Veglia missionaria diocesana

28-10-2006

La Veglia missionaria diocesana
La carità, anima della Missione

Sabato sera la Cattedrale di Carpi ha ospitato la Veglia missionaria diocesana, momento centrale del mese di ottobre che di consueto è dedicato alle iniziative di preghiera e di sostegno a favore dei missionari della Diocesi. A presiederla il vescovo Elio Tinti, a condurla don Fabio Barbieri, direttore dell’Ufficio missionario diocesano, che ha proposto ai presenti un alternarsi di preghiera e testimonianze. Diversi anche i segni offerti all’altare: la brocca d’acqua, memoria del Battesimo, la Bibbia, ‘che deve illuminare la nostra vita’, un mappamondo che rappresenta tutte le sofferenze, le lotte, ma anche i molti desideri di bene degli abitanti della terra, il cero, per ricordare Gesù, luce del mondo, il Crocifisso, ‘compagno indivisibile di tutti i missionari’.
Dopo aver ricordato i volontari Domenico Guglielmi, in Brasile e Benedetta Rovatti in Kosovo, le testimonianze: il primo è stato Francesco Tioli, della parrocchia di Fossa, che nello scorso mese di agosto ha trascorso alcune settimane presso il Centro per la Pastorale dei Minori a Itapirapuà, la parrocchia di don Francesco Cavazzuti.
Successivamente, è intervenuto l’Abbé Germain, della diocesi di Lokossà, Benin, con cui la diocesi di Carpi ha stretto da qualche tempo un rapporto di collaborazione – si può ricordare il sostegno fornito per la costruzione della Cattedrale, inaugurata durante una visita del vicario don Douglas Regattieri. ‘Germain – spiega Magda Gilioli del Centro missionario -, dopo aver conosciuto i nostri volontari che si sono spesi in questi anni nella parrocchia di Klouekanmé, ha accolto l’invito del suo vescovo a trascorrere un periodo nella nostra Diocesi, a servizio della nostra chiesa locale’. Attualmente egli alloggia presso la parrocchia del Corpus Domini: ‘la sua presenza tra noi – si è spiegato durante la celebrazione – oltre che un segno nei tempi, rappresenta anche il compimento della parola evangelica ‘date e vi sarà dato’. L’aiuto missionario tra le chiese è in verità uno scambio reciproco di doni’.
Il Vescovo, nella sua omelia, ha sottolineato la vocazione missionaria di tutti i credenti in forza del Battesimo che ci rende figli di Dio. Il suo ‘amore appassionato’, ha spiegato, ‘diventa l’anima e la molla e la motivazione più profonda del nostro essere missionari’, un impegno che anche il Papa ha definito ‘irrinunciabile e permanente’. ‘Si tratta ‘ ha proseguito Tinti ‘ di uscire dal proprio guscio e andare per le vie e le città, le piazze e le fabbriche, incontrare uomini e donne annunciando loro che hanno un Dio che li ama’. Sugli esempi di don Tonino Bello e Madre Teresa di Calcutta, dei quali sono stati letti alcuni testi, ‘essere missionari ‘ ha concluso ‘ è chinarsi, come il buon samaritano, sulle necessità di tutti’. Al termine, la preghiera per nuove vocazioni missionarie: ‘il Signore ce lo conceda e ciascuno di noi non si tiri indietro, ma dica gioiosamente e prontamente il suo ‘eccomi’ al Signore che sempre chiama’.