Benemerenza civica a monsignor Cavina

Sala Consiliare del Comune di Mirandola, Benemerenza Civica a monsignor Francesco Cavina
10-11-2022

Signor Sindaco,

Assessori ed Amministratori

Stimati membri del consiglio Comunale della Città di Mirandola,

Stimate Autorità,

Cari sacerdoti

Cari amici e amiche

Signore e Signori!

Non vi nascondo che mi emoziona prendere pubblicamente la parola nella solenne cornice della sala del Consiglio comunale di Mirandola. Nonostante la trepidazione, dovere di profonda gratitudine mi spinge, tuttavia, a rivolgere un sentito ringraziamento al Sindaco Alberto Greco che, a nome della Città e dell’Amministrazione, ha deciso di conferirmi la “Benemerenza Civica”. Si tratta di un onore, che suscita in me commozione, in quanto penso che questo  riconoscimento nasca da sentimenti sinceri di benevolenza, stima ed affetto.

La “Benemerenza Civica”, oltre ad accostare il mio nome a quello di eminenti personalità precedentemente insignite, rafforza il legame che mi unisce ad una città che ho sempre amato. E’ proprio per amore di questa comunità che feci presente a Papa Francesco che non poteva limitare la sua visita alla Diocesi, nella sola città di Carpi – come era previsto da programma – in quanto il territorio che maggiormente aveva sofferto il terremoto era proprio Mirandola. Per l’affetto verso questa Città ho percorso tutte le strade possibili al fine di completare il restauro, nei tempi più brevi possibili, del bellissimo Duomo riuscendo a coinvolgere – in questa stimolante avventura – un benefattore che lo ha impreziosito ulteriormente apponendovi una splendida opera d’arte contemporanea. Ora, con il conferimento di questa onorificenza, sento Mirandola ancora più mia, e contemporaneamente sento di appartenere ancora di più ai mirandolesi

Vedete… Cari amici e care amiche, il 20 maggio 2012 alle ore 4 e tre minuti le nostre abitudini e le sicurezze maturate col tempo si sono interrotte bruscamente: ad esse si sono sostituite la sofferenza – per la morte delle persone care – e lo smarrimento causato dalla perdita improvvisa di tutti quei punti di riferimento – la casa, il lavoro, le chiese, i monumenti storici – capaci di trasformare un agglomerato urbano in una vera comunità.

Eppure, in mezzo a tanta rovina e sconforto, è emerso un “miracolo” che porta il nome di “solidarietà”, che ha tramutato lo scoramento in una straordinaria forza resiliente. Cittadini, volontari, forze dell’ordine, tecnici, imprese, funzionari locali e regionali, politici e Chiesa: tutti uniti, tutti impegnati per ricostituire il tessuto morale, spirituale e sociale del territorio. Il “miracolo” a cui ho accennato ha saputo convertire un momento drammatico in una preziosa occasione di conoscenza, consentendo ad anime diverse di costruire relazioni nuove, un tempo impensabili. La comune condivisione di obiettivi e la leale collaborazione – mi sembra bello in questa giornata ricordare al riguardo l’allora sindaco Benatti – mi hanno permesso di poter conoscere tanti contesti lavorativi e non solo.

Nell’ultimo anno del mio ministero episcopale nella Diocesi di Carpi, per dare un ordine di grandezza tangibile, ho incontrato oltre cinquemila persone, impegnate nelle più disparate attività produttive. Tra i tanti, un episodio in particolare mi riscalda ancora oggi il cuore, dopo tanto tempo. In una grande azienda mirandolese, nella quale la visita del Vescovo non figurava verosimilmente fra le priorità, al termine del secondo incontro un gruppo di dipendenti, in maniera genuina e spontanea mi rivolse queste parole che oggi condivido con Voi: “Eccellenza, Noi non siamo praticanti, tuttavia le chiediamo di non dimenticarsi di noi e di tornare anche il prossimo anno: altrimenti non è davvero Pasqua”.

L’esperienza di collaborazione ci ha permesso di comprendere come, dopo ogni caduta, sia possibile rialzarsi; dopo ogni danno sia possibile un lavoro di recupero che renda ancora più belle le cose; di comprendere come al sorgere di qualsiasi problema è più facile insieme ricercare una possibile soluzione. Tutto questo ci porta a riconoscere che Tanto più consapevole, operoso, solidale e civile è il costume pubblico e privato dei cittadini, tanto più prospera e civile diviene la città.

          Dopo che è stata resa pubblica la notizia del conferimento dell’onorificenza, un giovane sacerdote mi ha scritto queste parole: “Complimenti per la benemerenza che riceverà dal comune di Mirandola il prossimo 10 novembre. Ne sono orgoglioso: questo significa che in Lei la società ha avvertito la vicinanza della Chiesa, nellimmediato e drammatico post terremoto.

E bene cari amici, se questo è realmente accaduto il merito non è solo mio, ma è da condividere con le tante persone che il Signore ha voluto intersecare al mio cammino e tra di esse vorrei ricordare in modo particolare Sr Eleonora e l’Ingegnere Marco Soglia. E’ mio desiderio, pertanto, condividere con Loro questo riconoscimento. A tutti, dal profondo del cuore, va la mia sincera gratitudine per la collaborazione, la fiducia, l’affetto e il sostegno manifestato, senza i quali poco avrei saputo e potuto fare.