Omelia per la Consacrazione dell’altare della chiesa parrocchiale di Rolo

09-11-2013

Rolo, chiesa di San Zenone, Sabato 9 novembre 2013

 

Carissimi fratelli e sorelle,

                               Questo giorno è consacrato al Signore, vostro Dio; non fate lutto e non piangete La gioia del Signore è la vostra forza . Noi sentiamo particolarmente appropriato l imperativo che ci è pervenuto dalla prima lettura della Messa perché il dolore ed il lutto causati dalle distruzioni del rovinoso terremoto del maggio 2012, sono stati vinti dalla fede, dalla carità operosa, dalla speranza indistruttibile, dalla tenacia e dalla generosità di tanti Infatti, a circa un anno e mezzo dal terribile sisma, la comunità di Rolo si riappropria del proprio spazio sacro. E la prima delle 47 chiese, o gravemente lesionate o distrutte, che viene riaperta al culto più bella, più sicura, più funzionante di prima. Possiamo veramente dire che da qui riparte la ricostruzione del patrimonio religioso ed artistico della Diocesi. Oggi, allora, è tempo di gioia e di commozione non solo per questa comunità, ma anche per il Vescovo, per tutta la comunità diocesana e per le tante persone ed istituzioni che hanno permesso di conseguire questo straordinario risultato.

E pertanto doveroso, rivolgere un caro e grato ringraziamento innanzitutto alla comunità parrocchiale e al suo Parroco, don Callisto, che non hanno lesinato energie e che hanno sbizzarrito tutta la loro fantasia e creatività per giungere a questo tanta desiderata meta. La mia gratitudine, poi, si allarga alle Autorità Regionali, qui rappresentate dall Assessore Giancarlo Muzzarelli, a tutte le altre autorità civili e militari e alla Soprintendenza alle Belle Arti. Tutti hanno fatto la loro parte con grande senso di responsabilità e fattiva collaborazione, consapevoli che un Paese si sente menomato nella sua identità quando viene privato della sua chiesa, avendo essa un valore non solo spirituale ed ecclesiale, ma anche artistico, urbanistico e civile. Un ringraziamento particolare alla Diocesi di Imola gemellata con la parrocchia di Rolo e a tutte le persone e istituzioni che si sono fatte buon Samaritano per venire incontro alle necessità di questa comunità.

La chiesa è il luogo dove si incontra Gesù nostro amico, realmente presente nell Eucarestia. Qui ci attende, ci vede, ci ascolta e si interessa a noi, allo stesso modo con cui, 2000 anni fa, si prendeva cura delle tante persone che accorrevano a Lui, spinte dal bisogno e dalla necessità. A Gesù presente possiamo parlare delle nostre speranze e preoccupazioni, delle nostre gioie e difficoltà, dei nostri ideali e debolezze, e del nostro desiderio di amarlo ogni giorno di più. La chiesa è uno spazio di bellezza, di fede e di speranza che conduce l uomo ad incontrare Colui che è la bellezza stessa. E questo ci porta a riconoscere che il mondo sarebbe ben diverso se Gesù non fosse rimasto con noi!

Quando un ospite si ferma in una casa, è  scortesia non trattarlo bene o ignorarlo. Siamo coscienti che Gesù è nostro ospite qui sulla terra? Domandiamoci: entrando in una chiesa andiamo subito a salutare Gesù nel tabernacolo? Ci comportiamo sempre in maniera consona al luogo dove Dio abita in modo speciale? La mia genuflessione dinanzi a Gesù sacramentato è un vero atto di fede? Mi rallegra la presenza del Signore in mezzo a noi?

La chiesa non è solo il luogo dove Dio abita,  è anche la casa comune dove si riuniscono i membri del Popolo di Dio e quindi è il luogo della comunità, della comunione e dell identità. Nella chiesa edificio, infatti, si identificano non solo i fedeli, ma tutti gli uomini di buona volontà perché caratteristica della chiesa è di essere un luogo pubblico aperto a tutti. La presenza della chiesa ci ricorda l importanza di costruire relazioni costruttive, improntate all accoglienza, alla cordialità, al dialogo per edificare una società più umana e fraterna, nella quale ciascuno possa portare il suo positivo contributo.

Vorrei infine fare convergere la nostra attenzione sulla nuova e bella sistemazione del presbiterio, con gli opportuni interventi che hanno interessato la Sede del celebrante, l Ambone, dove si proclama la Parola di Dio e l Altare. L altare è il segno del sacrificio di Cristo in croce, è la mensa dove si celebra l eucaristia, è il simbolo del sepolcro lasciato vuoto dal Signore risorto. E il segno di Cristo stesso, o meglio l altare è Cristo stesso. In questo consiste la sua dignità. Ed è per questa ragione che esso viene lavato, unto, incensato, rivestito di bianco, addobbato di luce, baciato, venerato, vestito, ornato.

Inoltre, l altare dove si celebra il sacrificio eucaristico diventa, in un certo modo, il punto di incontro fra Cielo e terra. Il centro, potremmo dire, dell unica Chiesa che è celeste ed al tempo stesso pellegrina sulla terra, dove, tra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio, i discepoli annunziano la passione e la morte fino al suo ritorno nella gloria.

La consacrazione dell Altare non è solo un rito suggestivo, ma deve divenire uno stimolo, per tutti, ad aprirci sempre di più all azione di Cristo nella nostra vita. Come abbiamo appreso dall episodio di Zaccheo, se l uomo lascia entrare Dio nella sua vita e nel suo mondo, non si pentirà, ma anzi sperimenterà la gioia di condividere la sua stessa vita. Infatti, Cristo è la roccia sulla quale si fonda il destino dell umanità e sul quale comprendiamo la grandezza della nostra umanità, il mistero della nostra vita ed il destino che ci attende. Là dove Dio è dimenticato, il mondo viene sminuito, e l uomo smarrisce il proprio significato ultimo.

Cari fratelli e sorelle la riapertura della vostra bella chiesa non può risolversi alla sola festa di oggi, seppur solenne e suggestiva. La chiesa edificio rappresenta e significa la Chiesa-assemblea, formata da pietre vive , che sono i cristiani, consacrati a Dio mediante il battesimo. Oggi vi viene affidata una grande missione: mostrare al mondo il volto di Dio, che è amore ed è l unico che può rispondere all anelito di pienezza dell uomo. Mostrare a tutti che Dio è Dio di pace e non di violenza, di libertà e non di costrizione, di concordia e non di discordia.

Chiediamo nella nostra preghiera che il Signore, per l intercessione della beata Vergine Maria, conceda la sua benedizione a tutti coloro che con le parole e le opere, con il silenzio e la preghiera hanno reso possibile il recupero architettonico di questa bella chiesa parrocchiale di Rolo contribuendo a fare rinascere la gioia dove c era il pianto, la speranza dove c era il lutto, l amore dove c era l abbandono per vivere con passione il presente ed aprirci con fiducia al futuro. E così sia!