Continua a portare frutto la rete di collaborazione instaurata dai gemellaggi promossi da Caritas italiana. Un nuovo segno concreto di questa vicinanza è giunto dalla diocesi di Como, che, nell’ambito del gemellaggio con la delegazione Caritas della Lombardia, ha deciso di sostenere e potenziare il servizio a favore delle comunità terremotate della Bassa. Grazie a questo importante contributo, Loretta Tromba, coordinatrice di Porta Aperta Mirandola, potrà dedicare un numero di ore specifiche alla sesta, settima e ottava zona pastorale della diocesi di Carpi. “Oltre che a Mirandola – spiega Loretta Tromba – un centro di ascolto è presente anche nelle parrocchie di Concordia, San Possidonio e Vallalta. Già da tempo si è creata una collaborazione, in varie forme, tra queste realtà e Mirandola, a cui oggi fanno capo anche i centri di ascolto di Mortizzuolo e San Giacomo Roncole, che, a seguito del terremoto, non sono più attivi. Il mio compito consisterà nel promuovere ulteriormente quest’attività in rete, insieme a Luca Manfredini del centro di coordinamento Caritas a Mirandola, tenendo particolarmente monitorati i bisogni del territorio, che non sono certo diminuiti”. Il terremoto ha infatti aggravato le situazioni di disagio già causate dalla crisi economica. “La domanda di alimenti e materiale stoccati nel magazzino Caritas di Finale Emilia – spiega Luca Manfredini – non è mai cessata. Al contrario le richieste sono aumentate negli ultimi mesi con il rientro di tante famiglie, di cui una buona parte italiane, prima sfollate in altre zone. Chi non ha il lavoro o si trova in difficoltà con la casa, è costretto a rivolgersi alla Caritas”. Ciò che si nota, tuttavia, al di là del sostegno concreto in alimenti o di altro genere, è il bisogno di essere accolti e ascoltati. Un bisogno a cui da sempre cercano di dare risposta le varie realtà della Caritas presenti sul territorio e su cui, affermano concordi Loretta Tromba e Luca Manfredini, “le nostre comunità sono chiamate a mantenere viva l’attenzione, tanto più adesso che i riflettori mediatici sembrano aver perso interesse per l’Emilia terremotata”.