Omelia di Elio Tinti nella S. Messa di apertura dell’anno pastorale 2006-07

18-09-2006

L’omelia di Elio Tinti nella Messa per l’inizio dell’anno pastorale, domenica 17 settembre nella Cattedrale di Carpi

‘Voi chi dite che io sia?’ è la domanda rivolta da Gesù ai discepoli nel Vangelo proclamato domenica 17 settembre, nella S. Messa di inizio dell’anno pastorale. Ed è anche il nodo che il Vescovo ha rivolto a ogni presente. ‘Gesù – ha detto – sembra oggi chiedere personalmente a ciascuno di noi: ‘Chi sono io per te, quanto valgo, quale posto ho nel tuo cuore?’ Non eludiamo queste domande, peggio non diamole per scontate. E’ qui, ha spiegato Tinti, che oggi ‘giochiamo la nostra vera e concreta identità di cristiani’; per questo ha invitato tutti a domandarsi se ogni ‘atteggiamento, scelta, parola, pensiero, azione’ è fondata su Cristo e comunica Cristo.
Solo così si potrà passare da ‘una pastorale del fare’ a ‘una pastorale dell’essere’, ha osservato rivolgendosi alla comunità cristiana impegnata nella comunicazione del Vangelo. Senza nascondere la fatica di questa conversione e le croci che, ha osservato il Vescovo, ‘sono presenti non solo per i cristiani, ma anche per i mussulmani e per gli atei, e che provengono dal vivere quotidiano’.
Ma il cristiano può dire ‘Tutto posso in colui che mi da’ forza’: ‘è il motto – ha spiegato Tinti – che ho scelto sei anni fa, che ho proposto come programma del mio servizio episcopale e che oggi riaffermo con forza e convinzione’.
I santi, testimoni ed esempi per la comunità in questo primo anno pastorale del nuovo quinquennio, hanno vissuto questa consapevolezza, e Tinti li ha ricordati: ‘E’ questo il modo di tenere innestata la nostra vita nella presa di corrente che è Cristo, come ha fatto San Paolo, come hanno fatto S. Francesco, i nostri patroni San Bernardino da Siena, San Bernardino Realino, San Possidonio, come Mamma Nina, Odoardo Focherini, la Beata Camilla Pio’. Essi sono stati e sono per la Chiesa ‘sale della terra e luce del mondo’ (Mt 5,13-14) ha sottolineato il Vescovo riprendendo il versetto guida degli ultimi orientamenti pastorali, ‘lampade luminosissime che hanno irradiato la luce di Cristo perché hanno attaccato la spina della loro esistenza alla presa della corrente luminosa che è lo Spirito Santo’. Ha ricordato anche il recente pellegrinaggio regionale dell’Unitalsi a Lourdes: in Maria, tante persone ‘hanno percepito mediante lei una corrente straordinaria di fede, di amore, di voglia di santità, di cuore puro e di occhi limpidi’.
Un legame da rinsaldare tramite i sacramenti, l’ascolto della Parola, la sobrietà del cibo e delle cose. ‘E’ così – ha detto il Vescovo – che realizziamo quella frase che dissi con molta convinzione sei anni orsono iniziando il mio ministero episcopale il 24 settembre: ‘Viviamo ciò che siamo! Diventiamo santi! Riscopriamo la nostra identità, sentendo la gioia e la fierezza dell’essere cristiani’. La santità è la vocazione di ogni cristiano, la ‘misura alta della vita cristiana ordinaria’, non straordinaria come molti pensano, guardando alle figure dei santi. Ma proprio per questo, ha esortato Elio Tinti ‘non è un cammino scontato e dato per acquisito una volta per tutte, ma va costantemente ripreso, continuato, accompagnato’.
Per vivere questo, l’icona biblica delle Beatitudini, che il vescovo invita a meditare, specie collaborando assieme ‘nelle nuove zone pastorali, che oggi ufficialmente iniziamo, facendone strumenti e occasione di evangelizzazione più decisa, di formazione più accurata e di santificazione più efficace’.
‘La rivoluzione vera consiste unicamente nel rivolgersi senza riserve a Dio’, ha concluso il Vescovo citando il discorso del Papa a Colonia (Gmg 2005). ‘Tante persone deluse, avvilite, provate aspettano oggi che qualcuno manifesti loro con la propria testimonianza, segni e atteggiamenti di vero umanesimo. Che ciascuno di noi voglia esprimere e possa fare risplendere questi frutti dello Spirito Santo ad ogni persona comunicando la salvezza e la speranza di Cristo Signore’.