In memoria di monsignor Luigi Benetti nel centenario della nascita

 

Arrivederci in Paradiso!

di Andrea Beltrami

Cento anni fa, il 5 luglio 1924, a Motta di Cavezzo, nasceva Luigi Benetti, da Aderito e Ida Solieri. A otto anni il nostro entra nell’Istituto Beato Bernardino Realino, accolto dal canonico Armando Benatti di cui don Luigi avrà sempre una ammirazione e un grande rispetto al punto da raccogliere dati e testimonianze e pubblicare una biografia per rendergli omaggio tangibile. Molto spesso, nei suoi dialoghi, monsignor Benetti faceva cenno al “canonico” ricordando esperienze e compagni di studi oltre alla paterna bontà e allo spirito sacerdotale di don Benatti. Concluso il corso di studi nel Seminario diocesano, Luigi Benetti viene ordinato sacerdote, il 27 giugno 1948, dal vescovo Vigilio Federico dalla Zuanna, altra figura di rilevo rimastagli nel cuore; a conclusione del volume dedicato al vescovo cappuccino (“Vigilio Federico dalla Zuanna, vescovo di Carpi” edito dalla diocesi di Carpi, 1992), don Luigi scrive: “Mons. dalla Zuanna, dal 1942 al 1952, impose le mani a trentatre sacerdoti […]. L’elenco dei nostri nomi valga come un affettuoso grazie a mons. Vigilio per il dono del sacerdozio”. I primi anni di ministero vedono don Benetti impegnato come vicario parrocchiale a Rovereto e insegnante di lettere in Seminario; dotato di raffinata intelligenza e salda cultura mette a frutto i propri carismi guadagnandosi la stima e il rispetto degli studenti. Ricordate sono ancora le sue lezioni sul Manzoni, autore a lui molto caro, e le citazioni dai Promessi Sposi, sempre puntuali e incisive. Altra passione del nostro era la lingua latina, utilizzata spesso anche a coronamento di una frase o a conclusione di un discorso. Nel 1957 don Luigi viene nominato parroco a Gargallo; è la sua prima esperienza pastorale alla guida di una comunità. Don Benetti si mette al lavoro favorendo incontri, momenti di aggregazione, catechesi, la direzione spirituale privilegiando in particolare i giovani, a cui teneva molto. La sua passione per la musica lo porta a fondare una piccola schola cantorum che lui stesso dirige accompagnando all’Harmonium andando, pure, nelle parrocchie limitrofe a condecorare con la sua corale le celebrazioni in occasione di sagre e feste solenni. Il nostro porta con sé questo zelo e esperienza pastorale a San Possidonio, parrocchia che regge per quasi venticinque anni e nella quale è ancora ricordato come il “buon pastore”, attento alle esigenze delle persone, pronto ad intervenire senza clamore dove il bisogno chiama, capace di unire la comunità nei momenti di preghiera e di aggregazione, facendosi tramite di ogni necessità. Arrivato in parrocchia nel 1960, don Luigi si preoccupa di realizzare la scuola materna parrocchiale portando nel contempo la presenza delle suore, sue collaboratrici e fulcro per tutto il paese. Circondato dall’affetto e dalla stima di parrocchiani e collaboratori, don Luigi in quasi cinque lustri costruisce e modella

una chiesa viva formata non solo dalle pietre ma anche da tanta spiritualità e fede. Nel 1985 il vescovo bassano Staffieri gli affida la cura parrocchiale di Mirandola, ufficio che don Benetti ricopre con l’umiltà e la bontà che lo hanno sempre contraddistinto, unitamente a quel sorriso rassicurante e incoraggiante che gli era proprio a dimostrazione di quanto fosse felice di lavorare nella vigna del Signore. Dopo cinque anni di parrocato nella città dei Pico, don Luigi viene chiamato in Curia come vicario generale, compito che svolge con grande fedeltà e rigore, attento alle esigenze dei confratelli e rispettoso delle norme canoniche. In questi anni approfondisce anche la delittuosa storia del parroco di Fossoli, don Francesco Venturelli, a cui dedica una pubblicazione intitolata “La Stola insanguinata”. Durante la vacanza della Diocesi di Carpi a seguito del trasferimento del vescovo Bassano Staffieri alla sede di la Spezia, Sarzana, Brugnato, monsignor Benetti (ricordiamo che era insignito del titolo di Protonotario Apostolico soprannumerario) conduce la diocesi in qualità di amministratore diocesano, eletto dal Collegio dei Consultori, fino all’ingresso di monsignor Elio Tinti, che lo riconferma nell’ufficio di vicario generale. Al compimento del settantacinquesimo anno don Luigi ripone nelle mani del Vescovo il suo mandato conservando, su richiesta di monsignor Tinti, quello di direttore della casa del Clero. Dopo un delicato intervento chirurgico in ospedale, monsignor Benetti ritorna nella sua Casa del Clero, a Carpi. Degli ultimi giorni di vita di don Luigi conservo un particolare ricordo: dovevo recarmi fuori città per due settimane e passai, come ero solito fare, per salutarlo e scambiare qualche parola. Dopo il nostro colloquio venne il momento del congedo. Lo salutai come di consueto “Arrivederci, don Luigi, ci vediamo tra due settimane. Stia bene e si riprenda”; inaspettata fu la sua risposta: “Buon viaggio e ci rivedremo. Ma non qui: in Paradiso!”. Lo lasciai pensando a quel saluto… Qualche giorno dopo, il 22 settembre 2001, mi arrivò la telefonata che don Luigi era partito per la Gerusalemme Celeste!