“Odoardo Focherini è un testimone perchè ha reso una pubblica la sua fedeltà alla Verità”. E’ sul significato della testimonianza cristiana che don Carlo Truzzi ha incentrato l’omelia della messa nella memoria del Beato Odoardo Focherini che quest’anno è stata celebrata a Mirandola. “Il testimone ha un’altra caratteristica – ha precisato don Truzzi – lascia spazio alla libertà di chi lo incontra o lo ascolta, non costringe perché lui stesso per primo è un servitore della Verità”. Il brano dei Maccabei che racconta della testimonianza del vecchio Eleazaro ha offerto un parallelo diretto con la vicenda umana di Odoardo Focherini laddove al culmine delle sofferenze che lo condurranno a morte afferma “Sopporto volentieri per il timore di Dio”. Anche il Beato Odoardo siamo convinti che fosse ben cosciente di ciò a cui andava incontro, di coinvolgere anche la famiglia in questa chiamata al sacrifico per amore della Verità. “Sempre – ha concluso don Truzzi – la fedeltà alla Verità ha un prezzo, questo insegna la vita dei testimoni, come Tommaso Moro, un altro martire che ricorderemo nel mese di giugno”. Ha concelebrato la santa messa don Benito Poltronieri mentre l’animazione della liturgia è stata curata dal coro parrocchiale diretto da Roberto Cavicchioli e dal Gruppo di lavoro sul Beato Odoardo Focherini. Nella preghiera è stato ricordato un novello sacerdote della Diocesi di Massa Carrara, ordinato il 4 giugno scorso, devoto del Beato Odoardo Focherini alla cui intercessione ha affidato il suo cammino vocazionale. Uno dei tanti frutti spirituali dispensati dal Beato a coloro che si affidano a lui nella preghiera, consapevoli che “la loro santità viene in aiuto alla nostra fragilità, e così la Madre Chiesa è capace con la sua preghiera e la sua vita di venire incontro alla debolezza di alcuni con la santità di altri” (Francesco, Misericordiae Vultus).