Meditazione del Vescovo Francesco sul Vangelo della I Domenica di Quaresima

Combattendo contro gli idoli in unione con Cristo

Interrompiamo il ciclo liturgico del Tempo Ordinario per iniziare un periodo privilegiato dell’Anno liturgico: il cammino quaresimale. Il tempo di Quaresima ha una durata temporale di quaranta giorni ed ha lo scopo di aiutarci a riscoprire il dono del sacramento del Battesimo – e quindi il significato della nostra chiamata alla fede – e di prepararci a vivere il mistero centrale della nostra fede: la passione- morte e resurrezione di Cristo attraverso un cammino fatto di preghiera, carità e penitenza. La prima domenica di Quaresima si apre con il racconto delle tentazioni a cui il diavolo sottopone Gesù nel deserto. Il Vangelo ci racconta che Gesù si è preparato al suo ministero pubblico con un “corso di esercizi spirituali” della durata di quaranta giorni, vissuti nella solitudine del deserto. L’evangelista Matteo sottolinea che Gesù fu condotto nel deserto dallo Spirito. La prova, la tentazione, dunque, rientra nel progetto di Dio sul suo Figlio e questa esperienza a cui Cristo viene sottoposto ci porta a riconoscere che essere cristiani non dispensa né dalla prova né dalla tentazione. La prima tentazione a cui Gesù è stato sottoposto dal diavolo è stata quella della fame. Si tratta di una tentazione che tocca il nostro corpo, il nostro benessere fisico e quindi è intimamente legata alla sofferenza. La sofferenza nostra, il dolore innocente, la fame di grande parte dell’umanità intaccano la virtù della speranza, costituiscono una grande obiezione contro Dio e fanno emergere nel cuore dell’uomo la pretesa dell’intervento diretto del Signore per risolvere tutti i nostri problemi. Se Dio c’è perché non fa nulla contro l’ingiustizia, la violenza, la malvagità? E’ forse impotente? E’ quanto suggerisce Satana a Gesù. La seconda tentazione è la tentazione contro la fede che si manifesta nel pensare che il cielo è vuoto perché Dio non è evidente quando noi invece vorremmo che si rendesse presente in maniera eclatante nella nostra preghiera, nelle nostre celebrazioni liturgiche, che rispondesse a quello che gli chiediamo quasi da mettere le mani su di Lui e piegarlo al nostro servizio. E’ la tentazione di strumentalizzare Dio per se stessi, di utilizzarlo a proprio vantaggio, di ridurlo alle nostre dimensioni umane. La terza tentazione potremmo definirla la tentazione dell’amore. Il popolo ebraico nel cammino dall’Egitto verso la terra promessa da Dio è sempre stato tentato di abbandonare il Dio vero per adorare i falsi idoli, in una sorte di adulterio. Non  a caso Satana si presenta a Gesù come il principe del mondo che governa i regni del mondo. Ma Cristo smaschera l’Avversario e designa Satana come l’anti-Dio, colui che pretende l’adorazione degli uomini. Il tempo di Quaresima è tempo nel quale siamo chiamati a dare, con coraggio e onestà, un nome ai tanti idoli presenti nella nostra vita e che tentano di prendere il posto di Dio: il denaro, il prestigio, il potere, il piacere, le visioni di vita in contrasto con la dignità della persona, e combattere contro di essi in unione con Cristo. La Quaresima è tempo nel quale siamo chiamati a metterci alla scuola di Cristo per imparare con Lui a vincere “le insidie del diavolo”, a “dominare le seduzioni del peccato” e a vivere il digiuno come manifestazione della nostra volontà di dissociarci dal peccato per vivere nell’amore.
+ Francesco Cavina
 
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