Devozione e rispetto per la natura, ‘specchio di Dio’ sull’esempio di san Francesco e san Benedetto. Nell’omelia del vescovo Elio in occasione della veglia di preghiera per
Agire subito con piccoli gesti
Tutta la creazione è sacra e santa e santificata.
La salvaguardia del Creato è questione di educazione e di formazione sia alla fede in Dio creatore e salvatore sia all’atteggiamento di venerazione e di rispetto come i santi ci insegnano e ci testimoniano. Due santi in particolare: S. Benedetto che ha diffuso il rispetto della creazione promuovendo la coltivazione della terra e l’agricoltura in tutta Europa, favorendone le radici cristiane con il suo motto ‘Ora et labora’ , e san Francesco con la sua ammirazione per le creature come abbiamo ascoltato nel brano iniziale ‘Specchio di perfezione’ (118).
Devozione, rispetto e venerazione per la natura e per la creazione, specchio di Dio e segno della sua presenza. E’ eloquente un episodio avvenuto diversi anni fa: un uomo non credente, che non ha fatto battezzare il figlioletto appena nato perché riteneva insignificante questo rito. Cresciuto il figlio, a cinque anni, fu portato dal papà sulle Dolomiti e trovandosi un giorno davanti a uno splendido e meraviglioso paesaggio di catene montuose innevate, con il sole, il verde e la valle, i fiori, la distesa dei prati, domandò al babbo improvvisamente: ‘Papà chi ha fatto tutte queste belle cose?’. Il babbo rimase ammutolito e fece per venir via infastidito, ma il figliolo insistette: ‘Papà non me lo sai proprio dire? Non possono essersi fatte da sole’. Scesero dalla montagna, il papà entrò in crisi, cominciò a riflettere e a ricercare arrivando a riconoscere il Creatore di tutti quei bei paesaggi e si fece battezzare: che meraviglia la forza e l’eloquenza della creazione quando la si sa guardare con la semplicità e l’umiltà di un bambino!
Gli scienziati affermano che le risorse del creato, se bene utilizzate e divise, potrebbero sfamare molto bene 10 miliardi di uomini. Siamo molto meno, ma i tre quinti dell’umanità soffre la fame ed è sottosviluppata. Come mai queste sperequazioni e ingiustizie? La mancanza di rispetto, di venerazione e di custodia della creazione porta inevitabilmente come conseguenza l’individualismo, l’indifferenza, il consumismo e la rovina del creato.
E’ quanto mai opportuno riflettere e approfondire l’invito dei nostri vescovi italiani nel loro messaggio: ‘Una nuova sobrietà per abitare la terra’, dove ci aiutano a vivere uno stile di vita nuovo e sobrio. Spesso, per sobrietà intendiamo austerità, vale a dire privarci delle cose, fare sacrifici e penitenze. Invece, la ‘nuova’ sobrietà di cui parla il messaggio della Cei si fonda sulla capacità di individuare tutto ciò che è essenziale e tutto ciò che è superfluo. Questa capacità si acquista con un esercizio continuo, un costante discernimento, perché l’economia di mercato, che è riuscita a influenzare tutti gli ambiti della nostra vita, propone un messaggio opposto che dice: tutto è necessario! E questo è una fandonia, un grosso inganno. Tante volte riteniamo necessario ciò che è superfluo, volendo mantenere un elevato tenore di vita, magari stentando ad arrivare con lo stipendio a fine mese. E spesso riteniamo beni necessari l’avere in casa due o televisori, nelle camere, senza permetterci di parlare, di dialogare, di alimentare le relazioni tra coniugi e tra genitori e figli, giungendo spesso alle conclusioni di separazioni, di non educazione dei giovani, di non comunicabilità, di incomprensioni.
L’esigenza di una ‘nuova ‘ sobrietà, cioè distinguere ciò che è necessario da ciò che è superfluo, permette non solo di vivere una vita autentica, fatta di qualità e non soggetta alla pubblicità, ma anche di recuperare tempo e gusto per le relazioni umane. Tanti sono i modi, le attenzioni, le iniziative che possiamo vivere per promuovere ‘una nuova sobrietà’. Ciò che conta è agire subito, anche con piccoli gesti concreti. Basterebbe soltanto provare, come hanno fatto alcune famiglie, a togliere il televisore dalla stanza dove si mangia per constatare quanto si acquista in dialogo e in condivisione.
Mi sembra sia questione di un grande sforzo di formazione e di educazione che siamo tutti invitati a operare su noi stessi e specialmente nelle nostre famiglie. Concretamente ritengo utile e doveroso accogliere un progetto scritto in una agile pubblicazione della Caritas Diocesana di Carpi intitolato ‘Famiglia cittadina del mondo’, in collaborazione con l’Ufficio pastorale diocesano della Famiglia e con le Associazioni di volontariato ‘Porta aperta’ e ‘Venite alla festa’. Pensiamo che una maggiore attenzione allo spreco e alle relazioni, una maggiore disponibilità ad accogliere ed accogliersi a vicenda, vadano di pari passo e che insieme possano produrre risultati importanti. E’ a questo scopo che il libretto intende offrire ad ognuno, ad ogni famiglia, alcuni spunti di riflessione, uniti a strumenti concreti (libri, riviste, siti’) sugli stili di vita, dove lo stile ‘ecologico ‘ ambientale’, cioè l’attenzione alla salvaguardia del creato è strettamente unito allo stile ‘sociale’, allo stile ‘relazionale’, con un’anima tipicamente benedettina e francescana. C’è bisogno di quel supplemento d’anima che noi credenti, seguendo la fede e l’esempio di San Benedetto e San Francesco possiamo donare e testimoniare.
+ Elio Tinti, Vescovo