Attorno ai tre verbi “camminare, edificare, confessare” si è articolata la prima omelia di Papa Francesco, nella Cappella Sistina, giovedì 14 marzo, davanti ai 115 cardinali che lo hanno eletto. Circa sette minuti in tutto, un condensato spirituale che ha preso spunto dalle letture della messa, e in particolare riferendosi al Vangelo di Matteo con il dialogo tra Gesù e Pietro (Matteo 1, 13-19). “In queste letture – ha esordito il Papa, che ha parlato interamente a braccio – c’è qualcosa di comune: è il movimento, è il cammino, il movimento nella confessione”. Poi ha declinato il significato dei tre verbi: camminare, edificare, confessare. “Camminare alla luce del Signore”, ha spiegato, è la prima cosa che Dio ha detto ad Abramo: “Cammina nella mia presenza, e sii irreprensibile”. “La nostra vita – ha ripetuto il Papa – è un cammino, e se ci fermiamo qualcosa non va”, dunque siamo chiamati a “camminare sempre, in presenza del Signore, alla luce del Signore”.
“Edificare la Chiesa” è stato il secondo impegno mutuato dal Papa dalle letture della messa, nelle quali si parla di “pietre vive, pietre pronte per lo Spirito Santo”. Di qui l’invito ad “edificare la Chiesa, la sposa di Cristo, su quella pietra angolare che è lo stesso Signore”.
Terzo verbo, infine, “confessare”. “Noi possiamo edificare tante cose – ha ammonito il Papa – ma se non confessiamo Gesù Cristo qualcosa non va, diventiamo una ong pietosa, non la Chiesa sposa di Cristo. Quando non si edifica sulle pietre – ha proseguito – succede come ai bambini in spiaggia, che fanno dei palazzi sulla sabbia, senza consistenza”. Poi il Papa ha citato Leon Bloy, per affermare che “quando non si confessa Gesù Cristo, si confessa la mondanità e il diavolo”. Tuttavia, camminare, edificare e confessare “non è così facile – ha ammesso il Papa – perché per camminare, per costruire, per confessare, alle volte ci sono scosse, ci sono movimenti che non sono proprio movimenti del cammino e che ci tirano indietro”.
“Quando camminiamo senza la Croce – ha poi sottolineato il Pontefice – quando edifichiamo senza la Croce, e quando confessiamo con Cristo senza la Croce, non siamo discepoli del Signore, siamo mondani. Siamo vescovi, siamo preti, siamo cardinali, ma non siamo discepoli di Cristo. Vorrei che tutti noi, dopo questi giorni e queste grazie abbiamo il coraggio di camminare in presenza del Signore, con la Croce del Signore, di edificare la Chiesa con il sangue del Signore versato sulla Croce, e di confessare l’unica gloria: Cristo Crocifisso”. “E così la Chiesa va avanti”, ha concluso il Papa, invocando l’intercessione di Maria, “nostra madre”, affinché “ci conceda di camminare, edificare, confessare Gesù Cristo Crocifisso”.