Educatori: un ruolo di cura e attesa

Simone Ghelfi commenta il convegno di Bologna

 “La presentazione della ricerca sugli oratori italiani è arrivata al termine di un percorso (il XV convegno nazionale di Pastorale Giovanile che si è svolto a Bologna dal 20 al 23 febbraio, ndr), che ha fornito ai presenti la giusta chiave di lettura per guardare in modo corretto a questo aspetto particolarissimo della Pastorale Giovanile Italiana. Il titolo del convegno ‘La cura e l’attesa’ ci ha guidato in questo cammino presentandoci due atteggiamenti fondamentali dell’educatore e di tutta la comunità cristiana: egli si prende cura del cammino dei ragazzi, li accompagna, vivendo però sapientemente l’attesa come il tempo indispensabile dentro al quale maturano i percorsi e si vive quella dimensione di rischio che è fondamentale in ogni percorso educativo. Da qui nasce il primo giorno, che ha visto proprio nell’adulto il personaggio fondamentale da cui partire, un adulto autenticamente in cammino, che guarda all’essenziale, e che nella frequentazione costante della Parola di Dio trova la ricchezza di cui ha bisogno per far crescere la propria umanità e quella dei ragazzi che accompagna. Nel secondo giorno si è andati oltre perché, nell’accompagnamento, la comunità cristiana genera la fede e alla vita di fede. In questo l’educatore ha un ruolo fondamentale, un educatore che sia sempre in ricerca, non ipocrita ma esso stesso autenticamente in cammino. Nella nostra Diocesi di Carpi la Pastorale giovanile trova nei percorsi associativi, principalmente Azione cattolica e Agesci, una struttura fondamentale che ha la possibilità di essere capillare e radicata e al tempo stesso aperta ed accogliente. Certo non è sempre così e molto c’è da fare, soprattutto in ottica missionaria e di comunione, però la prospettiva lanciata al Convegno Nazionale può trovare terreno fertile nella nostra Diocesi. Gli Oratori, che al di là di alcune eccezioni quali l’oratorio cittadino Eden di Carpi e per certi aspetti anche l’oratorio di Mirandola, vengono defi – niti non tanto da spazi specifi ci o ben delimitati, ma sono costituiti da tutto ciò che la parrocchia fa per accompagnare nel cammino di crescita i bambini, i ragazzi e giovani del proprio territorio. In quest’ottica allora l’oratorio, con le sue svariate e molteplici attività, può essere ancora quel ponte che, ben coordinato e collegato con i percorsi più strutturati che dell’oratorio sono parte integrante e preziosissima, si muove in uscita, aperto all’accoglienza e nella consapevolezza di dover essere sempre in bilico, appunto, tra la cura e l’attesa”.