A Santiago, un percorso dell’anima

Il racconto di un pellegrino

 “Una bellissima esperienza”, così ha definito Carlo Tassi il pellegrinaggio, la prima settimana di agosto, a Santiago di Compostela. Un cammino fatto in piena estate perché, come ha sostenuto il Vescovo monsignor Francesco Cavina alla vigilia della partenza, “aiuta a richiamare il senso delle vacanze, un tempo nel quale dovremmo essere invitati a recuperare quella dimensione di silenzio, riflessione, contatto con la natura, relazione con gli altri che fatichiamo a vivere nella quotidianità della nostra vita, presi come siamo da tanti impegni. Vivere senza fretta come si può fare in vacanza  è davvero utile, se poi aggiungiamo un obiettivo – per noi il pellegrinaggio a Santiago de Compostela – possiamo essere certi  che torneremo alla nostra quotidianità rigenerata”.
Tassi, direttore del dipartimento di Emergenza-Urgenza dell’Ausl di Modena e primario al Ramazzini, assieme alla moglie Maria Teresa Borghi ha deciso di partecipare al pellegrinaggio a Santiago de Compostela dopo essere stato lo scorso anno a quello in Terrasanta, sempre guidato da monsignor Francesco Cavina e dal vicario generale don Carlo Malavasi. Un paio d’anni fa c’è stato un ritiro spirituale a Lucca ed è stato questa esperienza a far sorgere in Tassi il desiderio di approfondire itinerari di fede.
“Quello a Santiago – spiega il medico – è stato un vero cammino; è stato importante anche perché fatto insieme a tante altre persone: parlare insieme, stare insieme è stato determinante. Poi avere persone come il Vescovo e don Carlo è stato fondamentale, sono due persone eccezionali e ti aiutano nel dialogo, nel confronto”.
Tassi ha fatto a piedi il percorso – altri partecipanti hanno usato il pullman preferendo un percorso artistico a uno sportivo -; ammette che è stato faticoso anche a causa del gran caldo, ma contemporaneamente è stato affascinante perché, camminando, “ti affiancavi a uno e all’altro, parlavi con l’uno e con l’altro, è così che ci si impara a conoscere”. In certe situazioni ci si intende velocemente, ci si apre con sconosciuti che senti affini e questa è l’ulteriore ricchezza di un pellegrinaggio.
Partiti da Roncisvalle, sempre con una guida al fianco, i pellegrini hanno visto cose bellissime da un punto di vista architettonico e interessanti sotto l’aspetto culturale. Per gli organizzatori la gestione non è stata semplice visto che, per la prima volta, erano previsti due gruppi – uno a piedi e uno in pullman -, ma per i partecipanti è stata ottima perché ciascuno ha potuto scegliere.
Tassi e sua moglie hanno optato per il cammino a piedi, simbolo esteriore di una ricerca interiore. “Io – confida il medico – sono un credente tiepido, credente, sì, ma non praticante. Sono un uomo in ricerca e, adesso, posso dire di aver trovato, quantomeno i due pellegrinaggi a cui ho partecipato mi sono serviti molto a chiarire delle cose. I dubbi restano, ma è diverso il modo di affrontarli. In sintesi, mi sono messo in ricerca e penso di aver trovato. Ritengo – sottolinea Carlo Tassi – che questi pellegrinaggi siano di grande utilità e non mi riferisco solo all’aspetto spirituale, penso anche al lato umano. Si cresce, io mi sento cresciuto e questo vale pure per mia moglie che, a onor del vero, si è preparata al cammino molto meglio di me. Al rientro ci siamo sentiti più ricchi”.
Della stessa opinione anche Claudia Mazzoni Camurri, anche lei pellegrina prima in Terrasanta poi a Santiago. A differenza dei coniugi Tassi ha optato per il pullman, ammette che nonostante questo, con il caldo che c’era, “è stato comunque faticoso, ma bellissimo sia sotto l’aspetto umano che spirituale, senza tralasciare quello culturale. Ho ritrovato persone che avevo conosciuto in Terrasanta ed è stato bello ritrovarsi. Con qualcuno è nata una conoscenza profonda, potrei dire un’amicizia. Ci si confronta, ci si racconta del perché si è lì e questa apertura di cuore fa bene a chi parla e a chi ascolta. E’ un ascolto profondo dell’altro, di noi stessi, della Parola e, dopo, tutto appare più nitido. Sono tornata a casa stanca, ma più forte. E più serena”.
Visi e piedi stanchi, ma nel cuore la gioia.