Sabato 12 dicembre, alle 21, con la processione verso la chiesa madre di Quartirolo, il Vescovo Francesco Cavina ha aperto solennemente l’Anno Santo per la Diocesi di Carpi. Presenti tanti sacerdoti, religiosi e religiose, e fedeli. Durante la celebrazione a cinque seminaristi della Diocesi, Amel Johnson Chirayil, Tinu Thommassery Jacob, Emiddio Voli, Enrico Caffari e Mauro Pancera, è stato conferito il ministero dell’accolitato. “L’apertura dell’Anno Santo – ha affermato il Vescovo nell’omelia – ci porta a contemplare la bontà e l’amore di Dio che sono più ostinati del nostro stesso peccato. Dove noi incontriamo questo Dio di misericordia infinita? Gesù ci dice: ‘Venite a me voi tutti che siete affaticati ed oppressi ed io vi ristorerò’. Cristo è Colui che ci rivela in pienezza il Dio che non si tira mai indietro se c’è da fare il bene, che rende sempre possibile un nuovo inizio per coloro che vengono a Lui”.
“Sempre, ma in modo speciale in questo Anno Santo il Signore ci invita – ha sottolineato monsignor Cavina -. Dice il Signore alle Comunità parrocchiali, alle Associazioni, ai Movimenti: ‘Venite!’. L’invito si allarga fino a comprendere ogni uomo ed ogni donna. Tutti, infatti, siamo attesi da Cristo perché da Lui tutti amati, da Lui tutti redenti e tutti in Lui troviamo la meta della vita”.
Domenica 13 dicembre, l’apertura della Porta Santa in una gremita chiesa parrocchiale di Santa Croce di Carpi. “Aprire la Porta Santa dell’Anno della misericordia ed entrare in esso – ha spiegato il Vescovo nell’omelia – significa innanzitutto scoprire la gioia di credere in un Dio che è entrato nella storia per liberare l’uomo dall’oppressione del male e offrire la possibilità di una vita nuova, trasformata dal suo amore e dalla sua tenerezza. Significa, quindi, annunciare e testimoniare, per usare le parole di Frère Roger, che ‘Dio non può che amare’. Dio può agire in questo modo perché il suo comportamento non è determinato e neppure condizionato dalle nostre azioni. Questo significa che se l’uomo riconosce i suoi errori e torna a Dio, Dio lo accoglierà sempre perché tutto ciò che vede il Padre in noi è il fatto che noi siamo i suoi amati figli, qualunque sia la scelta operata”.
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