Com. St. 01 dell’1 gennaio 2013 – L’omelia di monsignor Francesco Cavina, vescovo di Carpi, nella messa di ringraziamento a conclusione dell’anno 2012

Diocesi di Carpi                 


comunicato n° 01


 


    Carpi, 01 gennaio 2013


 


Comunicato stampa


 


L’omelia di monsignor Francesco Cavina, vescovo di Carpi, nella messa di ringraziamento a conclusione dell’anno 2012


 ‘Ti lodiamo o Dio’ perché tutto è grazia  


Questo il testo integrale dell’omelia pronunciata da monsignor Francesco Cavina nella chiesa della Sagra di Carpi in occasione della messa di ringraziamento e del canto del Te Deum al termine dell’anno.


 


Oggi siamo invitati a ringraziare Dio dei tanti doni di cui gode la nostra vita. Ma immagino già un’obiezione forte salire dal cuore: Che motivo abbiamo noi di ringraziare il Signore dopo le sofferenze, le distruzioni, le fatiche del terremoto, che ci accompagnano ancora oggi? Inoltre: La crisi economica, politica, sociale, che ogni giorno si aggrava con il suo carico di disoccupazione, di incertezza, di insicurezza’non rende ancora più pesante la nostra già difficile vita? Si tratta di domande legittime ed oneste, che meritano attenzione e possibilmente una risposta.


 


Gli eventi quasi apocalittici che abbiamo vissuto e di cui portiamo ancora le conseguenze – se da essi ci lasciamo interrogare, anziché subirli passivamente o viverli con un senso di fatalismo o di disfattismo – ci hanno obbligato a rivedere la scala dei valori ai quali donare il nostro cuore e a riflettere sulla precarietà della vita e sullo scorrere inesorabile del tempo, di cui avevamo perso consapevolezza. A noi potevano riferirsi le parole del poeta Dante: Vassene il tempo, e l’uomo non se n’avvede (Purg. 4.9)


 


Oggi cantiamo il Te Deum  (Ti lodiamo o Dio) e ritornando con la memoria agli eventi dei 12 mesi trascorsi possiamo affermare che ‘tutto è grazia’. Abbiamo, infatti, toccato con mano che la Provvidenza di Dio volge al bene ogni nostra situazione. Infatti dalle macerie delle nostre case, delle nostre chiese, delle nostre aziende è emersa la natura più vera, più nobile e più generosa delle persone. Sono state costruite relazioni, intraprese iniziative, sviluppate riflessioni, intessute amicizie, realizzate forme di aiuto inattese.


 


Abbiamo conosciuto quanto siano forti, potenti ed efficaci le ‘armi’ dell’amore, della fraternità e della preghiera umile, assidua, fedele e confidente. Esse infatti sono capaci di lenire ogni sofferenza, di ridare speranza, di assicurare la convivenza civile, di creare ponti di solidarietà, di fortificare la debolezza. La Chiesa, le Istituzioni civili e militari, le Associazioni di volontariato, le singole persone non hanno lesinato energie e mezzi per dare sollievo, conforto, sostegno ai tanti smarriti. Questa gara di solidarietà ha fatto comprendere a tanti il valore della fratellanza, l’importanza del rispetto reciproco, la delicatezza della carità cristiana che dona senza chiedere, il gusto per le gioie semplici della vita e per la sobrietà.


 


Come dalla croce di Cristo nasce, per chi si apre al dono della sua grazia, la possibilità di una vita nuova, così noi possiamo dire di avere visto nascere dalla sofferenza ricchezze inattese, energie insperate, creatività sorprendenti, che non sono solo il frutto delle nostre capacità, ma della presenza, anche se non sempre percepita, del Signore in noi. Attraverso questa esperienza è possibile avere uno sguardo nuovo, positivo sulla realtà e sulle persone. E’ questa positività, che ci ha permesso di affrontare l’inaffrontabile, e che oggi ci stupisce e ci apre alla gratitudine.


 


Come, poi, non ringraziare il Signore per la visita del Santo Padre, ad un mese appena dal sisma. Per mezzo di lui il Signore ‘ha visitato il suo popolo’ per confortare, sostenere, illuminare ‘chi viveva nelle tenebre e nell’ombra della morte’. E’ venuto per abbracciare i suoi figli, stringerli al petto, asciugare le lacrime e dire loro: ‘Coraggio! Non siete soli!’. Quanta consolazione ha suscitato questo incontro!


 


Ancora! Il nostro ringraziamento si eleva al Signore per il riconosciuto martirio di Odoardo Focherini, figlio illustre della nostra terra, che porterà alla sua beatificazione il prossimo 15 giugno. Il buon Dio, nel momento della prova, ci ha messo accanto un intercessore che ‘ben conosce il patire’ ed un esempio di fede, di fortezza e di coerenza da imitare.


 


Inoltre, come dimenticare i sacerdoti, i tanti giovani e meno giovani delle parrocchie, dell’Azione cattolica, degli Scout, delle Associazioni e dei Movimenti ecclesiali che, con generosità evangelica, abnegazione, grande amore alla Chiesa, hanno permesso alle attività estive programmate di potersi svolgere regolarmente, così da mantenere vivo il senso di appartenenza alla comunità di fede ed impedire la disgregazione sociale?


 


Abbiamo visto e toccato con mano che il Signore si manifesta nella preghiera, nel sostegno e nella fecondità dell’amore, nella comunione fraterna e nella reciproca collaborazione. La ricostruzione materiale, che non solo non deve subire battute di arresto per gli eventi politici che interessano l’Italia, ma che deve essere accelerata e potenziata, per ripensare il nostro futuro deve potere valorizzare la ricchezza di sentimenti ed il patrimonio spirituale e morale che hanno caratterizzato i mesi scorsi. Diversamente si corre il rischio di cadere, una volta ancora, nel terribile equivoco di pensare che l’uomo sia solo un dato economico o che il suo futuro si fondi su previsioni irrazionali ed assurde di cartomanti, di astrologi, di pseudo profezie, soffocando, così, le innate esigenze soprannaturali dell’uomo, creatura di Dio.