Ricordando gli anniversari di sacerdozio

Il grazie di tutta la comunità ecclesiale

“Il sacerdozio? Un dono talmente grande che non basterà l’eternità per ringraziare il Signore”. A Cortile domenica 30 giugno si respirava aria di festa per celebrare gli anniversari di numerosi sacerdoti a cominciare dai 60 anni di don Benito Poltronieri di cui 47 spesi come parroco della piccola frazione di Carpi. Insieme a don Benito sono stati ricordati i 70 anni di sacerdozio di don Ivo Silingardi, i 25 di don Germain Kitcho, vicario parrocchiale a Mirandola e di fra Silvio dei Fratelli di San Francesco presenti a San Martino Secchia, infine i 10 anni di don Antonio Dotti, parroco di Limidi, e di don Ajith Kanakamangalam, vicario parrocchiale a Panzano. A fare gli onori di casa don Lorenzo Pollayil che all’inizio della celebrazione eucaristica ha rivolto al vescovo monsignor Francesco Cavina, ai sacerdoti, una trentina i concelebranti più altri che si sono aggiunti al termine, e ai fedeli un indirizzo di saluto che ha ben sintetizzato il significato dell’evento: riflettere e ringraziare per l’immensa ricchezza del sacerdozio e dei doni spirituali che attraverso i sacerdoti sono riversati sulle comunità e sui singoli credenti. “Abbiamo creduto in Colui che ha creduto in noi e ci ha tanto amati”: questo per don Benito il senso più profondo del “sì per sempre” pronunciato da ogni sacerdote. Un’affermazione che ha colpito nella sua disarmante semplicità, detta con grande lucidità pur in un turbinio di emozioni difficili da dominare. “Sognavo e sentivo…missionario o seminario, poi l’incontro con un giovane di Gavello Nino Levratti…”. Due le parole maestre  che hanno guidato la vita di don Benito come del resto quella di ogni sacerdote: servizio e obbedienza. Viene alla mente il modello di prete che va delineando Papa Francesco quando invita a diffidare dal carrierismo clericale o dai pastori che “pettinano le pecore” invece di andare a cercare quelle smarrite. Parroco a Cortile 47 anni e otto mesi “in via provvisoria mi disse il Vescovo quando mi mandò” allora se non è questo “sentire l’odore delle pecore”… “Ora sto camminando verso casa nella fede, nella fiducia, nell’amore”, non sono parole di commiato ma esprimono ancora l’attesa gioiosa e operosa del servo buono e fedele che non si sottrae agli impegni pastorali. Il sacerdote è anche un messaggero di pace, c’è un gesto più bello e umano, atteso e accolto da tutti che il donare la pace? A tutti i presenti don Benito ha voluto indirizzare il suo abbraccio “confortante e solidale” di sacerdote che ha creduto, sperato e amato. E come si era aperta l’omelia così si è conclusa: “Amen, alleluia”.
L’affetto della comunità si è subito manifestato in un applauso ma ancora di più si è percepita l’unità spirituale con cui è stata vissuta la celebrazione eucaristica grazie anche ai canti ben eseguiti dalla corale parrocchiale.
Al termine monsignor Cavina ha ringraziato tutti i sacerdoti festeggiati, in particolare i più anziani, ma invitando tutti a mantenere la “giovinezza interiore che si esprime nella gratitudine e nella gioia per avere incontrato il Signore e aver affidato a lui la propria vita”. Infine la consegna di una targa in ricordo della festa degli anniversari dono della comunità parrocchiale di Cortile.