Don Luca Baraldi parroco in San Giuseppe

Grande festa per l’ingresso il 7 dicembre

Un lungo e sentito applauso, nella chiesa di San Giuseppe gremita – presenti non solo i parrocchiani ma persone appartenenti alle comunità di Gargallo e Sant’Antonio in Mercadello, i familiari e gli amici dell’Azione cattolica – ha salutato l’ingresso di don Luca Baraldi che, sabato 7 dicembre, si è insediato nella sua nuova parrocchia.
All’inizio della celebrazione il sacerdote, in piedi di fronte a monsignor Francesco Cavina, ha ascoltato la lettura, da parte di don Massimo Dotti, amministratore di San Giuseppe, del decreto di nomina vescovile. Poi il rito, con l’insediamento vero e proprio, al termine del quale don Luca ha assunto la presidenza della celebrazione. Semplice e sentita, la messa, animata dalla corale parrocchiale, ha visto la partecipazione di diversi membri della comunità che hanno portato all’altare i doni, hanno pregato per il nuovo sacerdote e per la parrocchia e portato il loro saluto in occasione dello scambio della pace.
Un emozionato don Luca, dopo aver ringraziato quanti lo hanno accompagnato, a partire dal Vescovo, ha letto l’omelia, incentrata sulla figura di Maria e sull’invito ai cristiani ad essere, per quanti sono ormai incapaci di sperare, “le punte avanzate del futuro di Dio che si fa prossimità, parola delicata, sorriso”. A seguire, un passaggio sui segni che, ha chiarito il sacerdote, “il Signore dona a tutti noi, in questa ora, per incamminarci coraggiosamente sulla via che Egli ci schiude innanzi”. Così, ogni oggetto e ogni spazio liturgico ha come preso la parola, si è fatto messaggio e invito del Signore per il suo popolo in mezzo ai tanti che abitano il territorio della parrocchia.
La chiave della porta della chiesa, simbolo dell’accoglienza vissuta anche da tante persone di buona volontà: “Accogliete tutti anche voi e diventerete il segno di quell’apertura e di quel dialogo che sono l’essenza amorosa del Dio Trinità”. Il fonte battesimale che ricorda famiglie e bambini che oggi intendono vivere all’insegna della fiducia, e non solo della crisi: “Ce ne sono tante accanto a voi. Aprite gli occhi e il cuore e diventate sempre più quella Chiesa di cui ci si può fidare perché umile esperta di umanità. Sarete così il segno del Dio affidabile”; il confessionale, simbolo dei tanti che sono pronti a domandare perdono, a riconciliarsi: “vi spingano all’umiltà di saper riconoscere i vostri limiti e a lasciarvi trasformare dalla Grazia, che sana i cuori. Allora sarete segno del Padre di misericordia che vince la paura e apre alla speranza”. Il tabernacolo, custodia ci ciò che dà vita: “riconoscete che da soli non potete fare nulla e ammirate quanti, in questo nostro quartiere, ogni giorno tribolano, lottano, si impegnano per custodire e sostenere il cammino dei più piccoli e dei più giovani”; “nascosti nel cuore aperto di Cristo, abbiate sempre a cuore il destino degli altri”, è il messaggio di questi segni che, se pure non siano effetti speciali, ha spiegato don Luca, “non sono pochi”, per iniziare “un cammino che supera ogni nostra capacità, mia e vostra, perché è il cammino di Dio con noi. Vi auguro, perciò, di vero cuore, ed allo stesso tempo vi chiedo ha concluso don Luca -: fidiamoci dei segni che il Signore ci dona, facciamo discernimento insieme e, con la gioia di chi vede la vetta ormai vicina, testimoniamo che all’amore di Dio tutto è possibile”.
Al termine della messa don Luca ha già fatto consegnare il suo messaggio per l’Avvento. Dopo la celebrazione tantissime persone hanno voluto salutarlo personalmente e i parrocchiani di San Giuseppe hanno invitato alla festa preparata in salone per lui e per don Adamo e don Massimo. Il giorno dopo, domenica 8 dicembre, don Luca era già all’opera, nelle diverse attività e celebrazioni che hanno animato la Solennità dell’Immacolata. La festa dell’Azione cattolica, la messa per i bambini ai quali ha detto: “non voglio fare tutto da solo, aiutatemi voi a tenere l’omelia”. E in un attimo tutti i ragazzini presenti alla messa erano già al suo fianco, pronti per crescere insieme a lui nell’amicizia con Gesù.
 
Il ricordo di don Lino e l’abbraccio a don Adamo
 
Non sono davvero mancatigli applausi e le dimostrazioni di affetto per don Luca Baraldi. Ma non sono mancati nemmeno per monsignor Francesco Cavina, che si è preso a cuore la parrocchia sin dai primi tempi della malattia di don Lino Galavotti. “Mai avremmo voluto che il Signore chiamasse a sé don Lino – ha detto il Vescovo al termine della messa – ma questo ha dato come frutto il dono di due giovani sacerdoti per la comunità. Nell’omelia delle sue esequie ho chiesto a don Lino di essere un pungolo nella carne perché il Signore ci doni nuove vocazioni al sacerdozio. Non
dimenticatelo”, ha concluso. Ha ringraziato calorosamente, monsignor Cavina, don Luca per aver accettato l’incarico – “non gli ho dato molte possibilità”, ha scherzato – così come don Adam Nika, per tutti don Adamo, per il prezioso aiuto che è stato – ed è tuttora – come vicario parrocchiale. A lui soprattutto i parrocchiani hanno voluto dire un enorme grazie per quanto si è speso, sia a fianco di don Lino, sia nei mesi successivi così faticosi e intensi. Per lui tanti applausi carichi di affetto e un presente consegnato al termine della celebrazione, così come a don Massimo Dotti che aveva assunto la guida temporanea della parrocchia. A don Luca la comunità ha donato un calice per la celebrazione eucaristica, utilizzato già il giorno seguente, e l’Azione cattolica di cui è assistente per il settore giovani, gli ha fatto dono di un divertente orologio. La festa è proseguita con grande partecipazione dei parrocchiani, in un clima di vera gioia.