospiti a Nomadelfia nei giorni 28 e 29 marzo e per entrare concretamente in questa realtà, hanno anche preparato delle lezioni da effettuare nelle tre classi delle materne ed elementari della scuola interna dove hanno trattato il tema del dono partendo dell’antropologia di Malinowski.
La curiosità parte al Fanti
All’inizio dello scorso ottobre un gruppo di ragazzi provenienti da Nomadelfia sono venuti al liceo Fanti di Carpi per intraprendere un progetto con alcuni studenti della scuola, che mirava a far conoscere la comunità dalla quale provenivano. Tutto ciò, però, si è spinto oltre poiché gli studenti del liceo fin da subito si sono mostrati molto interessati ai racconti di ciascun ragazzo. Forse più curiosi che affascinati hanno continuato a fare domande cercando di capire quella misteriosa realtà che pareva loro tanto lontana. Al termine del progetto, nel momento di svago, prima che i nomadelfi ripartissero per tornare verso casa, inaspettatamente si è iniziato ad instaurare un vero e proprio rapporto di amicizia tra i ragazzi. Ciò ha portato nei giorni successivi ad una volontà generale di rincontrarsi da ambe le parti. Viste le numerose richieste la professoressa Raffaela Cardo nei mesi successivi, con tanto sforzo e impegno, è riuscita ad organizzare un progetto di Pcto, che permetteva ai ragazzi della 3T di poter soggiornare due giorni e una notte a Nomadelfi a e quindi rivedere gli amici salutati tanto tempo prima.
Due realtà a confronto
Nei giorni precedenti alla partenza i ragazzi erano scettici al pensiero di subentrare, anche se per così poco tempo, all’interno di una visione di vita che pareva apparentemente tanto lontana dalla loro. Arrivati a Nomadelfia si sono trovati catapultati in una realtà bizzarra, sconosciuta, ma allo stesso tempo piacevole. Gruppi di case molto semplici con vari spazi in comune erano immerse nella natura. Dopo un breve giro di perlustrazione e una spiegazione sui punti di riferimento del luogo, sulla storia e sul funzionamento della comunità i ragazzi sono stati smistati all’interno delle famiglie. Questo ha permesso loro di capire il vero significato del vivere in collettività. Infine relazionandosi, soprattutto l’ultima sera, con i propri coetanei, i ragazzi hanno avuto modo di scambiarsi tradizioni, pensieri e modi di vivere la vita. Notando che poi non vi era tanta differenza. Questo ha portato a creare un clima favoloso, che ha permesso ai ragazzi di ballare, mangiare, scherzare e divertirsi tutti insieme. Tanto che alla ripartenza è avvenuta nuovamente la promessa di rincontrarsi.