Il messaggio dei Vescovi come invito e monito ad “aprire le porte” all’esistenza
“Aprite le porte alla vita”: è questo il titolo e tema del Messaggio dei Vescovi per la 42ª Giornata per la Vita che si celebra il 2 febbraio. I Vescovi ci invitano a “riconoscere e valorizzare ogni differenza”, anche quelle più scomode, al fine di sapere trasformare le difficoltà, le prove, le crisi, in opportunità per dare un senso nuovo all’esistenza.
Quell’“aprite le porte alla vita” suona dunque come un invito e al tempo stesso come un monito, in un momento storico in cui il nostro Paese è caratterizzato dall’invecchiamento della popolazione, aggravato dalla progressiva denatalità. Una recente ricerca dei demografi afferma che tutto sembra essere cambiato, detonato improvvisamente, con la Crisi del 2008, dopo lo scoppio della bolla immobiliare e il fallimento della Lehman Brothers, per il logoramento delle condizioni economiche, ma soprattutto a causa di quella condizione di insicurezza verso il futuro e di precarietà che si è abbattuta sulle nuove generazioni.
A questi giovani che si sono trovati a fare i conti con le macerie della prima globalizzazione, Papa Francesco ha rivolto diversi appelli accorati, anche usando parole di forte impatto: “Abbiate il coraggio di scelte definitive”, “non fatevi rubare il futuro”, “abbiate il coraggio della felicità”. Il problema è che chi ha “rubato” il futuro ai giovani non è in grado di restituirlo, perché sul banco degli imputati non c’è solo la generazione degli adulti, i fi gli del baby-boom o i loro predecessori, ma un’intera cultura e una visione del mondo. Ed è al confronto con questo ostacolo che sembrano riferirsi i richiami del Pontefice, quando ad esempio parla di “una società spesso ebbra di consumo e di piacere, di abbondanza e lusso, di apparenza e narcisismo”.
Obiettivo natalità 2025
Consapevole di questa emergenza, il Forum delle associazioni familiari Emilia Romagna, in vista delle elezioni regionali che si sono svolte il 26 gennaio, ha elaborato un “Manifesto per la natalità e la famiglia” rivolto ai candidati. Una proposta che può essere sintetizzata con “Poniamo come priorità la natalità”. Per consentire un deciso cambio di rotta rispetto all’attuale andamento demografico e porsi come obiettivo al 2025 di un indice di fertilità di 1,60 figli per donna (contro l’1,34 attuale), è necessario che la Regione attivi politiche trasversali a tutti gli assessorati, che possano essere garantite attraverso l’attivazione di un’Agenzia regionale per la famiglia e la natalità, direttamente dipendente dalla presidenza della Regione.
Una risposta alla “194”
La proposta di istituire una Giornata annuale da dedicare alla difesa della vita sorse all’interno dell’allora commissione famiglia della Cei, pochi giorni prima dell’approvazione della legge 194. Era la primavera del 1978 (l’approvazione fu il 22 maggio). L’allora segretario generale Luigi Maverna spiegò che la Chiesa «non si rassegnava e non si sarebbe rassegnata mai». La proposta fu accolta da tutti i vescovi e fu istituita la Giornata.