Giornalisti e operatori della comunicazione dell’Emilia-Romagna si ritroveranno, venerdì 24 gennaio alle ore 16 nella sala conferenze del Museo Diocesano di Reggio Emilia, per il tradizionale appuntamento in occasione della festa del patrono, san Francesco di Sales. Il convegno, dal titolo “Comunicazione al servizio della cultura dell’incontro” che riprende il messaggio di papa Francesco, è proposto dall’Ufficio regionale per le Comunicazioni Sociali della Conferenza Episcopale Emilia-Romagna in collaborazione con quello della diocesi di Reggio Emilia-Guastalla. Introdurrà i lavori Edoardo Tincani, direttore del settimanale diocesano “La libertà”, e dopo il saluto di monsignor Ernesto Vecchi, delegato per le Comunicazioni Sociali della Ceer, interverranno, coordinati dal direttore dell’Ucs regionale, i giornalisti Ignazio Ingrao, del settimanale “Panorama”, e Paolo Rodari, del quotidiano “la Repubblica”. Seguirà il dibattito con le conclusioni di monsignor Massimo Camisasca, vescovo di Reggio Emilia-Guastalla, che presiederà poi alle ore 18.30 la messa nella Cattedrale. Continua così il lavoro di coordinamento della pastorale della comunicazione sociale svolto dall’Ucs Emilia-Romagna.
L’anno scorso, per testimoniare vicinanza e solidarietà alle popolazioni colpite dal terremoto del maggio 2012 in Emilia, la sede dell’appuntamento è stata Carpi, anche per rendere omaggio alla memoria del carpigiano Odoardo Focherini, il primo giornalista italiano divenuto beato proprio nel 2013. Gli atti dei convegni sono stati pubblicati sulla rivista “Il Nuovo Areopago”.
Attraverso questi incontri viene stimolato così il lavoro degli uffici diocesani per le Comunicazioni Sociali affinché diventino sempre più luogo di incontro e confronto fra gli operatori delle varie realtà dell’informazione, dei media, presenti nel territorio e venga promossa la formazione, anche attraverso i corsi Anicec della Cei. Il lavoro di unità, confronto e coordinamento a livello regionale è importante, infatti, per arricchire la motivazione dell’impegno nei media con il richiamo, nella ristrettezza di risorse umane e finanziarie, a superare la frammentazione, a selezionare mezzi e campi di intervento, nell’affascinante e innovativa dimensione digitale, un ambiente, una piazza da abitare sempre di più. Tutto questo non può avvenire naturalmente solo attraverso una serie di azioni ancorché necessarie, ma va affrontato con un giudizio, un pensiero che affondi le proprie radici nel magistero e nell’approccio alla realtà senza che si resti isolati, autoreferenziali, con il rischio inevitabile di girare a vuoto. Lo sguardo, invece, va allargato, posto di fronte alla ricchezza presente, e con coraggio, lavorando insieme, si può andare così verso nuove periferie aprendosi agli altri, rinnovando fiducia e speranza comunicando nuovi incontri.