La Diocesi di Carpi accoglie con gioia l’Enciclica “Laudato si’” di Papa Francesco che è stata pubblicata giovedì 18 giugno. Nicola Marino, direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro, sta organizzando la Giornata per la salvaguardia del Creato che si terrà a settembre. Così presenta il documento.
La Chiesa torna a parlare di ambiente, con una determinazione che è ormai una costante nel linguaggio degli ultimi Pontefici. Dopo la Caritas in Veritate di Benedetto XVI, Papa Francesco sembra quasi voler “alzare la voce”, fare sentire a tutti l’urgenza di affrontare con decisione la crisi ecologica in cui l’umanità si è cacciata.
Il tono però sembra cambiare: a partire dal titolo e dai tanti riferimenti a San Francesco d’Assisi, si sente la premura del Papa affinché ogni uomo riscopra innanzitutto lo stupore per le bellezze del creato, la meraviglia che portava San Francesco ad innalzare lodi per ogni elemento naturale. Senza questa gioia, non c’è fraternità. Senza fraternità, non c’è sforzo per la cura della natura, nostra casa comune.
“Se noi ci accostiamo alla natura e all’ambiente senza questa apertura allo stupore e alla meraviglia, se non parliamo più il linguaggio della fraternità e della bellezza nella nostra relazione con il mondo, i nostri atteggiamenti saranno quelli del dominatore, del consumatore o del mero sfruttatore delle risorse naturali, incapace di porre un limite ai suoi interessi immediati”. (12)
Con questa enciclica, Papa Francesco non si rivolge solo ai cattolici, ma ad ogni abitante della terra. Già da una prima lettura ci si accorge di questa attenzione all’apertura rispetto alla propria comunità di fede, anche in una dimensione ecumenica: sono citati documenti di altre Chiese cristiane e, in particolare il “caro Patriarca Ecumenico Bartolomeo”, quasi a sottolineare come l’ambiente sia una delle tematiche che ci accumuna tutti e dove può essere più favorevole il terreno per un incontro.
La crisi ecologica, ribadisce il Pontefice, è dovuta ad una visione ristretta dell’ecologia, slegata completamente dalle dimensioni umane e sociali.
Dobbiamo tornare ad un’idea di ecologia integrale e affrontare insieme le crisi sociali con le fragilità del pianeta. Tutto è in relazione; la qualità delle nostre relazioni con i fratelli si rispecchia nella relazione con la natura.
Rimettere al centro le relazioni significa mettere in discussione il dominio tecnocratico che si impone su uomini, economia e politica. Anche perché il mercato non si è dimostrato in grado di difendere l’ambiente.
Urgono interventi concreti: su questo, Papa Francesco sembra ricco di suggerimenti, in linea con i suoi tanti inviti alla concretezza, un tratto distintivo che ne sta connotando il pontificato.
Del resto, “il mondo non si contempla dal di fuori ma dal di dentro” e tutti i cristiani sono chiamati a fare la loro parte, attraverso il proprio stile di vita e riscoprendo la sobrietà quale ingrediente fondamentale per riscoprire il vero valore delle cose (e inquinare di meno).
Dalla lettura a caldo emerge quindi un quadro davvero incoraggiante e di stimolo per tutti, credenti e non: c’è un grosso lavoro da fare, dentro e fuori la Chiesa, in termini educativi, operativi e di sensibilizzazione. Già a settembre, con la prossima Giornata per la salvaguardia del Creato torneremo su questi argomenti.
Ma a farlo, questa volta ci sarà tutta la comunità ecclesiale, e un Papa che su questo argomento non smette di tenere alta l’attenzione.
Nicola Marino
Direttore dell’Ufficio per la Pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Carpi