Il Vescovo di Carpi scrive ai giovani della Diocesi
‘Una novità rivoluzionaria’
In una lettera indirizzata a tutti i giovani del territorio il Vescovo monsignor Francesco Cavina li invita ad avere il coraggio della felicità. Distribuita nelle parrocchie, nelle scuole e nei luoghi d’aggregazione, contiene una meditazione del Vescovo sulla ‘novità rivoluzionaria’ del Vangelo delle Beatitudini, e l’invito personale di monsignor Cavina a incontrarsi alla Giornata mondiale della Gioventù del prossimo 13 aprile.
Nel sabato che precede la Domenica delle Palme, giornata dedicata dalla Chiesa mondiale ai giovani, si terranno presso l’oratorio cittadino Eden alle 18.30 la liturgia penitenziale presieduta dal Vescovo, con la possibilità per tutti di confessarsi sia con lo stesso monsignor Cavina che con i numerosi sacerdoti presenti e, alle 21 presso il cinema teatro Eden, la festa-spettacolo della Palma d’Oro.
Cari ragazzi e ragazze,
il Santo Padre Francesco, nel suo Messaggio ai Giovani in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù di quest’anno, ci propone come tema di riflessione il versetto del Vangelo secondo Matteo in cui Gesù dichiara ‘Beati i poveri in spirito, perché di essi è il Regno dei cieli’ (Mt 5,3).
È bene allora che in preparazione a questo momento, durante il cammino di quaresima, anche noi dedichiamo un po’ di tempo alla meditazione di queste parole, e vi propongo di farlo raccogliendo proprio alcuni degli spunti che ci ha offerto il Papa nel suo Messaggio.
Innanzitutto immagino che possa suscitare qualche perplessità, nei più attenti, l’idea di accostare la parola ‘beati’, che significa sostanzialmente ‘felici’, alla parola ‘poveri’, ed e bene che sia così. Gesù con le Beatitudini, come dice il Papa, ci propone una ‘novità rivoluzionaria, un modello di felicità opposto a quello che di solito viene comunicato dai media, dal pensiero dominante’. Infatti ‘nella logica di questo mondo, coloro che Gesù proclama beati sono considerati ‘perdenti’, deboli’.
Ma chi sono i ‘poveri in spirito’ a cui si riferisce Gesù? Coloro che vivono in una situazione di povertà materiale, fisica, culturale’? Oppure coloro che sono ‘poveri dentro’ anche se poi vivono nella ricchezza e se ne stanno belli sicuri dietro ai loro conti in banca? Né gli uni né gli altri! Sono quelli così poveri che, oltre ad essere in una concreta povertà materiale, vivono anche interiormente l’atteggiamento del povero. Per aiutarci a capire meglio, il Papa ci ricorda che il significato del termine utilizzato nel Vangelo per povero è ‘mendicante’: il povero in Spirito è come un ‘bisognoso in cerca d’amore’ che, nella sua povertà materiale e spirituale prende consapevolezza dei propri limiti e della propria fragilità umana e quindi umilmente va alla ricerca di Dio, e si rivolge continuamente a Lui nella consapevolezza che la propria esistenza è legata indissolubilmente al suo Amore, dipende da Lui.
Gesù però con le beatitudini non ci offre semplicemente la sua lettura della realtà ma interpella ognuno di noi con una proposta di vita: ‘Tu ci stai?’. ‘Per avere una vita buona, la vera vita, la felicità anche in un futuro ancora sconosciuto, vuoi seguirmi su questa strada, o preferisci andartene per altre vie?’.
Certo serve coraggio, il coraggio di andare controcorrente, il coraggio della felicità.
Il Papa nel suo messaggio fa anche tre proposte concrete, che vorrei rilanciarvi, per far sì che questa povertà di spirito si trasformi in tutti noi in un vero e proprio stile di vita.
1. Cerchiamo di essere liberi nei confronti delle cose.
Oltre al coraggio della felicità serve anche il coraggio della sobrietà. Cerchiamo quotidianamente l’essenzialità, liberiamoci dalle tante cose inutili e superflue che ci soffocano, e distacchiamoci dal desiderio malato di possedere sempre di più per cui alla fine non siamo mai felici perché non basta mai. Mettiamo Gesù al primo posto e fidiamoci di Lui.
2. Prendiamoci cura dei poveri e impariamo a stare con loro.
Dobbiamo essere concretamente attivi e ‘sensibili alle necessità spirituali e materiali’ dei fratelli, per ‘rimettere al centro della cultura umana la solidarietà’. Ma dobbiamo anche imparare a stare con i poveri. Scrive il Papa: ‘non riempiamoci la bocca di belle parole sui poveri! Incontriamoli, guardiamoli negli occhi, ascoltiamoli. I poveri sono per noi un’occasione concreta di incontrare Cristo stesso, di toccare la sua carne sofferente’.
3. Guardiamo ai poveri come a dei maestri.
Dobbiamo toglierci dalla testa l’idea che i poveri siano semplicemente persone alle quali possiamo dare aiuto: abbiamo molto da imparare da loro!
Scrive sempre il Papa: ‘Ci insegnano che una persona non vale per quanto possiede, per quanto ha sul conto in banca. Un povero, una persona priva di beni materiali, conserva sempre la sua dignità. I poveri possono insegnarci tanto anche sull’umiltà e la fiducia in Dio’.
C’è un quarto punto che, tra i tanti che sono indispensabili per la vita di un credente, mi permetto di aggiungervi: la Confessione Sacramentale.
Quando ci confessiamo ci mettiamo proprio nell’atteggiamento del ‘mendicante’ a cui accennavo precedentemente. Ci facciamo poveri davanti al Signore, consapevoli dei nostri limiti e della nostra povertà, affinché Lui ci arricchisca con il Suo Amore e ci aiuti a riprendere il cammino sulla strada della Felicità.
Mi aspetto allora di vedervi tutti sabato 12 aprile per la celebrazione della Giornata Mondiale della Gioventù, a partire dalle 18.30 presso l’Oratorio Cittadino Eden a Carpi con la consueta Liturgia Penitenziale per i Giovani e la successiva festa della Palma d’Oro.
Carpi, 25 Marzo 2014
Il Vostro Vescovo