Ampia partecipazione al campo invernale Giovani e Giovani Adulti a Sant’Antonio in Mercadello
Dal 27 al 30 dicembre a Sant’Antonio in Mercadello si è svolto il campo invernale dei Giovani e dei Giovani Adulti dell’Azione Cattolica diocesana dedicato a sviluppare il tema “Parlami davvero: per un linguaggio e una Chiesa inclusiva”.
Attento a come parli
All’approfondimento delle dinamiche che stanno dietro a parole e frasi di uso quotidiano è stata dedicata la prima serata con l’intervento di Daniele Stancampiano, filosofo del linguaggio, che con le sue riflessioni ha introdotto al tema dell’inclusività. Grande importanza hanno avuto gli Slurs, epiteti denigratori rivolti a una persona che fa parte di un gruppo individuabile, rispetto alla maggioranza, sulla base di una caratteristica specifica, propria di quel gruppo, che diventa di conseguenza un insulto al gruppo stesso. Si è poi evidenziato quanto la potenza offensiva degli slurs dipendesse dal tempo e dal luogo in cui vengono pronunciati; tuttavia, a volte la gravità prescinde dal contesto in cui tale parola viene detta, in quanto non dipende dall’intenzionalità di chi la esprime. Inoltre, chi non prende posizione di fronte a tali epiteti non è esente da colpe. Il silenzio, in questi casi, significa essere d’accordo con chi ha pronunciato parole offensive. Si è giunti quindi ad una conclusione che fa riflettere sul nostro modo di parlare: un epiteto denigratorio non è solo sconveniente, ma è anche violento; parlare con slurs vuol dire agire con violenza nella realtà. Come fare quindi per eliminare tali espressioni? Bisogna mettersi dalla parte delle minoranze, vestire i panni di chi subisce. Acquisire una maggiore consapevolezza delle parole che abitualmente usiamo è un passo molto importante verso una maggiore inclusività poiché il linguaggio veicola le nostre intenzioni ed è uno dei più importanti strumenti che possediamo per costruire relazioni.
Un “Credo” al femminile
Altra ospite è stata Alice Bianchi, giovane teologa femminista, che porta avanti un’attenta ricerca sul ruolo delle donne nella società, ma soprattutto nella Chiesa. La relazione dal titolo “Donne altrove” è iniziata mettendo in evidenza quanto sia comune definire Dio al maschile, con il rischio di credere, erroneamente, di possederlo, farlo proprio, incasellarlo in caratteristiche così terrene e umane, da dimenticarsi che è Assoluto, Altro, Altrove. Le donne, che di certo non sono una minoranza numerica, ma piuttosto politica all’interno della Chiesa, si sono dovute abituare ad ascoltare un linguaggio soprattutto maschile a causa dei termini generici “figli”, “fratelli”, “uomini”; con la difficoltà di capire se le donne sono incluse oppure no, quando questi termini vengono usati. Per questo ci ha molto aiutato conoscere una versione del “Credo” rivisitata da Wahlberg Rachel, quindi riscritta secondo una prospettiva femminile. Un “Credo” dove entrambi i sessi si occupano della cura del mondo e dove emerge con più evidenza lo spirito femminile di Dio.
Costruire ponti e non escludere
Durante la terza serata abbiamo ospitato Luca Bocchi, membro del Progetto Gionata e dei Giovani Adulti di AC, insieme a don Fabio Bellentani, parroco a Modena nella parrocchia di Gesù Redentore e referente per il gruppo di giovani cristiani LGBTQIA+ “Venite e vedrete”.