Eccomi, per sempre

 “Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me” (Gv. 17,23). Il 5 gennaio prossimo nell’aula liturgica di Quartirolo il nostro Vescovo Francesco Cavina ci ordinerà presbiteri per la Chiesa di Carpi. Sono molti i sentimenti che ci abitano, tra cui lo stupore e la felicità, ma anche un certo timore e un senso di piccolezza di fronte ad una grazia così grande. Se come diaconi abbiamo avuto la gioia di vivere più a fondo lo spirito di servizio che deve animare la futura vita sacerdotale e un contatto più diretto con l’Eucaristia, con l’ordinazione presbiterale ci verrà chiesto di partecipare alla “consacrazione e missione” del Signore “in modo da poter agire in nome di Cristo, Capo della Chiesa” (Presbyterorum ordinis, 2), e di prolungare la sua parola, il suo sacrificio, la sua azione salvifica e pastorale (cf. Presbyterorum ordinis, 4-6). La persona di Gesù costituisce, pertanto, il punto di riferimento essenziale per capire e dare senso alla nostra vita e a quello che sarà il nostro ministero sacerdotale. 
Ciascuno di noi certamente viene da una storia e un cammino differente in cui il Signore ha posto la sua mano di misericordia e ha fatto nascere nel nostro cuore quell’intuizione di felicità di seguirlo nella via del sacerdozio. Crediamo che, pur nelle nostre diversità, ciò che ci spinge a dire l’“eccomi”, il “per sempre” al Signore sia questa intuizione di una felicità che non ha confini, che riempie a pieno la nostra vita, nonostante le cadute e i limiti che sono presenti in noi come sono presenti nella vita di ciascun uomo e donna: alla fine, non siamo migliori rispetto a nessuno. Crediamo, infatti, che parte della nostra preparazione sia anche scoprire che non siamo dei superman, ovvero scoprire i nostri limiti e insieme accettarli e affrontarli per superarli. In questo senso, vivere in un clima di fraternità e di stima tra di noi è di grande aiuto: ha detto Papa Francesco che queste sono come “due mani che ti modellano”. 
Ciò che ci dona la forza e il sereno coraggio di testimoniare la bellezza del Vangelo è fondata sulla consapevolezza di ciò che Gesù dice nel capitolo quindici di Giovanni: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi” (Gv. 15,16): non è una scelta dettata dalla nostra volontà, ma una risposta libera ad uno sguardo che si è posato su di noi, ad uno sguardo che ci ha amati e ci ha chiamati a seguirlo. Lungo il cammino compiuto in questi anni, nelle varie realtà in cui siamo stati chiamati a vivere e operare si è consolidato in noi questo amore e questa risposta. Non sono mancate certo le difficoltà, sia all’inizio sia in altri momenti. La certezza della vocazione però ci ha sempre spinti a trovare forza pregando di più, e confidando in Colui che tutto può. Se ci voltiamo indietro dobbiamo ringraziare per le difficoltà, che sono state le occasioni più grandi di crescita e di abbandono fiducioso nella nostra vita e nella nostra formazione.
Per noi è stato davvero un anno di misericordia e ringraziamo il Signore che ci ha condotti fino a qui, e con lui ringraziamo tutte le persone che ci hanno accompagnato e che continuano a farlo, dai nostri educatori alle nostre famiglie, dagli amici e parrocchiani ai parroci con i quali collaboriamo.
 
Don Emiddio,
don Enrico e don Mauro
 
 
Don Enrico, don Mauro e don Emiddio si prepareranno all’ordinazione presbiterale con il ritiro spirituale dal 27 al 30 dicembre presso il monastero benedettino di Rosano (Firenze). Saranno accompagnati e guidati dal Vescovo monsignor Francesco Cavina. Con trepidazione, ma anche con totale “fiducia nel Signore che è fedele” e sostenuti dal vincolo della profonda amicizia che li lega, i tre ordinandi guardano al prossimo 5 gennaio in cui la loro vita sarà totalmente donata alla Chiesa di Carpi. Come Gesù si è manifestato ai Magi, e dunque a tutti i popoli, nell’Epifania, così da sacerdoti Enrico, Mauro ed Emiddio, desiderano “camminare alla luce della stella del Messia, della Sua gloria, e manifestarla, sia con la parola che con la nostra vita, alle persone che ci vengono affidate”.

La celebrazione sarà trasmessa in diretta da Tv Qui canali 19 e 89 del digitale terrestre il 5 gennaio alle 20.30.
 
 
Resurrezione
Per la loro ordinazione presbiterale don Enrico, don Mauro e don Emiddio hanno scelto, come già per il diaconato, l’immagine di un mosaico dell’artista  gesuita padre Marko Ivan Rupnik. Si tratta della “Discesa agli inferi e Resurrezione” nella Cappella del Collegio San Stanislao a Lubiana (Slovenia). Cristo è raffigurato nel “vortice” del suo mantello, che sale verso l’alto, richiamando la gloria di Dio, e che avvolge gli apostoli e progressivamente tutti coloro che il Signore sta tirando fuori dalla morte. Alle sue mani, inoltre, sono aggrappati Adamo ed Eva, i progenitori, simbolo dell’umanità.
“In quest’opera – spiegano i tre ordinandi – la Resurrezione è raffigurata in stretta connessione al mistero del Sabato Santo, quando Gesù è disceso agli inferi, cioè alla dimora dei morti, ed ha aperto le porte del cielo ai giusti che l’avevano preceduto. In Adamo ed Eva, che il Signore stringe con forza e che sta liberando, vediamo ciò che noi stessi abbiamo potuto sperimentare. Anche noi, infatti, nel cammino verso il presbiterato, siamo stati visitati da Gesù per essere strappati alla chiusura del peccato, dell’egoismo, della voglia di fare da soli, della tentazione di allontanarci da Lui. E, giorno dopo giorno, continua a visitarci negli inferi della solitudine e dell’angoscia per farci risorgere con Lui a vita nuova. Diventando presbiteri, perciò rappresentanti della persona di Cristo – concludono – siamo chiamati ad andare alla ricerca del prossimo, specie di chi è più ‘lontano’, a visitarlo, e ad indicare cammini di vita nuova, illuminati dalla presenza del Signore”.
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