In occasione della Giornata missionaria mondiale, che si è celebrata lo scorso 19 ottobre, è stato ospite in Diocesi Alessandro Zappalà, responsabile nazionale dell’animazione giovanile di Missio, l’organismo della Cei che rappresenta in Italia le Pontificie Opere Missionarie. Originario della Diocesi di Catania, Alex, come ama farsi chiamare, è stato in missione in Tanzania appena ventenne, prestando il suo servizio in particolare con i ragazzi di strada e dopo essere partito poco più che ventenne per un anno di missione in Tanzania e preparando la tesi di laurea in psicologia dell’educazione. Il giovane, che ha finora visitato 25 Paesi nel mondo, ha portato la sua testimonianza alla Veglia missionaria diocesana, tenutasi a Mirandola nella serata del 18 ottobre, durante le Messe per la parrocchia della Cattedrale di Carpi, e agli studenti del liceo scientifico Fanti di Carpi. Un altro significativo incontro si è svolto in Centro missionario con gli incaricati della branca R/S dell’Agesci della Zona di Carpi e i vicepresidenti del Settore Giovani dell’Azione cattolica. “Sono partito pensando di salvare l’Africa – ha raccontato rivolgendosi ai partecipanti alla Veglia missionaria – e con una grande voglia di fare per gli altri. Sapete alla fine che cosa ho fatto? Niente, sono rimasto in silenzio, un silenzio che non è però il vuoto, ma lo spazio in cui si permette a Dio di parlare. Ho così compreso che, se tante volte non possiamo fare nulla per i fratelli, possiamo invece essere qualcuno per loro, imparando a guardare il mondo con i loro occhi. Per incontrare Dio dunque – ha sottolineato – è necessario non tanto andare ai confini della terra, perché è possibile trovarlo anche sotto casa, quanto uscire dal nostro modo di pensare”. Che spesso porta a volersi sostituire a Dio, come se il seme dell’evangelizzazione che i cristiani spargono nel mondo fosse loro e non Suo. “Noi siamo zeri in confronto al Signore che è l’uno – ha osservato Alex -. Se ci mettiamo davanti a Lui, il numero che ne nasce è un decimale formato da una sfilza di zeri e solo in fondo dall’uno. Insomma, una cifra minima. Ma se ci mettiamo dietro il Signore – ha concluso – diventiamo un numero enorme, che abbraccia il mondo intero”.