Gli eventi di Unitalsi e Apg 23 in diocesi
C’è solo da imparare
di Luigi Lamma
Il primo pensiero di questo editoriale va a Suor Lucia Pulici, suor Olga Raschietti e suor Bernardetta Boggian, le tre missionarie saveriane assassinate in Burundi, un atto inspiegabile che lascia ancora una volta attoniti per l’accanirsi del male contro coloro che portano nel mondo il Vangelo di Gesù, pace e amore. “L’amore non fa nessun male al prossimo: pieno compimento della legge è l’amore”. Quando domenica (7 settembre) sono risuonate dalla liturgia queste parole subito il pensiero è andato ad una coincidenza straordinaria grazie alla quale nel prossimo fine settimana a Carpi e a Mirandola saranno ospitati due importanti eventi promossi dall’Unitalsi e dall’associazione comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi. Della prima realtà abbiamo parlato sul numero scorso, della seconda ospitiamo un’ampia intervista al presidente Giovanni Paolo Ramonda. Una pacifica, ma speriamo anche “scatenata” e rumorosa, invasione di generosi volontari insieme ai loro amici che con un pessimo artificio lessicale vengono genericamente definiti “ultimi”.
In realtà sono semplicemente “unici”, persone con una loro storia, una loro condizione di vita spesso fragile, più o meno autonoma, ma piena di dignità. Chissà se i giornali, le radio e le tv locali si accorgeranno di loro, oppure valuteranno che queste presenze non fanno audience e aiutano poco le vendite. “Dà fastidio che si parli della dignità dei deboli…” ricorda il Papa. Qui non ci sono medaglie da festeggiare, non c’è il circo delle canzonette che riempie le piazze eppure in quei luoghi, ne siamo certi, si sprigionerà tanta vita. Bella, piena, felice perché donata senza calcoli e pretese, poche parole e molti fatti (anche quelli che sarebbero di competenza delle pubbliche amministrazioni). Si potrebbe pensare al solito elogio del volontariato, della solidarietà ben organizzata, certo anche questo serve, ma dietro quelle due sigle occorre scorgere qualcosa di più. C’è un’esperienza di fede vissuta con radicalità evangelica e c’è la sfida aperta alla “cultura dello scarto”, c’è l’attenzione a considerare i poveri nella loro unicità ma anche tutte le situazioni in cui la persona viene ridotta a “scarto”: dal bambino a cui viene impedito di nascere al migrante ] che sbarca sulle nostre coste, dal portatore di handicap al malato terminale, dal tossicodipendente al giovane con disagio psichico. C’è tanto da imparare da queste esperienze di carità pensando alle famiglie cristiane e alle comunità ecclesiali chiamate a mettere i poveri al primo posto, a declinare le scelte personali e pastorali a partire dagli ultimi: in questo senso il magistero di Papa Francesco è un pungolo continuo per realizzare davvero una “Chiesa povera per i poveri”. Allora appuntamento a Santa Croce di Carpi, Rovereto e a Mirandola sabato o domenica prossima: vedere per credere.