Nella celebrazione eucaristica per la Giornata della Pace tenutasi lo scorso 1° gennaio presso la parrocchia del Corpus Domini a Carpi è stato commemorato il Beato Odoardo Focherini, nel settantesimo della sua morte avvenuta in un lager tedesco nel dicembre 1944. La liturgia, presieduta dal Vescovo monsignor Francesco Cavina e organizzata dalla Consulta diocesana per le aggregazioni laicali, ha visto una grande partecipazione di fedeli provenienti da tutta la Diocesi e dei famigliari di Focherini. Nella sua omelia, il Vescovo ha ripreso il messaggio del Papa per questa giornata, evidenziando la tentazione dell’uomo di comportarsi in modo non degno della sua umanità. “Lo sfruttamento – ha ripetuto – non fa parte del piano di Dio”. E se il cristianesimo nel tempo è stato capace di redimere le relazioni tra gli uomini, la schiavitù non è però sparita, e l’abolizione è vera solo in teoria. Occorre, ha osservato il Vescovo, domandarsi il perché: “la Chiesa non ha paura di chiamare le cose con il loro nome. La causa ultima è il peccato, che allontana dal Creatore e dai propri simili, visti come oggetti, come mezzi e non fini”. Che fare? “La Chiesa – ha proseguito – non può rispondere da sola, occorre uno sforzo comune, a partire dai singoli”. Per la Chiesa dunque un ruolo di coordinamento nel denunciare e spezzare le dinamiche di sfruttamento, ma non solo come propulsore sociale, bensì nel denunciare il peccato come causa profonda e nell’annunciare la verità sull’uomo come punto di partenza nel costruire una nuova società. Dio ci chiederà conto del nostro fratello, ha osservato monsignor Cavina rifacendosi all’esempio di Focherini. “A quella domanda Odoardo può solo rispondere, e noi dovremmo poterlo fare allo stesso modo, ‘l’ho amato, in tutte le manifestazioni in cui mi si è presentato’. Chiediamo al Signore la grazia, per intercessione di Focherini, che ognuno di noi faccia con consapevolezza la propria parte”.